Economia
Concessioni demaniali, aumento boom del 25%
Approvato il 30 dicembre 2022 un decreto che fissa i nuovi prezzi. Rustignoli: "Il Governo sospenda il provvedimenti e apriamo una discussione"
E' stata adeguata anche la misura minima del canone che è stata aggiornata a 3.377, 50 euro a decorrere da ieri, 1 gennaio 2023.
Ad essere interessate all'aumento sono le imprese che operano in regime di concessione demaniale marittima come stabilimenti balneari, campeggi, bar, ristoranti e, presumibiulmente, anche terminal portuali.
"Faccio una premessa - commenta Maurizio Rustignoli, presidente della Coop Spiagge ravennati - , così chiarisco subito la nostra posizione: noi non siamo contrari ad una rivalutazione dei canoni demaniali, siamo contrari a questi metodi e a questi salassi. L’Istat ha individuato nell’11% l’eventuale aumento del canone demaniale marittimo – aggiunge - ma il ministero ci intima nella circolare, di applicare il 25%, perché?".
È difficile fare una media su quanto pagano attualmente gli stabilimenti balneari di concessione, in base alla dimensione e alla posizione: si può andare da 10-11 mila euro l’anno per i più piccoli a 50/60 mila euro per i maggiori.
L'altro aumento riguarda la cosiddetta ‘misura minima del canone ‘salita a 3.377 euro che si applica a quegli stabilimenti che utilizzano delle piccole porzioni di spiaggia, nel retro dei bagni, per campi da beach volley, da calcio tennis o per armonizzare i parcheggi.
Questa misura minima ha avuto un’escalation negli ultimi 3 anni: è passata da 600 a 2500 euro e ora a 3.377. Rustignoli chiede l'apertura di un tavolo di confronto con il Governo, per discutere del futuro delle imprese balneari. Ripeto, non siamo contrari alla rivalutazione dei canoni, ma chiediamo di sospendere la circolare e pianificare gli aumenti, restando legati alla realtà. Porto Corsini non può pagare un canone di concessione come Forte dei Marmi. Serve una classificazione in almeno tre fasce e fissare degli importi, non buttare là aumenti che neanche l’Istat riconosce".
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