In ottobre il porto perde il 16,7% | la CRONACA di RAVENNA

In ottobre il porto perde il 16,7%

Ancora male lo sbarco di cereali, arrivati 30 treni dall'Est Europa. Container giù, bene i trailer

01 dicembre 2020 - Nel periodo gennaio-ottobre la movimentazione delle merci nel porto di Ravenna è stata pari a 18.529.631 tonn di merce, in calo del 16,1% (3.543.410 tonnellate in meno) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo rileva l'ufficio Statistiche dell'Adsp.
Gli sbarchi e gli imbarchi sono stati, rispettivamente, pari a 15.416.035 (-18,3%) e a 3.113.596 (-3,0%) tonn.

Il mese di ottobre, in particolare, ha registrato una movimentazione complessiva pari a 2.132.227 tonn, inferiore del 16,7% (-428.286 tonnellate in meno) rispetto al mese di ottobre 2019 con una contrazione che raffredda le aspettative indotte dall’andamento complessivo del porto nel mese di settembre ( - 3,2%) scontando i primi effetti delle nuove misure di contenimento reintrodotte per fronteggiare la seconda ondata della pandemia da Covid-19.

Analizzando le merci per condizionamento si evince che, rispetto ai primi dieci mesi dello scorso anno, le merci secche (rinfuse solide, merci varie e unitizzate) - con una movimentazione pari a 15.084.441 tonn - sono calate del 16,9% (3.072 mila tonnellate in meno) e, nell’ambito delle stesse, le merci unitizzate in container presentano un calo del 12% (1.787.695 tonn, con 244 mila tonnellate in meno) mentre le merci su rotabili del 7% (1.274.227 tonn, 95 mila tonnellate in meno).
I prodotti lioquidi - con una movimentazione pari a 3.445.190 tonn - hanno registrato una diminuzione del 12% (circa 471 mila tonnellate in meno).

Il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli), con 4.007.146 tonn di merce, ha registrato nel periodo gennaio-ottobre 2020 un calo dell’11,6% (524 mila tonn in meno) rispetto ai primi dieci mesi dello scorso anno.
Significativa è la contrazione dei cereali sbarcati, categoria merceologica che sta registrando quest’anno il maggior calo nel porto di Ravenna (-45,3% in ottobre e -57,6% nei dieci mesi) e per la quale si prevede che il trend negativo prosegua almeno fino a fine anno.

Questo nonostante si registri un calo della produzione nazionale di grano duro (arrivato ad un 20% in meno, secondo Anacer), con conseguente necessità per l'industria alimentare nazionale di importare dall'estero la differenza per compensare la scarsità di produzione interna.
Occorre notare però che, nel solo mese di ottobre, sono arrivati in porto oltre 20 treni, con quasi 30 mila tonnellate di cereali provenienti dai Paesi dell’est Europa (principalmente da Ungheria e Croazia) ha confermare, ancora una volta, che gli altri mezzi di trasporto, in particolare il treno, sono particolarmente competitivi, a livello di costi, rispetto al via mare.

Preoccupa anche il rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari, trainati principalmente dai prezzi di oli vegetali e cereali. L'Indice FAO dei prezzi dei cereali è cresciuto del 5,1% da agosto, un dato che corrisponde a un incremento del 13,6% rispetto al valore dello scorso anno.

A tirare la volata sono state le quotazioni dei prezzi del frumento, incalzate da una vivace attività commerciale, a sua volta provocata dalle preoccupazioni circa le previsioni produttive nell'emisfero meridionale nonché dal clima secco che sta compromettendo le semine invernali di frumento nel continente europeo.
In aumento anche i prezzi del mais, in risposta alle previsioni di un calo della produzione nell'Unione Europea e alla revisione al ribasso delle scorte di riporto negli Stati Uniti d'America. Aumentano anche i prezzi internazionali di sorgo e orzo, mentre i prezzi del riso sono andati diminuendo.
Per quanto riguarda l'Indice degli oli vegetali, in settembre aveva segnato un incremento del 6%, raggiungendo il valore più alto degli ultimi nove mesi, con le quotazioni degli oli di palma, girasole e soia in crescita sulla scia di una stabile domanda a livello globale.

Negativa anche la movimentazione delle farine di semi e frutti oleosi che, dopo i segnali incoraggianti post lockdown, prosegue il trend negativo in corso iniziato già a partire da agosto scorso. La movimentazione in ottobre di tali merci è risultata in calo del 40,1% e del 3,3% sul progressivo del periodo gennaio-ottobre.

In netto calo anche gli oli animali e vegetali che diminuiscono del 40,7% a ottobre e dell’11% nel periodo.
Materiali da costruzione, con 3.327.393 tonnellate movimentate, hanno registrato nei primi dieci mesi del 2020 un calo del 22,8%, con quasi 981 mila tonnellate in meno rispetto alla medesima movimentazione dello scorso anno, da imputarsi principalmente al calo delle importazioni di materie prime (-24,7%) per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, pari a 2.933.134 tonnellate (circa 961 mila tonnellate in meno rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente).

Il mese di ottobre, in particolare, ha registrato un calo del 15,6% rispetto allo stesso mese del 2019. Le materie prime ceramiche, nel mese di ottobre, hanno visto calo del 17,2%.
I prodotti metallurgici nel Porto di Ravenna, con 4.159.364 tonn nel periodo gennaio-ottobre 2020, risultano in calo, rispetto ai primi dieci mesi dello scorso anno, del 22,8% (1.129 mila tonn in meno).

Dopo il dato positivo di luglio, nei mesi successivi, incluso il mese di ottobre, si è confermata un’inversione di tendenza in negativo, con un clima di incertezza che investe le consegne del materiale. Il mese di ottobre, infatti, è in calo del 19,1% (quasi 96 mila tonnellate in meno rispetto ottobre 2019).
L’import di metallurgici da Paesi extra-Ue del porto di Ravenna nei primi dieci mesi del 2020 è stato pari a 2.226.272 tonn, che rappresentano il 57,9% del totale, in calo del 27,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Analizzando i singoli Paesi, i maggiori cali nelle importazioni extra-UE sono quelli con la Cina (-69,3%; -280 mila tonnellate), l’India (-39,8%; -243 mila tonnellate), la Turchia (-14,4%; -133 mila tonnellate), e l’Indonesia (-49,5%; -63 mila tonnellate) mentre per le importazioni da paesi comunitari le flessioni maggiori si riscontrano con la Slovenia (-83%; -150 mila tonnellate) e la Germania (-33,3%; -224 mila tonnellate).
Gli sbarchi da Taranto(ex Ilva) a tutto ottobre 2020, pari a 801.796 tonn, sono invece in crescita del 12,4% rispetto lo stesso periodo del 2019.

In calo nei dieci mesi del 2020 anche i prodotti petroliferi (-13,1%) e i chimici liquidi (-12,8%).

Per i contenitori, pari a 162.277 teus nel periodo gennaio-ottobre si sono registrati 21.747 teus in meno rispetto ai primi dieci mesi del 2019 (-11,8%).
Nel solo mese di ottobre i teus sono stati 15.036, con un calo del 9,6%.
Il numero delle toccate delle navi portacontainer, in particolare, è stato pari a 357 contro le 395 del periodo gennaio-ottobre 2019.
Continua il trend positivo delle due linee RO-RO Ravenna – Brindisi – Catania e per il relativo traffico di trailer, che in ottobre registra 7.660 pezzi, ben 1.013 pezzi in più rispetto a ottobre 2019 e segna un +15,2%.
Nonostante questa ulteriore buona performance, il progressivo 2020 risulta ancora in negativo (-9,2%).
Prosegue anche in ottobre la ripresa degli arrivi di automotive, pari a 869 pezzi, per complessivi 4.915 pezzi nei primi dieci mesi del 2020 (-45,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente).


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