Economia
Covid, ogni ravennate perde 2.728 euro
Studio della Cgia di Mestre: "Dati sottostimati perché rilevati prima dell'ultimo Dpcm"
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09 novembre 2020 - Ogni ravennate si appresta a perdere, a fine anno, 2.728 euro. E' l'effetto che l'emergenza sanitaria da Covid produce sui cittadini. I dati sono rilevati da una ricerca della Cgia di Mestre. Ravenna si posiziona in 28° posizione: nel 2019 il valore aggiunto procapite è stato di 28.906 euro, dopo l'effetto Covid scenderà a 26.178 euro, con un calo del 9,4%. Rimini, per fare un esempio, dovrà rinunciare a 3.058 euro (-11,4%), Forlì-Cesena a 2.840 (-9,6%).
La Cgia tiene a precisare che i dati emersi in questa elaborazione "sono sicuramente sottostimati". Aggiornati al 13 ottobre scorso, non tengono conto "degli effetti economici negativi che deriveranno dai Dpcm che sono stati introdotti in queste ultime due settimane. Precisano, inoltre, che in questa elaborazione la previsione della caduta del Pil nazionale dovrebbe sfiorare quest’anno il 10%, quasi un punto in più rispetto alle previsioni comunicate il mese scorso dal Governo attraverso la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza.
“Con meno soldi in tasca, più disoccupati e tante attività che entro la fine dell’anno chiuderanno definitivamente i battenti – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo - rischiamo che la gravissima difficoltà economica che stiamo vivendo in questo momento sfoci in una pericolosa crisi sociale. Soprattutto nel Mezzogiorno, che è l’area del Paese più in difficoltà, c’è il pericolo che le organizzazioni criminali di stampo mafioso cavalchino questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso.
In questa fase di emergenza, quindi, tutto ciò va assolutamente evitato, sostenendo con contributi a fondo perduto non solo le attività che saranno costrette a chiudere per decreto, ma anche una buona parte delle altre, in particolar modo quelle artigianali e commerciali, che, sebbene abbiano la possibilità di tenere aperto, già da una settimana denunciano che non entra quasi più nessuno nel proprio negozio. Infatti, solo se riusciremo a mantenere in vita le aziende potremo difendere i posti di lavoro, altrimenti saremo chiamati ad affrontare mesi molto difficili”.
CADUTA PIL PRO CAPITE
© copyright la Cronaca di Ravenna
La Cgia tiene a precisare che i dati emersi in questa elaborazione "sono sicuramente sottostimati". Aggiornati al 13 ottobre scorso, non tengono conto "degli effetti economici negativi che deriveranno dai Dpcm che sono stati introdotti in queste ultime due settimane. Precisano, inoltre, che in questa elaborazione la previsione della caduta del Pil nazionale dovrebbe sfiorare quest’anno il 10%, quasi un punto in più rispetto alle previsioni comunicate il mese scorso dal Governo attraverso la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza.
“Con meno soldi in tasca, più disoccupati e tante attività che entro la fine dell’anno chiuderanno definitivamente i battenti – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo - rischiamo che la gravissima difficoltà economica che stiamo vivendo in questo momento sfoci in una pericolosa crisi sociale. Soprattutto nel Mezzogiorno, che è l’area del Paese più in difficoltà, c’è il pericolo che le organizzazioni criminali di stampo mafioso cavalchino questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso.
In questa fase di emergenza, quindi, tutto ciò va assolutamente evitato, sostenendo con contributi a fondo perduto non solo le attività che saranno costrette a chiudere per decreto, ma anche una buona parte delle altre, in particolar modo quelle artigianali e commerciali, che, sebbene abbiano la possibilità di tenere aperto, già da una settimana denunciano che non entra quasi più nessuno nel proprio negozio. Infatti, solo se riusciremo a mantenere in vita le aziende potremo difendere i posti di lavoro, altrimenti saremo chiamati ad affrontare mesi molto difficili”.
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