Oggi il flash mob “Ora basta lasciate lavorare le nostre imprese!”. Montanari: "La disoccupazione è alta, sono donne e giovani" | la CRONACA di RAVENNA

Oggi il flash mob “Ora basta lasciate lavorare le nostre imprese!”. Montanari: "La disoccupazione è alta, sono donne e giovani"

Alle 10 in piazza del Popolo. 80 tavoli 'adottati' da Confcommercio e Confesercenti. Intervista a Roberto Montanari (Confcommercio)

10 febbraio 2021 - Appuntamento dalle 10 alle 10.30 in piazza del Popolo a Ravenna oggi, mercoledì 10 febbraio, per il flash mob, organizzato da Confcommercio e Confesercenti dal titolo “Ora basta lasciate lavorare le nostre imprese!”.

Nella piazza principale verranno posizionati 80 tavoli, distanziati opportunamente, ‘adottati’ dagli associati Confcommercio e Confesercenti dove saranno collocati uno o più oggetti e strumenti che rappresentano il loro lavoro. Ogni tavolo sarà identificato con la tipologia dell’attività.

Il flash mob si terrà nel rispetto rigoroso del distanziamento fisico (i tavoli sono a 3 metri l’uno dall’altro) ed evitando ogni assembramento (l’allestimento e il disallestimento verrà effettuato a scaglioni, con fasce orarie assegnate).

Fa parte di una serie di iniziative messe in campo da Confcommercio e Confesercenti a sostegno delle categorie per dare voce a tutta l’amarezza degli imprenditori del territorio. Presso le sedi delle due associazioni sono stati posizionati due striscioni sempre con la scritta “Ora Basta, lasciate lavorare le nostre imprese!”, come pure nelle sedi di Cervia, Faenza e Lugo.

Inoltre, è stato redatto un documento per la gradualità delle restrizioni per i pubblici esercizi, come avviene per altre categorie, per poter dare ossigeno alle attività e consentire, seppur con enormi cali di fatturato, di poter restare sul mercato e continuare a lavorare.

Per questo è stato proposto di riclassificare i pubblici esercizi secondo questo schema:

- zona gialla: apertura tutti i giorni fino alle 21,30 (in tempo utile per rispettare il coprifuoco delle 22) con asporto fino alle 22 e delivery sempre;

- zona arancione: apertura fino alle 18, con asporto fino alle 22 e delivery sempre;

- zona rossa: come ora, chiusura totale, con asporto fino alle 22 e delivery sempre”.

“La proposta di apertura fino alle 21,30 in zona gialla - sottolineano i presidenti Mauro Mambelli per Confcommercio e Monica Ciarapica per Confesercenti - permette alle imprese del settore di ripristinare una modalità che si avvicina alla normalità dopo mesi di agonia.
Proponiamo di affiancare alla proposta l’obbligo di prenotazione del tavolo dalle ore 18 in avanti. Si mantiene il rispetto del coprifuoco delle 22.
La proposta di apertura fino alle 18 in zona arancione consentirebbe a tutti i pubblici esercizi di continuare l'attività, anche se in misura ridotta. Tra l'altro, questa apertura in zona arancione sarebbe di supporto anche a coloro che lavorano consentendo di poter usufruire del pranzo, senza particolari problemi”.

Nelle scorse settimane è stata proposta anche la petizione “Ora basta lasciate lavorare le nostre imprese!” che ha già raccolto 1.000 firme con la quale le associazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese lanciano un appello alle istituzioni perché “mai ci siamo mai sottratti alle nostre responsabilità ed abbiamo svolto un difficile ruolo di salvaguardia del tessuto economico e di capillare informazione verso le imprese del territorio, che in diverse occasioni hanno stentato a comprendere il senso delle decisioni messe in atto dal Governo".

"Particolare disappunto e disagio - proseguono - sono avvertiti a causa dei tempi di adozione dei provvedimenti, che non lasciano mai la possibilità di organizzare e programmare il lavoro di importanti settori dell’economia. Inoltre i negozi di vicinato, i piccoli esercizi commerciali dei centri storici delle nostre città, sono stati desertificati dai vincoli della mobilità delle persone e dall’utilizzo spinto dello smart-working.

Tutto il settore dei fieristi e dello spettacolo viaggiante è fermo da mesi, il settore delle estetiste non lavora così come le palestre. Per non parlare delle gallerie e dei centri commerciali, i cui negozi sono costretti alla chiusura nei giorni potenzialmente più redditizi.

Riceviamo quotidianamente segnali di preoccupazione ed esasperazione ed è sempre più diffusa la sensazione di essere di fronte a un accanimento verso tutto il settore del terziario e dei servizi. Considerato l’andamento dei contagi, appare peraltro evidente che non vi sia una diretta correlazione tra la diffusione del virus e la frequentazione di queste attività.

Le considerazioni esposte e la necessità di salvare un pezzo del patrimonio imprenditoriale di questo Paese devono convincere le Istituzioni a cambiare registro - sostengono Confcommercio e Confesercenti: nel rispetto delle misure di sicurezza varate, tutti i settori del commercio, dei pubblici esercizi e dei servizi alla persona devono poter rimanere aperti!”.

Per firmare la petizione cliccare il seguente link https://www.formoduli.com/invia/view.php?id=13478


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