Economia
Treni a idrogeno sulle tratte turistiche
La proposta di Giannantonio Mingozzi, presidente del Terminal container
27 novembre 2020 - "In alcune regioni italiane, la Lombardia in particolare, si sta consolidando l'utilizzo di treni alimentati a idrogeno come soluzione di grande interesse per le tratte ferroviarie non elettrificate, per incentivare la decarbonizzazione e superare le automotrici con alimentazione a nafta" sottolinea Giannantonio Mingozzi.
"Sarebbe utile, per un pieno utilizzo della rete infrastrutturale italiana, che l'alimentazione a idrogeno, che ormai ha superato la fase sperimentale, si aprisse anche alla logistica merci e ai collegamenti ferroviari con i nostri porti valutandone le convenienze, per non dedicarsi unicamente al traffico passeggeri o privato".
E' chiaro, continua il presidente del Terminal Container, che "occorrono preliminarmente impianti di produzione e distribuzione dell'idrogeno in grado di servire i treni, per Ravenna e il suo porto potrebbe essere un'opportunità di offerta logistica, "ma penso a questa nuova modalità anche con finalità turistiche, ad esempio per i collegamenti veloci tra Ravenna, Faenza e Firenze".
Va apprezzato il grande interesse e le iniziative in corso circa il Treno di Dante e la linea ferroviaria Faentina, l'impegno di Trenitalia e di tutti i comuni che si affacciano sul percorso, le iniziative di Brisighella, Fognano, Marradi proprio legate a qual tipo di turismo, continua Mingozzi, "ma superati i tempi infelici che stiamo vivendo nulla ci impedisce di pensare oggi ad una linea che è poco elettrificata e quindi idonea a sperimentare proprio l'alimentazione ad idrogeno. Essa consentirebbe tempi di percorribilità più brevi, minori rischi di inquinamento ed una novità, negli anni del tributo a Dante, di indubbio interesse turistico e commerciale".
Insomma, conclude Mingozzi, queste innovazioni "che entreranno in funzione ad esempio in Valcamonica e sono già ampiamente estese in Austria, Germania, Olanda e altre aree europee, in Emilia-Romagna potrebbero trovare proprio tra Ravenna e Firenze un grado di ulteriore collaborazione e stimolare un primo confronto ai massimi livelli delle istituzioni regionali e locali con le aziende ferroviarie pubbliche e private, coinvolgendo anche l'Università con Scienze Ambientali e Ingegneria dei trasporti e lo stesso Centro Ricerche di Marina di Ravenna, da poco rilanciato con una operazione consortile intelligente".
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Sarebbe utile, per un pieno utilizzo della rete infrastrutturale italiana, che l'alimentazione a idrogeno, che ormai ha superato la fase sperimentale, si aprisse anche alla logistica merci e ai collegamenti ferroviari con i nostri porti valutandone le convenienze, per non dedicarsi unicamente al traffico passeggeri o privato".
E' chiaro, continua il presidente del Terminal Container, che "occorrono preliminarmente impianti di produzione e distribuzione dell'idrogeno in grado di servire i treni, per Ravenna e il suo porto potrebbe essere un'opportunità di offerta logistica, "ma penso a questa nuova modalità anche con finalità turistiche, ad esempio per i collegamenti veloci tra Ravenna, Faenza e Firenze".
Va apprezzato il grande interesse e le iniziative in corso circa il Treno di Dante e la linea ferroviaria Faentina, l'impegno di Trenitalia e di tutti i comuni che si affacciano sul percorso, le iniziative di Brisighella, Fognano, Marradi proprio legate a qual tipo di turismo, continua Mingozzi, "ma superati i tempi infelici che stiamo vivendo nulla ci impedisce di pensare oggi ad una linea che è poco elettrificata e quindi idonea a sperimentare proprio l'alimentazione ad idrogeno. Essa consentirebbe tempi di percorribilità più brevi, minori rischi di inquinamento ed una novità, negli anni del tributo a Dante, di indubbio interesse turistico e commerciale".
Insomma, conclude Mingozzi, queste innovazioni "che entreranno in funzione ad esempio in Valcamonica e sono già ampiamente estese in Austria, Germania, Olanda e altre aree europee, in Emilia-Romagna potrebbero trovare proprio tra Ravenna e Firenze un grado di ulteriore collaborazione e stimolare un primo confronto ai massimi livelli delle istituzioni regionali e locali con le aziende ferroviarie pubbliche e private, coinvolgendo anche l'Università con Scienze Ambientali e Ingegneria dei trasporti e lo stesso Centro Ricerche di Marina di Ravenna, da poco rilanciato con una operazione consortile intelligente".
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