Economia
Opere pubbliche in edilizia: "Prima le aziende del territorio"
Le parti sociali invitano i Comuni a introdurre nuovi criteri nel rispetto delle leggi
18 marzo 2021 - Fare in modo che i fondi investiti in opere pubbliche rimangano nel territorio ravennate. E’ questo l’obiettivo delle parti sociali del settore edile (Ance Romagna, Cna costruzioni Ravenna, Anaepa Confartigianato Ravenna, Lega Coop Romagna, Agci Emilia Romagna, Confcooperative Romagna, Feneal Uil Ravenna, Filca Cisl Romagna, Fillea Cgil Ravenna) che si richiamano al Protocollo Appalti siglato nel mese di giugno 2020, per avanzare “proposte concrete per aprire un confronto con i Comuni della provincia.
L’obiettivo è quello di modificare i regolamenti dei bandi di gara, per definire regole utili all’economia locale, alla buona e veloce esecuzione dei lavori, alla regolarità, alla legalità ed al completo rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro per gli appalti di opere e lavori del settore edile nella fascia tra 150mila euro e 1 milione.
Nella selezione degli operatori nelle procedure negoziate, le parti sociali “ritengono opportuno valorizzare criteri che, in ottemperanza alle norme e alla eseguibilità del progetto di opera pubblica, permettano la partecipazione delle imprese piccole o medie tipologia molto diffusa nel territorio ravennate”.
Un primo criterio di suddivisione con ripartizione percentuale territoriale “tra coloro che hanno inviato manifestazione di interesse (una prima percentuale considerevole, es. superiore al 60%, potrebbe utilizzare il criterio della sede legale in provincia di Ravenna e/o l’iscrizione da almeno 6 mesi con regolarità nei versamenti alla Cassa Edile di Ravenna, una seconda percentuale, ad esempio almeno il 20%, ad altre aziende con sede legale in Emilia Romagna e/o l’iscrizione da almeno 6 mesi con regolarità nei versamenti alla Cassa Edile della provincia di appartenenza, infine una terza percentuale, ad esempio inferiore al 20% alle altre imprese del territorio nazionale)”.
Altri criteri da prendere in considerazione potrebbero essere la prossimità operativa dell’impresa (30/50 chilometri) dalla sede della stazione appaltante, e comunque entro distanze ritenute congrue con l’importo della gara; obbligo di sopralluogo da parte di persona qualificata per la redazione dell’offerta e che sia in carico all’organico dell’impresa stessa; specializzazione dell’impresa nell’esecuzione di lavori pubblici analoghi a quelli oggetto di gara attraverso la valutazione della sua adeguatezza alla natura, tipologia e durata dei lavori; premialità dell’azienda che svolge il lavoro con proprio personale dipendente subordinato senza dovere ricorrere a sub appalto; reputazione dell’impresa dimostrata con la certificazione dei lavori già eseguiti per il medesimo committente e l’iscrizione presso elenchi di merito, white list e/o anagrafe degli esecutori; premialità per la corretta applicazione delle normative sulla salute e sicurezza sul lavoro con la verifica degli indici infortunistici nel biennio precedente; premialità per le aziende che applicano, senza irregolarità elevate formalmente dagli organi di controllo, i Contratti di lavoro nazionali e/o territoriali sottoscritti dalle OO.SS. maggiormente rappresentativi nel territorio.
“In questo modo – commentano le parti sociali - i criteri sarebbero chiari e inoppugnabili, si favorirebbe la partecipazione delle imprese del territorio senza snaturare i principi di concorrenza e rotazione, seguendo altresì le linee dettate dal Consiglio di Stato la suddivisione sarebbe applicabile alla fase della manifestazione d’interesse a cui seguirebbe poi una procedura aperta così da consentire la partecipazione a tutte le imprese interessate”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
L’obiettivo è quello di modificare i regolamenti dei bandi di gara, per definire regole utili all’economia locale, alla buona e veloce esecuzione dei lavori, alla regolarità, alla legalità ed al completo rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro per gli appalti di opere e lavori del settore edile nella fascia tra 150mila euro e 1 milione.
Nella selezione degli operatori nelle procedure negoziate, le parti sociali “ritengono opportuno valorizzare criteri che, in ottemperanza alle norme e alla eseguibilità del progetto di opera pubblica, permettano la partecipazione delle imprese piccole o medie tipologia molto diffusa nel territorio ravennate”.
Un primo criterio di suddivisione con ripartizione percentuale territoriale “tra coloro che hanno inviato manifestazione di interesse (una prima percentuale considerevole, es. superiore al 60%, potrebbe utilizzare il criterio della sede legale in provincia di Ravenna e/o l’iscrizione da almeno 6 mesi con regolarità nei versamenti alla Cassa Edile di Ravenna, una seconda percentuale, ad esempio almeno il 20%, ad altre aziende con sede legale in Emilia Romagna e/o l’iscrizione da almeno 6 mesi con regolarità nei versamenti alla Cassa Edile della provincia di appartenenza, infine una terza percentuale, ad esempio inferiore al 20% alle altre imprese del territorio nazionale)”.
Altri criteri da prendere in considerazione potrebbero essere la prossimità operativa dell’impresa (30/50 chilometri) dalla sede della stazione appaltante, e comunque entro distanze ritenute congrue con l’importo della gara; obbligo di sopralluogo da parte di persona qualificata per la redazione dell’offerta e che sia in carico all’organico dell’impresa stessa; specializzazione dell’impresa nell’esecuzione di lavori pubblici analoghi a quelli oggetto di gara attraverso la valutazione della sua adeguatezza alla natura, tipologia e durata dei lavori; premialità dell’azienda che svolge il lavoro con proprio personale dipendente subordinato senza dovere ricorrere a sub appalto; reputazione dell’impresa dimostrata con la certificazione dei lavori già eseguiti per il medesimo committente e l’iscrizione presso elenchi di merito, white list e/o anagrafe degli esecutori; premialità per la corretta applicazione delle normative sulla salute e sicurezza sul lavoro con la verifica degli indici infortunistici nel biennio precedente; premialità per le aziende che applicano, senza irregolarità elevate formalmente dagli organi di controllo, i Contratti di lavoro nazionali e/o territoriali sottoscritti dalle OO.SS. maggiormente rappresentativi nel territorio.
“In questo modo – commentano le parti sociali - i criteri sarebbero chiari e inoppugnabili, si favorirebbe la partecipazione delle imprese del territorio senza snaturare i principi di concorrenza e rotazione, seguendo altresì le linee dettate dal Consiglio di Stato la suddivisione sarebbe applicabile alla fase della manifestazione d’interesse a cui seguirebbe poi una procedura aperta così da consentire la partecipazione a tutte le imprese interessate”.
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