Torna il progetto “Ancora in campo” contro lo sfruttamento e il lavoro in nero | la CRONACA di RAVENNA

Torna il progetto “Ancora in campo” contro lo sfruttamento e il lavoro in nero

Laura Mazzesi, segretaria generale della Flai Cgil Ravenna: “La nostra sarà un’azione capillare sul territorio per assistere i lavoratori agricoli e informarli dei loro diritti”

09 luglio 2021 - La Flai Cgil di Ravenna, insieme al Coordinamento immigrati di categoria, nei prossimi giorni proseguirà il progetto di sindacato di strada, attraverso l’iniziativa “Ancora in campo”, inaugurata nel 2018 dalla Flai sotto la guida dell’allora segretario generale Raffaele Vicidomini e forzatamente sospesa a causa della pandemia.

L’attenta mappatura - che la Flai ha costruito insieme all’Ufficio studi e ricerche della Cgil di Ravenna - prospetta un articolato itinerario nelle colline faentine, da cui il sindacato di categoria partirà per diffondere le informazioni e per far conoscere i diritti contrattuali, anche alla luce del rinnovo del contratto provinciale degli agricoli privati firmato lo scorso 17 maggio.

“Siamo ancora di fronte a una situazione che evidenzia molte ombre – commenta Laura Mazzesi, segretaria generale della Flai Cgil Ravenna -. Gli elenchi anagrafici agricoli del 2020 indicano che il settore in provincia di Ravenna ha occupato 15.749 operai agricoli a tempo determinato (i cosiddetti lavoratori avventizi).
L’analisi svolta sull’incidenza dell’occupazione straniera nel settore dimostra che oltre il 50% dei lavoratori è di origine straniera; oltre il 34% dei lavoratori stranieri è in regola per meno di 50 giorni e oltre il 16% è in regola da 1 a 10 giorni.
L’analisi rafforza il sospetto di irregolarità nel settore anche nella nostra provincia. I lavoratori sono possibili vittime di sfruttamento e perdono diritti previdenziali e assistenziali fondamentali, come la copertura di malattia e infortunio, la maternità, la disoccupazione agricola, la pensione.
Il fenomeno crea, inoltre, una concorrenza spietata tra aziende virtuose che rispettano le clausole sociali, alcune iscritte anche alla Rete del Lavoro di qualità in agricoltura, e quelle che evadono le applicazioni contrattuali”.

La preoccupazione è anche rivolta alla situazione di crisi in cui versa il settore, specie per l’ortofrutta romagnola, a causa degli eventi calamitosi che hanno danneggiato le colture del nostro territorio. La cimice asiatica nel 2019, la siccità e le gelate tardive nel 2020, seguite da ulteriori gelate tardive nel 2021, hanno recato ingenti danni alle coltivazioni e una crescita tardiva alle colture vegetali.

Queste calamità, tradotte in lavoro, nel 2020 hanno significato una grave perdita di giornate nella nostra regione (253.061 giornate in meno rispetto al 2019) e la sola provincia di Ravenna ha subito un calo di 193.000 giornate (pari al 76% della perdita complessiva registrata a livello regionale). Purtroppo le previsioni per l’anno in corso sono altrettanto preoccupanti.

“E’ inaccettabile – commenta Laura Mazzesi – che di fronte alle ombre del settore in termini di legalità e alla crisi che ha colpito le aziende e di conseguenza i lavoratori, ci sia ancora chi sostiene che la soluzione al problema si debba individuare attraverso provvedimenti che riducano fortemente il costo del lavoro”.

La Flai Cgil di Ravenna, attraverso il progetto “Ancora in campo”, intende raggiungere il maggior numero di lavoratori che, principalmente per motivi di paura e per assenza di qualsiasi mezzo, non riescono a chiedere assistenza e a conoscere i loro diritti contrattuali. La Flai Cgil vuole rivendicare la loro dignità, così come previsto anche dalla Costituzione.

“Oltre alle giornate nelle campagne ravennati - conclude Laura Mazzesi - da quest’anno partiremo con un altro progetto a sostegno del lavoro che coinvolgerà Seck Alassane, delegato Rsu e responsabile del Coordinamento Immigrati per la Flai Cgil di Ravenna. Alassane, militante in Cgil da molti anni, entrerà in categoria per occuparsi dell’accoglienza dei lavoratori agricoli immigrati con l’obiettivo di diffondere maggiormente, tra i lavoratori agricoli, la conoscenza dei diritti e dei servizi all’immigrazione che offre la Cgil”.


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