«Jova Beach Party primo di una serie di eventi? Riparliamone, non tutti hanno gioito» | la CRONACA di RAVENNA

«Jova Beach Party primo di una serie di eventi? Riparliamone, non tutti hanno gioito»

Alvaro Ancisi (LpRA) sottolinea i costi del Comune, quindi dei ravennati, «tuttora artificiosamente nascosti», quelli «per i mille agenti delle forze dell'ordine», le carenze di parcheggi, navetti, bus «anche per il loro uso normale»

12 luglio 2022 - Lista per Ravenna non ha difficoltà a riconoscere che l'organizzazione del Jova Beach Party a Marina di Ravenna è stata complessivamente soddisfacente. «Ma ciò non legittima entusiasmi oltre misura, fino a dire - parole del sindaco - che "quell'area si presta" a ripeterne più volte l'esperienza con altre diverse manifestazioni, quasi perché diventino ricorrenti», commenta Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale.

«Gli abitanti e le attività ordinarie, anche turistiche, di Marina di Ravenna e oltre - aggiunge - non ne hanno tutte gioito, come pure la fauna delle aree pinetate protette contigue all'evento. Mille agenti delle forze dell'ordine non sono disponibili tutti i giorni. Sono stati sicuramente ragguardevoli i costi diretti e indiretti dell'apparato pubblico complessivo.
Quelli notevoli del Comune, a carico dell'intera comunità ravennate, sono tuttora artificiosamente nascosti nelle pieghe amministrative ordinarie dei numerosi servizi coinvolti, nulla essendone stato definito, come doveroso, negli atti della "compartecipazione" economica all'impresa: perché non si dicono e perché nessuno li chiede?».

Ancisi riconosce che «il pubblico di Jova è tra i più rispettosi e responsabili, in confronto a quello più esplosivo di altro genere di grandi eventi all'aperto. Lo spettacolo è stato di alto livello e gratificante, cosicché tutti gli spettatori hanno potuto goderne serenamente. Gli organizzatori del Jova Beach sono stati molto professionali e puntuali nei loro complessi e molteplici impegni. Ma non sempre gli avvenimenti a rischio, anche perfettamente preordinati e gestiti, escono indenni dagli imprevisti e dalle calamità».

Ma sulla viabilità dice che «è andato tutto bene per chi è arrivato sul posto a piedi o in bicicletta, giacché il piano della viabilità e della mobilità è stato impostato bene e non erano pochi gli agenti incaricati di farlo rispettare. Meno bene (o male) per chi si è affidato ai navetti o al trasporto pubblico, competenza specifica del Comune. Il parcheggio scambiatore di via Trieste ha mostrato carenze che sarebbe necessario rimediare anche per il suo uso normale».

Per questi motivi sostiene «dovremo dunque riparlarne, sempre con lo stesso spirito critico, com'è dovere dell'opposizione, ma non distruttivo, e anzi costruttivo. Pazienza per quei pochi che non capiscono o non vogliono capire, trovando facile sfogarsi tra loro sui social. Siamo largamente blindati di fronte all'ignoranza, ne abbiamo fatto sempre a meno e non ce ne preoccupiamo. È il nostro distintivo. Diamo fastidio al pensiero unico.

Ed è per questo che non ci esimiamo dall'esprimere una riflessione a latere del Jova Beach. Visto che nell'occasione il sindaco ha messo in campo con successo, piedi a terra, 250 agenti della Polizia Locale che da lui dipende, ne basterebbe un quinto sui punti più pericolosi o caotici della viabilità comunale, nei giorni e nelle ore giuste, perché vi fossero più ordine e sicurezza e meno inquinamento e consumo di carburante sulle nostre strade, oltretutto non messe proprio bene».

«Uno spirito critico - sottolinea - che è coerente col ruolo ricoperto da Lista per Ravenna prima del concerto, non di opposizione pregiudiziale verso la manifestazione, bensì di segnalazione, uno per uno, dei problemi di sicurezza, ordine pubblico, viabilità e di impatto antropico e ambientale indubbiamente esistenti (questi ultimi particolarmente delicati), nonché di sollecitazione alle autorità affinché predisponessero i piani e gli adempimenti atti a risolverli o almeno ad alleviarli. Tutto ciò fin dal 21 aprile quando nessuna forza politica aveva mostrato di occuparsene e tanto meno di preoccuparsene. Ma poi, di fatto, abbiamo collaborato a questo fine, grazie soprattutto ai contatti diretti mantenuti di persona col prefetto e col comandante della Polizia Locale, che hanno raccolto puntualmente e lodevolmente ogni nostra indicazione».


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