Economia
La protesta della Cna contro la chiusura dei servizi alla persona. Ingiusta e alimenta il lavoro nero
Zattini e Capriotti di CNA Benessere e Sanità Ravenna: sbagliato penalizzare chi rispetta tutti i protocolli anti-Covid; necessari controlli minuziosi e ristori automatici
![La protesta della Cna contro la chiusura dei servizi alla persona. Ingiusta e alimenta il lavoro nero](/file/articoli/th/articoli_3735.jpg)
09 marzo 2021 - "E' sbagliata la scelta fatta nell’ultimo Dpcm di escludere i servizi alla persona (acconciatura, estetica e similari) dalla possibilità di rimanere aperti anche in zona rossa, ovviamente dove scrupolosamente rispettosi dei protocolli di sicurezza validati anche dalle autorità sanitarie".
Protesta la Cna Benessere e Sanità di Ravenna, che ha riunito ieri d’urgenza il suo Consiglio territoriale.
"I risultati dell’ultima indagine INAIL confermano, se ancora ve ne fosse bisogno, che centri e saloni non sono mai stati una fonte diretta di contagio e gli stessi titolari sono andati incontro volontariamente a enormi spese aggiuntive – non riconosciute sufficientemente nei decreti di ristoro – per garantire il lavoro e la sicurezza di dipendenti e clienti".
“Il tema della lotta alla pandemia è stato e sarà sempre per noi prioritario – afferma Roberto Zattini presidente di CNA Benessere e Sanità Ravenna - e nonostante i numeri ci diano ragione, non viene riconosciuto questo sforzo; per questo appare incomprensibile e priva di motivazioni oggettive l’esclusione dei servizi alla persona dal novero dalle attività di servizio aperte anche in zona rossa”.
“Oltre a una chiusura che non ha reali ragion d’essere siamo molto arrabbiati – continua Vilma Capriotti, portavoce dell’estetica – per il ritardo enorme che sta avendo il meccanismo dei rimborsi, ancora fermi da quasi un anno. Non riusciamo a capire come sia possibile che ad un calo verificabile di fatturato non corrisponda immediatamente almeno un parziale ristoro o sostegno che potrebbe basarsi su un meccanismo automatico e non su procedure da rivedere ogni volta”.
“Proprio perché vogliamo continuare a contribuire alla lotta alla pandemia vogliamo lanciare anche un fortissimo grido d’allarme, insieme alle altre Associazioni del settore – concludono Zattini e Capriotti - perché la chiusura delle attività, che rischia già di mettere in ginocchio le imprese, non porti con sé il boccone avvelenato della nascita di nuovo lavoro nero e attività abusiva da parte di persone non qualificate che si recano nelle case senza alcuna forma di sicurezza. Contrastare questi fenomeni è importante perché queste attività rischiano di causare ulteriori contagi e alimentare la pandemia. Per questo facciamo appello alle forze dell’ordine perché venga fatto uno sforzo straordinario di controllo e repressione: ne va della salute di tutti noi e della sopravvivenza di tante imprese regolari".
© copyright la Cronaca di Ravenna
Protesta la Cna Benessere e Sanità di Ravenna, che ha riunito ieri d’urgenza il suo Consiglio territoriale.
"I risultati dell’ultima indagine INAIL confermano, se ancora ve ne fosse bisogno, che centri e saloni non sono mai stati una fonte diretta di contagio e gli stessi titolari sono andati incontro volontariamente a enormi spese aggiuntive – non riconosciute sufficientemente nei decreti di ristoro – per garantire il lavoro e la sicurezza di dipendenti e clienti".
“Il tema della lotta alla pandemia è stato e sarà sempre per noi prioritario – afferma Roberto Zattini presidente di CNA Benessere e Sanità Ravenna - e nonostante i numeri ci diano ragione, non viene riconosciuto questo sforzo; per questo appare incomprensibile e priva di motivazioni oggettive l’esclusione dei servizi alla persona dal novero dalle attività di servizio aperte anche in zona rossa”.
“Oltre a una chiusura che non ha reali ragion d’essere siamo molto arrabbiati – continua Vilma Capriotti, portavoce dell’estetica – per il ritardo enorme che sta avendo il meccanismo dei rimborsi, ancora fermi da quasi un anno. Non riusciamo a capire come sia possibile che ad un calo verificabile di fatturato non corrisponda immediatamente almeno un parziale ristoro o sostegno che potrebbe basarsi su un meccanismo automatico e non su procedure da rivedere ogni volta”.
“Proprio perché vogliamo continuare a contribuire alla lotta alla pandemia vogliamo lanciare anche un fortissimo grido d’allarme, insieme alle altre Associazioni del settore – concludono Zattini e Capriotti - perché la chiusura delle attività, che rischia già di mettere in ginocchio le imprese, non porti con sé il boccone avvelenato della nascita di nuovo lavoro nero e attività abusiva da parte di persone non qualificate che si recano nelle case senza alcuna forma di sicurezza. Contrastare questi fenomeni è importante perché queste attività rischiano di causare ulteriori contagi e alimentare la pandemia. Per questo facciamo appello alle forze dell’ordine perché venga fatto uno sforzo straordinario di controllo e repressione: ne va della salute di tutti noi e della sopravvivenza di tante imprese regolari".
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