La Uil proclama lo stato di agitazione nei confronti dell'Ausl Romagna | la CRONACA di RAVENNA

La Uil proclama lo stato di agitazione nei confronti dell'Ausl Romagna

"Manca un piano organico per la futura sanità regionale: rigettiamo ampliamenti della quota di sanità gestita privatamente"

18 giugno 2022 - Le segreterie UIL FPL di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini in mattinata hanno dichiarato lo stato di agitazione nei confronti dell’azienda AUSL della Romagna aderendo e condividendo appieno le ragioni della vertenza regionale sulla sanità lanciata nei giorni scorsi dal segretario della Uil Emilia Romagna e Bologna Giuliano Zignani.

Negli ultimi mesi infatti "si osservano palesi criticità nella gestione del Servizio sanitario regionale, con possibili ricadute negative nei confronti dei servizi offerti alle collettività locali, a partire dall’evidente aumento dei tempi di attesa per prestazioni specialistiche e interventi chirurgici".

La UIL FPL ritiene necessario valorizzare "le risorse umane al fine di ottenere il miglior risultato in termini di applicazione dei diritti contrattuali e dei bisogni dei cittadini anche attraverso politiche di assunzione. Situazione che, allo stato attuale, fa sì che nonostante i continui proclami della Regione, nell’ambito dell’AUSL della Romagna il personale continui a surrogare con il proprio lavoro le carenze di programmazione della Regione e della stessa Azienda;
Perché dichiarare ora uno stato di agitazione?".

Da mesi registriamo "una crescente e diffusa difficoltà nella gestione del personale ancora legata a logiche prettamente emergenziali che difficilmente possono essere considerate condivisibili. Uno stato di cose che ha dirette ricadute sulle migliaia di dipendenti dell’azienda ed i relativi servizi. Tra le varie situazioni vi è certamente una diffusa criticità legata alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro rispetto ad un corretto utilizzo di istituti come le ferie che diventano sempre più incerte per tanti dipendenti".

La gestione a rilento delle mobilità all’interno dell’azienda, dove sono scadute buona parte delle graduatorie. Una situazione quest’ultima ovviamente aggravata dalla grande estensione territoriale aziendale e dal forte aumento del costo dei carburanti.

Carichi di lavoro importanti gravati ulteriormente dalla "mancanza di chiarezza e risposte rispetto a dotazioni organiche e turn over che non possono essere riportati ad una situazione pre-pandemia. La mancata sostituzione, promessa dall’azienda, del personale assente o sospeso per inadempienza degli obblighi vaccinali.
Quanto sopra rappresentato - insieme ad altre situazioni integralmente riportate nella comunicazione ufficiale - se da un lato rappresentano scelte non condivise di una Direzione, dall’altro sono certamente il frutto di un contesto più ampio nel quale si inserisce proprio la Vertenza Sanità.

Il sistema pubblico al momento sottofinanziato, e tale situazione unita alla mancanza di un preciso e organico piano per la futura sanità regionale rappresenta un quadro molto preoccupante.
Per la Uil la nostra sanità deve continuare ad essere in mano alla cosa pubblica, perciò rigettiamo ogni velleità legata a un ampliamento della quota di sanità gestita privatamente".


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