Sportelli bancari spariti, la situazione in Romagna. Studio della Cisl | la CRONACA di RAVENNA

Sportelli bancari spariti, la situazione in Romagna. Studio della Cisl

A Ravenna nel periodo 2008-2020 sono stati tagliati 98 sportelli. Disagi per le fasce più deboli, come gli anziani

01 dicembre 2021 - Uno studio della First Cisl Romagna evidenzia la "desertificazione degli sportelli bancari" nel territorio romagnolo. “Il 2008 è stato l’anno in cui in tutta Italia, si è registrato il numero più alto di sportelli bancari con 5922 comuni serviti e 34 mila sportelli - afferma Stefano Manzi, confermato segretario generale della FIRST CISL Romagna, affiancato da Roberta Scarpellini e Valentina Brandi -. Nel periodo 2008–2020 si è registrato un calo complessivo di 10.658 sportelli bancari con ulteriori 1.717.369 abitanti che sono rimasti sprovvisti di sportello nel comune di residenza. Il numero di comuni “debancarizzati” è stato di ulteriori 820 comuni, ma è chiaro che non vengono conteggiate le frazioni e i piccoli nuclei che sono comunque rimasti privi di servizio”.

La Regione Emilia-Romagna registra un andamento evidente del fenomeno della “desertificazione” degli sportelli bancari. Dai 3.603 sportelli del 31 dicembre 2008 si è scesi a 2.369 del 2020, con un calo del -34,25%, contro il -31,22% della media nazionale. In regione sono stati chiusi 1.234 sportelli.
I comuni serviti da almeno una banca in Emilia-Romagna hanno avuto contrazione molto meno accentuata rispetto alla media nazionale, dai 330 del 31 dicembre 2008 si è calati a 317 del 31 dicembre 2020, registrando una diminuzione di 13 comuni, pari al -3,94%, rispetto al -13,85% della media nazionale.

In Romagna tra il 2008 e il 2020 è la provincia di Forlì Cesena quella che registra un calo maggiore, 131 sportelli nel pari al -36,29%, seguita dalla provincia di Rimini con un calo di 100 sportelli pari al -33,56% e Ravenna che registra un calo di 98 sportelli nel periodo considerato, pari al -28,82%.
Per quanto riguarda la provincia di Forlì Cesena, sono due i comuni non più serviti da sportelli bancari la diminuzione dei comuni serviti nel periodo considerato, Borghi e Portico San Benedetto, pari al -6,67%.
A Ravenna invece tutti i comuni confermano la presenza di sportelli nel loro territorio e la provincia di Rimini, grazie all’annessione di 7 comuni nel 2009 prima appartenenti a Pesaro Urbino, ha visto incrementato il numero di sportelli bancari di una unità.

Nella provincia di Ravenna, nel periodo 2008-2020 si è verificata una diminuzione di 98 sportelli. La principale contrazione è avvenuta nei comuni di Faenza (18) e Ravenna (36) e, in maniera più contenuta, nei comuni con un numero limitato di abitanti. In tutti i comuni della provincia sono presenti sportelli bancari. Nella intera provincia il valore medio di abitanti per sportello è pari a 1.596 unità.

Nella provincia di Forlì-Cesena
, nel periodo 2008-2020 si è verificata una diminuzione di 131 sportelli.
La principale contrazione è avvenuta nei comuni di Cesena (35) e Forlì (45) e, in maniera più contenuta, nei comuni con un numero limitato di abitanti. Due comuni non vedono più la presenza bancaria: Borghi (2.886 abitanti) e Portico e San Benedetto (745 abitanti). Nell’intera provincia il valore medio di abitanti per sportello è pari a 1.626 unità.

Nella provincia di Rimini
nel periodo 2008-2020 si è verificata una diminuzione di 117 sportelli.
La principale contrazione è avvenuta nel comune di Rimini (57) e, in maniera più contenuta, nei comuni con un numero limitato di abitanti.
Ai 3 comuni già sprovvisti di sportello: Maiolo (784), Montegridolfo (988) e Talamello (1.073) nel periodo 2008 – 2020 hanno perso lo sportello bancario anche i comuni di Gemmano (1.113), Montecopiolo (1.066) e Sassofeltrio (1.349).
La fusione dei comuni di Montescudo e Monte Colombo fa diminuire il numero dei comuni. Inoltre, dal 15 agosto 2009, 7 comuni della Valmarecchia sono passati dalla provincia di Pesaro e Urbino alla provincia di Rimini.
Questa operazione porta il numero puntuale degli sportelli in provincia di Rimini a 315 nel 2008, mentre nella tabella Banca d’Italia ne sono riportati 298 in quanto il dato è rimasto statico e non è stato aggiornato. Nella intera provincia il valore medio di abitanti per sportello è pari a 1.707 unità.

“La riduzione dei servizi bancari - afferma il segretario generale della First Cisl Romagna Stefano Manzi - crea numerosi problemi alle fasce sociali più deboli, soprattutto alla clientela più anziana che è meno abituata ad utilizzare servizi on-line e necessitano quindi di assistenza e consulenza. Le banche hanno proceduto negli anni ad una chiusura massiccia anche di filiali che producono reddito, con la conseguente perdita di posti di lavoro, il tutto per perseguire ossessivamente la riduzione dei costi”.
“A parere di First Cisl le riorganizzazioni - conclude Stefano Manzi - oltre a generare soppressione di filiali, privano i territori dei centri decisori, visto che due delle principali banche del territorio (Crc e Carim) sono state acquisite da una multinazionale francese (Crédit Agricole), Credito di Romagna è passata in mani cinesi (SC Lowy) e le banche di Credito Cooperativo si stanno via via accorpando tra loro, abbandonando in alcuni casi l’ambito in cui erano nate”.

“Il ruolo del sistema bancario - dichiara Sabrina Brezzo segretaria della First Cisl nazionale intervenuta al congresso romagnolo - si è rivelato centrale nel momento più difficile della pandemia a sostegno delle imprese, grazie all’erogazione di oltre 209 miliardi attraverso il fondo di garanzia PMI gestito da Medio Credito Centrale, dimostrando quanto sia centrale il ruolo che le banche pubbliche possono svolgere nel Paese, se coordinato dai decisori pubblici con le finalità più alte di stabilità e sviluppo virtuoso e se messo nella corretta interrelazione con il sistema privato.
È quindi quanto mai necessaria la difesa del sistema bancario e finanziario dalle spinte che lo vorrebbero unicamente concentrato solo su grandi gruppi a capitale privato e completamente autonomo dal pubblico interesse e dall’economia reale, ma anche reindirizzare le attività alla piena coerenza con i dettati costituzionali di tutela del risparmio e di coordinamento dell’attività del credito”.

“Ma abbiamo bisogno - conclude la segretaria Brezzo - di un ulteriore cambio di passo: il piano di ripresa e resilienza avrà certamente bisogno di un sistema finanziario che accompagni i progetti ma anche di un indirizzo strategico forte da parte del sistema pubblico per rendere questa incredibile occasione di rilancio del Paese una nuova stagione di crescita inclusiva e di distribuzione più equa delle ricchezze e delle possibilità, con pari opportunità di accesso all’istruzione, al lavoro e ai servizi”.


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