«Ingenti i costi per i cittadini e la collettività a causa della chiusura del ponte mobile» | la CRONACA di RAVENNA

«Ingenti i costi per i cittadini e la collettività a causa della chiusura del ponte mobile»

Per Ancarani, il sindaco e la giunta devono chiedere i danni all'Autorità portuale e destinare gli introiti a diminuire le tasse comunali sui ravennati

08 luglio 2023 - «Il sindaco e la giunta esprimano pubblicamente, a nome dei cittadini di Ravenna, biasimo e sdegno nei confronti dell’Autorità di sistema portuale, e in particolare nei confronti del presidente e del segretario generale.
E tramite l’ufficio legale del Comune, le chiedano i danni, destinando gli introiti che ne deriveranno alla diminuzione della pressione fiscale comunale sui ravennati».

Si conclude così il testo di un ordine del giorno sulla chiusura del ponte mobile presentata da Alberto Ancarani (Forza Italia-PrimaveRA Ravenna), che sottolinea «come i costi per i cittadini di Ravenna e per l’intera collettività siano stati ingenti nei 30 giorni di chiusura (dall'8 maggio all'8 giugno) e nei successivi giorni di “stop & go” dovuti alle inefficienze nella manutenzione.

Non solo, la manutenzione del ponte, appaltata dall'Autorità di sistema portuale, è stata sì affidata al consorzio Ceir di Ravenna (che ha indicato come esecutrici le ditte Dz Engineering, Acmar e Nordelettrica) con un appalto di quattro anni per circa 5 milioni di euro totali, ma la responsabilità di vigilare è completamente dell’Autorità».

Ancarani ripercorre la storia del ponte.

«Inaugurato con ben due anni di ritardo, il 3 Luglio 2010, sostituì un precedente ponte mobile, gestito dalla società SILM, che si apriva lateralmente e prevedeva una sosta per il pagamento di un pedaggio a ogni utente. Il ponte odierno invece, con apertura basculante, non ha pedaggio e vi passano circa 2000 veicoli al giorno.

Il ponte venne finanziato e appaltato per circa 10 milioni di euro dalla allora “Autorità Portuale di Ravenna”, oggi ridenominata “Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale”, e dopo una fase nella quale la gestione venne affidata alla società misto pubblico-privato Azimut, è ora gestito direttamente dall’Autorità.  

L’infrastruttura si è rilevata ben presto gravemente deficitaria rispetto agli standard necessari per un’opera simile. Infatti per la sua apertura temporanea occorrono ore e non minuti e soprattutto nei primi anni dall’inaugurazione, spesso, quando era necessario far passare natanti sotto il ponte, si scopriva all’ultimo istante che non poteva essere aperto a causa delle più svariate motivazioni, dai topi alle falle idrauliche.

Nella sua travagliata esistenza sono state in media una decina all’anno le giornate intere di chiusura al transito delle auto, per manutenzione o per la lentezza della sua apertura quando necessaria, con le conseguenti, tuttaltro che secondarie enormi ripercussioni negative sul traffico cittadino.

La più lunga delle sue chiusure al transito si è verificata per la durata di ben 30 giorni, dall’8 maggio all’8 giugno scorsi per lavori ai sottoservizi e per il totale rifacimento del manto stradale con la conseguenza che il traffico dell’intera città è stato letteralmente paralizzato nelle ore di punta non già solo per un giorno, ma per un periodo ben più lungo.

Clamorosamente, il 10 giugno, dopo soli due giorni dalla fine della lunga chiusura al transito, si è verificato un incidente proprio sul ponte. Era un giorno di pioggia, che ha fatto emergere un’estrema scivolosità del nuovo manto stradale che comportava, da parte dell’Autorità di Sistema Portuale, una nuova chiusura al traffico del ponte.
Chiusura che si è protratta fino a una nuova riapertura il 13 giugno, giornata nella quale il ponte è stato riaperto al traffico con collocazione di due dissuasori di velocità, uno per senso di marcia.

La collocazione di questi dissuasori, nonostante la riapertura al traffico, ha comportato una nuova paralisi del traffico, in quanto i bruschi rallentamenti di autoveicoli e camion per superare senza conseguenze negative per le sospensioni i dossi stessi, determinavano lunghe code e tappi al traffico.

Il 27 giugno, dopo due settimane di traffico rallentato, il ponte è stato nuovamente chiuso al traffico per ulteriori due ore per nuove verifiche a cui è seguito l’annuncio, da parte dell'Autorità di sistema portuale, di una nuova successiva chiusura, che si sarebbe verificata dal 3 al 6 luglio, per rendere più “ruvido” il nuovo manto stradale e poi rimuovere i dissuasori montati il 13 giugno, e collocare dei “rilevatori di velocità” per far rispettare il limite di velocità di 30 Km/h, che in realtà esisteva sul ponte sin dalla sua inaugurazione».


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