CONCESSIONI/ Le imprese: «Serve una riforma, non un colpo di spugna» | la CRONACA di RAVENNA

CONCESSIONI/ Le imprese: «Serve una riforma, non un colpo di spugna»

I balneari chiedono che sia tutelata ogni forma di investimento e di valorizzazione del bene demaniale in concessione

10 novembre 2021 - Le reazioni dei rappresentanti delle imprese balneari, Maurizio Rustignoli della Confesercenti e Bruno Borghetti della Cna, sulla decisione del Consiglio di Stato che ha stabilito la proroga delle concessioni demaniali marittime solo fino al 31 dicembre 2023.

“Un intervento dirompente, un terremoto che ha gettato nell’incertezza più profonda 30mila imprese, per lo più familiari, che oggi si trovano di fronte alla prospettiva di essere private del loro lavoro e di quanto hanno costruito nel tempo. Chiediamo al Governo di aprire urgentemente un tavolo di confronto con i rappresentanti delle attività balneari”, commenta Rustignoli.

“Imporre un termine così vicino creerà il caos - afferma - e farà crollare gli investimenti. Il settore e le famiglie che vivono di questo lavoro avrebbero invece bisogno di chiarezza e di stabilità. Dovrebbero poter sapere domani quello che accadrà fra due anni, non vivere nell’incertezza. Inoltre, troviamo sconcertante che la sentenza sia entrata nel merito della durata dei titoli concessori: questo è un tema di competenza del legislatore, non dei giudici amministrativi”.

“C’è bisogno di trovare una soluzione che garantisca la continuità e la tutela del lavoro di operatori e dipendenti. Serve una riforma, non un colpo di spugna. La stessa sentenza de Consiglio di Stato - conclude Rustignoli - prevede un indennizzo per gli attuali concessionari e il riconoscimento alla professionalità. Sono due elementi imprescindibili per procedere a una riforma organica del settore. Fiba Confesercenti, insieme alle altre associazioni di rappresentanza del settore, saranno a fianco delle oltre 30 mila imprese familiari che hanno investito ingenti risorse e lavorano nel settore turistico balneare, mettendo in campo tutte le azioni necessarie per garantire la continuità e la tutela del lavoro di operatori e dipendenti”.

“È di massima urgenza - dichiara Borghetti - che Governo e Parlamento approvino una riforma del demanio individuando il giusto equilibrio tra i principi della concorrenza e la doverosa tutela degli investimenti e degli interessi dei concessionari uscenti. La sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito come le concessioni balneari debbano essere riassegnate entro due anni al massimo tramite gare pubbliche, non tiene conto di una legge approvata dal Parlamento in materia di prolungamento delle concessioni".

“Occorre scongiurare – prosegue Borghetti - un pesante impatto sociale ed economico su 30mila imprese balneari italiane, e sul loro indotto, che rischiano di essere messe in liquidazione dopo importanti investimenti ancora da ammortizzare per realizzare un’offerta di servizi turistici balneari di alta qualità, capace di attirare clienti e turisti responsabili e di alta gamma, un’esperienza quasi unica nel contesto europeo”.


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