Economia
Riaperture: bar e ristoranti sotto la media regionale
Lo rileva una indagine della Confesercenti. Ciarapica: "le regole per riaprire dopo oltre due mesi di chiusura arrivano con 48 ore di anticipo, con estenuanti tira e molla fra Regione e Governo; il coraggio delle imprese merita un applauso"
22 maggio 2020 - Percentuale di apertura leggermente più bassa fra i bar e sensibilmente inferiore fra le imprese della ristorazione, alle prese con alcuni necessari chiarimenti, rispetto al 95% delle imprese commerciali dell'Emilia-Romagna che hanno riaperto la propria attività nel primo giorno dopo il lockdown.
È quanto emerge da un’indagine condotta da Confesercenti regionale fra le proprie strutture territoriali per verificare la situazione delle imprese commerciali dopo il lungo stop imposto dalle normative per impedire la diffusione del Covid-19.
"Gli imprenditori del commercio - commenta Monica Ciarapica, presidente provinciale Confesercenti - hanno riaperto con entusiasmo e nel rispetto di tutte le prescrizioni previste dagli appositi protocolli regionali".
E aggiunge che è necessario aprire una parentesi. "Le imprese informano i clienti con apposita cartellonistica e sostengono direttamente costi di gestione più elevati poiché è evidente che per un bar servire tutte le consumazioni al tavolo comporta spese sensibilmente più alte. Dopo aver eseguito tutto questo, l’impresa ha già abbondantemente fatto la sua parte. Da quel punto in avanti la responsabilità e i comportamenti sono individuali e non possono ricadere sulle spalle degli imprenditori né sul piano etico né su quello giudiziario".
Ciarapica sostiene poi che "siamo uno strano Paese": "le regole per riaprire dopo oltre due mesi di chiusura arrivano con 48 ore di anticipo, dopo estenuanti tira e molla fra Regione e Governo. È una palese mancanza di sensibilità e rispetto verso chi sta mettendo in gioco la propria esistenza e il proprio futuro".
Ma invita a prendere ciò che c’è di buono: "il segnale concreto della grande voglia di ripartire e tornare alla normalità di settori duramente colpiti da questa crisi. Imprese che meritano un grande applauso e i migliori auguri per il coraggio che dimostrano mettendosi in gioco in un contesto molto difficile".
© copyright la Cronaca di Ravenna
È quanto emerge da un’indagine condotta da Confesercenti regionale fra le proprie strutture territoriali per verificare la situazione delle imprese commerciali dopo il lungo stop imposto dalle normative per impedire la diffusione del Covid-19.
"Gli imprenditori del commercio - commenta Monica Ciarapica, presidente provinciale Confesercenti - hanno riaperto con entusiasmo e nel rispetto di tutte le prescrizioni previste dagli appositi protocolli regionali".
E aggiunge che è necessario aprire una parentesi. "Le imprese informano i clienti con apposita cartellonistica e sostengono direttamente costi di gestione più elevati poiché è evidente che per un bar servire tutte le consumazioni al tavolo comporta spese sensibilmente più alte. Dopo aver eseguito tutto questo, l’impresa ha già abbondantemente fatto la sua parte. Da quel punto in avanti la responsabilità e i comportamenti sono individuali e non possono ricadere sulle spalle degli imprenditori né sul piano etico né su quello giudiziario".
Ciarapica sostiene poi che "siamo uno strano Paese": "le regole per riaprire dopo oltre due mesi di chiusura arrivano con 48 ore di anticipo, dopo estenuanti tira e molla fra Regione e Governo. È una palese mancanza di sensibilità e rispetto verso chi sta mettendo in gioco la propria esistenza e il proprio futuro".
Ma invita a prendere ciò che c’è di buono: "il segnale concreto della grande voglia di ripartire e tornare alla normalità di settori duramente colpiti da questa crisi. Imprese che meritano un grande applauso e i migliori auguri per il coraggio che dimostrano mettendosi in gioco in un contesto molto difficile".
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