Marino: «Le crociere sulla Brilliance riportano gli americani in centro». INTERVISTA | la CRONACA di RAVENNA

Marino: «Le crociere sulla Brilliance riportano gli americani in centro». INTERVISTA

Si aspettano negozi sempre aperti, la possibilità di pranzare o cenare durante tutto l’arco della giornata e apprezzano di poterlo fare con vista sui monumenti

11 agosto 2022 - Se i turisti nord e sudamericani sono in aumento a Ravenna lo si deve principalmente alle crociere che fanno tappa o partono dal Terminal di Porto Corsini. Per chi sceglie Ravenna come ‘home port’, in particolare, è l’occasione di concedersi una lunga vacanza in Italia di almeno due settimane, a volte di più, in cui la crociera rappresenta il prima o il dopo di  un altro tour. Fine conoscitore di questo tipo di turista è la guida turistica Mauro Marino.

Marino, quando si è assistito al primo massiccio arrivo di americani in città?
«Già prima della pandemia, intorno al 2012-13, in pratica da quando è iniziata l’avventura delle crociere. Va detto, però, che da quando Ravenna è diventata anche porto di imbarco, è cambiata la tipologia di turismo».

Può spiegarsi meglio?
«In passato, quando la nostra città era solo una delle tappe delle crociere, vedevamo più che altro pullman pieni di americani arrivare in città per qualche ora. Il tempo quindi di una visita, di un po’ di shopping, prima di reimbarcarsi. Ora invece molti turisti d’oltreoceano arrivano in aereo e si concedono una sosta di almeno due giorni in città, in alcuni casi prima dell’imbarco in altri al ritorno».

Considerando che ci sono sia navi che attraccano per qualche ora, sia navi che salpano dal nostro Terminal, si può dire quindi che il turismo si sia diversificato e arricchito…
«Certamente. Prima, dal punto di vista turistico, si lavorava più che altro con i transfer da e per il Terminal e con le escursioni organizzate. Oggi invece il crocierista usufruisce di un po’ tutti i servizi della città, dai ristoranti agli alberghi, dai negozi ai taxi, aumentando quindi l’indotto economico complessivo».

Lei che ha spesso l’opportunità di dialogare con loro mentre li accompagna a vedere le meraviglie della città, cosa ha notato in particolare degli americani? Cosa amano particolarmente?
«L’americano medio è abituato ad avere negozi aperti a tutte le ore quindi, pur nella consapevolezza di essere dall’altra parte del mondo, apprezza molto questa flessibilità quando la trova. Città più grandi della nostra come Bologna, più avanzate sotto il profilo turistico, già offrono per esempio ai turisti la possibilità di pranzare o cenare durante tutto l’arco della giornata. Nel famoso ‘quadrilatero del gusto’, è facile vedere stranieri mangiare una pizza alle 15 o un piatto di tortellini alle 16. Sarebbe importante muoversi il più possibile in questa direzione anche a Ravenna».

Cosa ne pensano della possibilità di bere o mangiare qualcosa all’aperto, sedendosi nei tavolini di bar e ristoranti?
«Ne sono entusiasti, per loro è un bel valore aggiunto. Non capita tutti i giorni di potersi fermare in una cornice così bella, a due passi dai monumenti Unesco di cui a volte si può anche godere la vista. Tutto ciò lascia certamente un bel ricordo. Ogni fine settimana ci sono arrivi e partenze della nave Brilliance of The Seas dal terminal crociere di Porto Corsini e, soprattutto il sabato sera, è facile trovare americani che cenano nei ristoranti con tavoli all’aperto. Questo è forse il solo bel regalo della pandemia, un punto su quale non bisogna più tornare indietro, perché a guadagnarne è l’intera città».

Gli americani cosa apprezzano maggiormente di Ravenna?
«Anzitutto il centro storico pedonalizzato che consente di spostarsi con facilità da una parte all’altra della città. Il rovescio della medaglia è che poi bisogna tornare indietro, ma in molti non si fanno problemi a chiamare un taxi. Piace poi la dimensione di Ravenna e il fatto che ci siano così tanti bei monumenti concentrati e ravvicinati. Considerando che gran parte degli americani sono della terza età, molto gradito è poi l’aspetto pianeggiante che non si trova ovunque».

Cosa lamentano al contrario?
«Nella mia personale esperienza siamo in realtà più noi ravennati a lamentarci che non gli stranieri. Si potrebbe fare di più con l’apertura di alcune chiese, un problema però condiviso da molte città italiane, e di alcuni monumenti. Non bisogna dimenticare che per il crocierista spesso un certo giorno e orario non sono rimandabili perché poi ripartono. Anche i collegamenti Bologna-Ravenna, pur non rapidissimi, tutto sommato funzionano».

In quale misura gli americani sono diversi rispetto agli stranieri provenienti dall’Europa?
«C’è senza dubbio un background culturale diverso e, di conseguenza, una certa distanza culturale. Di questo bisogna tenere conto e fare qualche semplificazione per evitare di annoiarli o disorientarli con visite troppo approfondite. Ma d’altra parte la stessa cosa potrebbe capitare con gli asiatici o per noi stessi italiani in trasferta in Egitto o in Messico… Se i tedeschi vogliono sapere tutto fino all’ultimo sasso, gli americani sono più pragmatici e molto interessati ai numeri, quindi è più facile che chiedano: quante navi arrivano a Ravenna in un anno o quanto si guadagna al mese…».

Quella del 2022 è, in definitiva, l’estate della rinascita anche grazie alle crociere?
«Sì, siamo già a un livello superiore al pre-Covid-19, anche se non ancora ai livelli del 2012-13 quando si registrarono quasi 100 mila arrivi. Ravenna ora ha tutto perché è porto di ‘toccata’ e di imbarco. A questo punto inevitabile sarà investire sul Terminal, realizzando una struttura adeguata e accogliente in grado di resistere fino a ottobre inoltrato».
r.b.


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