Vaccini, i sindacati: "Non dimentichiamo i lavoratori dei supermercati e del commercio" | la CRONACA di RAVENNA

Vaccini, i sindacati: "Non dimentichiamo i lavoratori dei supermercati e del commercio"

Non condividono completamente la scelta di vaccinare gli oltre 40mila addetti del turismo, tutte le attività a contatto con il pubblico sono a rischio contagio

24 maggio 2021 - "È sicuramente importante la scelta della Regione Emilia-Romagna di dare il via alla vaccinazione degli oltre 40 mila addetti di stabilimenti balneari e termali, alberghi, campeggi, villaggi turistici e parchi tematici. Il turismo infatti è un settore strategico per l’economia emiliano-romagnola e fortemente colpito dalla crisi pandemica, per cui si comprende la necessità di attivarsi rapidamente in questa direzione anche allo scopo di mettere in sicurezza gli addetti e i turisti.

Non possiamo però condividere completamente questa scelta. Da una parte condividiamo alcune priorità, come la vaccinazione dei marinai di salvataggio (da noi sempre sostenuta), dove ci troviamo per giunta in ritardo poiché il personale entrerà in servizio sabato prossimo. Dall’altro non comprendiamo l’esclusione dal piano vaccinale dei tanti addetti dell’indotto turistico, come chi lavora nei bar, nei ristoranti o nelle attività commerciali", dichiarano i rappresentanti delle categorie regionali del terziario Filcams Cgil Paolo Montalti, Fisascat Cisl Malgara Cappelli, UilTucs Aldo Giammella.

"Soprattutto riteniamo davvero incomprensibile l’esclusione delle cassiere e dei cassieri, delle commesse e dei commessi dei supermercati alimentari. Si tratta di lavoratrici e lavoratori che hanno avuto un ruolo fondamentale per tutta la durata dell’emergenza pandemica in attività che non sono mai state chiuse. Con il loro indispensabile lavoro hanno garantito l’approvvigionamento di beni essenziali quali sono i generi alimentari.

Ancora una volta - concludono - lavoratrici e lavoratori dei supermercati e del commercio, in generale, vengono dimenticati. Noi lo consideriamo un grave errore e per questo auspichiamo che la Regione Emilia-Romagna si attivi al più presto per porre rimedio. Tutte le attività lavorative a contatto con il pubblico e la clientela sono considerate dall’Inail a rischio contagio. Risulterebbe quindi profondamente sbagliato nonché inutile creare delle differenze tra i lavoratori e le lavoratrici impiegati in questi settori".


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