Economia
Tari: "Le imprese artigiane non devono essere penalizzate"
Lettera di Cna e Confartigianato a tutti i Sindaci della provincia di Ravenna
![Tari: Le imprese artigiane non devono essere penalizzate](/file/articoli/th/articoli_637956406022227375.jpg)
09 agosto 2022 - Confartigianato e Cna hanno inviato, nei giorni scorsi, a tutti i Sindaci della provincia di Ravenna una lettera per segnalare alcune incongruenze previste dai nuovi regolamenti TARI approvati dalle Amministrazioni Comunali della provincia, nei quali non è stato tenuto conto delle novità che il D.Lgs. 116/2020 ha apportato al Codice Ambientale (D.Lgs. 152/06) per quanto attiene la gestione dei rifiuti.
Tra queste novità, la più importante per le imprese di produzione del mondo artigiano, vi è l’esclusione dal calcolo della TARI di tutte le superfici ove vi sia una produzione prevalente e continuativa di rifiuti speciali. Questi ultimi, con le modifiche apportate al Codice Ambientale, non possono essere smaltiti attraverso l’utilizzo del servizio pubblico, e non possono più essere ‘assimilati’ agli urbani dai Regolamenti Comunali. Pertanto, ad esclusione di un elenco di rifiuti speciali che la norma definisce ‘simili’ agli urbani, i rifiuti speciali devono essere smaltiti esclusivamente attraverso un servizio privato a spese dell’azienda. Rimangono quindi soggetti al pagamento della Tari le superfici che producono rifiuti urbani, come gli uffici, le mense/ refettori e i servizi igienici.
Nel corso dei confronti con le Amministrazioni Comunali, a seguito dell’approvazione dei nuovi regolamenti TARI che dovevano recepire tali novità, è emerso tuttavia che da queste previsioni normative erano state escluse le attività di produzione del settore artigianale.
Nonostante che il Ministero della Transizione Ecologica, con una propria circolare, abbia chiarito non vi è distinzione di appartenenza a specifici settori, confermando di fatto la tesi sollevata da CNA e Confartigianato, non si è riusciti a trovare con i Comuni della nostra Provincia né sul piano tecnico, né sul piano politico una posizione comune, che tutelasse in qualche modo il mondo artigianale, il quale si ritroverà, nella pratica, a dover pagare la TARI ma senza la possibilità di poter usufruire del servizio pubblico. In buona sostanza le imprese artigiane dovranno pertanto pagare due volte e cioè lo smaltimento in proprio dei rifiuti speciali prodotti e la Tari, ed in alcuni casi, senza poter usufruire di alcun tipo di agevolazione per il recupero dei rifiuti riciclabili.
Di fronte ad una simile situazione, che comporta un aumento notevole di costi da parte delle aziende ed un incremento delle problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti, Confartigianato e CNA nell’ambito delle loro attività di rappresentanza, svolgeranno tutte le azioni possibili per la tutela delle imprese associate segnalando lo stato di profondo disagio e di grave penalizzazione che le stesse subiranno nel momento in cui verranno applicati in maniera restrittiva i regolamenti TARI attualmente vigenti.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Tra queste novità, la più importante per le imprese di produzione del mondo artigiano, vi è l’esclusione dal calcolo della TARI di tutte le superfici ove vi sia una produzione prevalente e continuativa di rifiuti speciali. Questi ultimi, con le modifiche apportate al Codice Ambientale, non possono essere smaltiti attraverso l’utilizzo del servizio pubblico, e non possono più essere ‘assimilati’ agli urbani dai Regolamenti Comunali. Pertanto, ad esclusione di un elenco di rifiuti speciali che la norma definisce ‘simili’ agli urbani, i rifiuti speciali devono essere smaltiti esclusivamente attraverso un servizio privato a spese dell’azienda. Rimangono quindi soggetti al pagamento della Tari le superfici che producono rifiuti urbani, come gli uffici, le mense/ refettori e i servizi igienici.
Nel corso dei confronti con le Amministrazioni Comunali, a seguito dell’approvazione dei nuovi regolamenti TARI che dovevano recepire tali novità, è emerso tuttavia che da queste previsioni normative erano state escluse le attività di produzione del settore artigianale.
Nonostante che il Ministero della Transizione Ecologica, con una propria circolare, abbia chiarito non vi è distinzione di appartenenza a specifici settori, confermando di fatto la tesi sollevata da CNA e Confartigianato, non si è riusciti a trovare con i Comuni della nostra Provincia né sul piano tecnico, né sul piano politico una posizione comune, che tutelasse in qualche modo il mondo artigianale, il quale si ritroverà, nella pratica, a dover pagare la TARI ma senza la possibilità di poter usufruire del servizio pubblico. In buona sostanza le imprese artigiane dovranno pertanto pagare due volte e cioè lo smaltimento in proprio dei rifiuti speciali prodotti e la Tari, ed in alcuni casi, senza poter usufruire di alcun tipo di agevolazione per il recupero dei rifiuti riciclabili.
Di fronte ad una simile situazione, che comporta un aumento notevole di costi da parte delle aziende ed un incremento delle problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti, Confartigianato e CNA nell’ambito delle loro attività di rappresentanza, svolgeranno tutte le azioni possibili per la tutela delle imprese associate segnalando lo stato di profondo disagio e di grave penalizzazione che le stesse subiranno nel momento in cui verranno applicati in maniera restrittiva i regolamenti TARI attualmente vigenti.
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