Educatori, «il Comune non garantisce un adeguato riconoscimento al loro lavoro» | la CRONACA di RAVENNA

Educatori, «il Comune non garantisce un adeguato riconoscimento al loro lavoro»

La protesta di Cgil, Cisl e Uil contro le nuove gare d'appalto pubblicate, che «per l'ennesima volta non recepiscono le richieste che da anni avanziamo»

06 giugno 2022 - «Ancora una volta le organizzazioni sindacali constatano l’agire contradditorio e incoerente del Comune di Ravenna che, a fronte di servizi di qualità, non garantisce un adeguato riconoscimento in termini di diritti, tutele e condizioni di lavoro dignitose nei confronti degli/lle educatori/trici in appalto».
È questa la protesta condivisa dai sindacati di categoria di Cgil (Sara Massaroli), Cisl (Laura Chiarini) e Uil (Leonardo Morelli e Luca Poggiali), che sottolineano come il bando per i servizi educativi non tenga conto delle rinnovate richieste di Cgil-Cisl e Uil al Comune di Ravenna in ottemperanza al Protocollo d’intesa fra Regione Emilia Romagna e organizzazioni sindacali regionali.

In particolare, le nuove gare riguardano la gestione integrata dei servizi educativi di inclusione prescolastica, scolastica ed extrascolatica dei/delle bambini/e e degli/delle alunni/e con disabilità, dei servizi di pre e post scuola e dei servizi di vigilanza e sicurezza sulle linee di trasporto scolastico e di trasporto pubblico e appalto dei servizi di gestione di nidi d'infanzia comunali (Darsena, Marina di Ravenna, Orsa Minore, Sant'Antonio, Sira, Il Riccio, L'Era dei Bimbi), del polo per l'infanzia Mani Fiorite, dei servizi integrativi al nido d'infanzia spazio bambini Tanti Bimbi presso il Polo Lama Sud, dei centri ricreativi estivi di nidi e materne.

«Queste gare pubblicate dal Comune di Ravenna, per l'ennesima volta non recepiscono le richieste che da anni avanziamo nei tavoli di confronto preposti e in tutte le occasioni formali e informali, finalizzate a garantire il corretto inquadramento degli educatori impiegati, e il riconoscimento del pasto agli educatori e ausiliari insieme ai bambini, quale importante momento educativo volto a una sana e corretta alimentazione.
Queste richieste sono state inserite anche all’interno di un verbale di riunione con il Comune a marzo 2022», dichiarano i sindacati.

Le richieste si riferiscono al riconoscimento del corretto livello di inquadramento D2 di educatori ed educatrici, così come previsto dal contratto nazionale di lavoro delle Cooperative sociali applicato dalle Cooperative concorrenti; al valore della compresenza del personale educativo e all'introduzione del pasto per ausiliarie ed educatrici già contemplati tra i momenti educativi più importanti per bambini e bambine anche all'interno del progetto pedagogico dei servizi del Comune di Ravenna e come riportato nel Piano di offerta formativa del Comune stesso.
«Sarebbe stato auspicabile, ad esempio, fra le proposte di azioni migliorative il riconoscimento del pasto al personale, ritenuto un diritto da parte delle organizzazioni sindacali e un ulteriore passo avanti nella qualità dei servizi offerti dal Comune», affermano i sindacati.

Cgil, Cisl e Uil evidenziano inoltre «la forte contraddizione tra un Comune all’avanguardia sui temi dell'infanzia come quello di Ravenna e la definizione di “Assistente all’infanzia con funzioni educative” riportata nel capitolato di gara per i nidi».
«Il personale educativo di questi servizi - dicono - rispetta i requisiti previsti dalla delibera regionale ed è quindi riconducibile nel ruolo di educatore/educatrice a tutti gli effetti:infatti l'adeguamento dell'inquadramento al livello D2 per tutti gli/le educatori/trici ancora oggi inquadrati/e al livello D1, è da anni richiesto per i /le dipendenti delle Cooperative Sociali sia nella funzione di appoggio scolastico che in quella di educatori/trici di nidi.
Questo riconoscimento è volto a valorizzare le professionalità e i percorsi formativi e a restituire ai/alle lavoratori/trici la giusta dignità professionale oltre al corretto corrispettivo economico».

Le organizzazioni sindacali «ritengono inoltre che fosse necessario inserire nel bando dei servizi nido un vincolo della compresenza fra educatori/trici, a prescindere dal numero di bambini presenti. L’assenza di questa previsione costringe gli educatori/trici ad allontanarsi dal servizio in caso di calo di bambini presenti in sezione/scuola generando così ore negative nella propria banca ore, che dovrà poi essere recuperata e/o a svolgere le proprie ore presso altri plessi, svalorizzando così il personale in forza».
Allo stesso modo questa previsione è ritenuta necessaria per gli educatori dell’appoggio scolastico, così come previsto nella sperimentazione del progetto “Educatore di Plesso” fortemente voluto dai sindacati, che prevede la permanenza dell’educatore di appoggio scolastico all’interno della scuola/classe/plesso «per non perdere le ore ogni volta che il bambino assegnato è assente e garantendo supporto di ore di gestione per il bambino stesso o per la realtà dove l’educatore è coinvolto, rendendolo sempre più una figura di riferimento, inserita nel contesto scolastico come il resto del corpo docente».

Per questi motivi i sindacati «esprimono il proprio disappunto in quanto per l’ennesima volta l’Amministrazione comunale non prevede di mantenere l’alto valore, anche etico, dei servizi all’infanzia adottando tutte le misure possibili per evitare un arretramento della qualità dei servizi che passa anche dalla qualità del lavoro di chi li garantisce».


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