Maggioli: "Ora che c'è crisi bisogna puntare sullo sviluppo" | la CRONACA di RAVENNA

Maggioli: "Ora che c'è crisi bisogna puntare sullo sviluppo"

L'assemblea di Confindustria con Bonaccini e Bonomi

29 ottobre 2020 - Annuale assemblea di Confindustria Romagna esclusivamente online in linea con le ultime disposizione governative. 'Vincere la paura, costruire il futuro' è stato il tema affrontato dal presidente degli industriali romagnoli, Paolo Maggioli.
Non poteva che essere l’attualità, con l’emergenza sanitaria tornata prepotentemente al centro del dibattito e il suo impatto su economia e società, il focus degli interventi anche del governatore Stefano Bonaccini e del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Molti i temi locali toccati da Maggioli nelle sue riflessioni: infrastrutture digitali, viabilità, alta velocità, fiere, aeroporti, porto di Ravenna, università, turismo ed energia.

“Non possiamo più permetterci timidezze e incertezze: come ci insegna l’economia, nei momenti di crisi, non c’è futuro se si pensa all’oggi e alla rendita. Il futuro è garantito solo nell’ottica dello sviluppo. Serve un salto culturale – ha scandito Maggioli - La Romagna unita, non autonoma dalla Regione, rappresenta la dimensione giusta per permetterci di giocare da protagonisti. Le nostre singole realtà – città di piccole medie dimensioni – da sole non possono recitare questo ruolo: la Città Romagna, con una popolazione che supera il milione di abitanti, il suo apparato industriale, turistico, culturale e ambientale può invece farlo”.

"Serve un salto culturale: la Romagna unita, non autonoma dalla Regione, rappresenta la
dimensione giusta per permetterci di giocare da protagonisti. Le nostre singole realtà, città di piccole medie dimensioni, da sole non possono recitare questo ruolo: la Città Romagna, con una popolazione che supera il milione di abitanti, il suo apparato industriale, turistico, culturale e ambientale può invece farlo" ha aggiunto Maggioli.
"Non possiamo più permetterci timidezze e incertezze - ha proseguito - come ci insegna l'economia, nei momenti di crisi, non c'è futuro se si pensa all'oggi e alla rendita. Il futuro è garantito solo nell'ottica dello sviluppo".

"Sull'ambiente, ritorna la sindrome 'nimby', non nel mio cortile. A parole siamo tutti ecologisti, sui fatti meno. È paradossale la vicenda dei parchi eolici che sono stati proposti per la Romagna: a Ravenna tutti sono d'accordo, a Rimini lo stesso tipo di opera viene criticato". "Nell'arco di appena 50 chilometri- insiste Maggioli - si assiste ad un mutamento surreale di opinione. Sulla necessità di coniugare tra loro sviluppo e ambiente non possiamo compiere passi falsi".

Per quel che riguarda i “buchi neri” della viabilità romagnola e il porto di Ravenna "ascoltiamo annunci che parlano di inizio lavori e fondi stanziati. Siamo molto soddisfatti di questo e sorveglieremo i cantieri e verificheremo che gli annunci diventino realtà".

Si è tornato a parlare di Alta Velocità e Dorsale Adriatica, "nostri cavalli di battaglia, e anche qui non lasceremo niente di intentato affinché queste opere, che possono rilanciare una parte fondamentale del Paese, siano realizzate e non restino nel cassetto dei sogni".

Un percorso comune sulle Fiere regionali grazie all’input forte della Regione Emilia-Romagna si sta sviluppando e concretizzando, dopo decenni di discussioni, sull’onda della necessità. "Noi siamo certi che, dopo il COVID, questa potrà essere – se il progetto arriverà a compimento – la fiera più forte che noi avremo in Italia e che potrà competere con le altre fiere europee".

Sull’Università si è registrata in questi mesi "una straordinaria accelerazione, tanto che non si parla più di Università di Bologna, ma di Università di Bologna e della Romagna, e i campus romagnoli si segnalano per uno deciso dinamismo".

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha inistito molto sul tema degli investimenti. "Ora un po' di bonus vanno dati. Servono ristori immediati e al governo diciamo di dare queste risorse cash
subito. Noi abbiamo immediatamente messo a disposizione 10 milioni di euro per le categorie piu' colpite dagli ultimi provvedimenti, ma condivido la visione presidente Maggioli. Se anche a noi Regioni dessero la possibilita' di indebitarci in un momento drammatico non avrei dubbi sulla strada da intraprendere: e la strada non e' quella dei bonus ma degli investimenti. Servono quelli per far ripartire l'economia". Ed e' per questo che Bonaccini "oltre ad un piano comune e strategico per i 210 miliardi del Recovery Fund" chiede al Governo di prendere i fondi del Mes: "Non vedo una sola ragione per rinunciare: 36 miliardi pronti subito per la sanita'. E questa pandemia ha dimostrato che se l'è cavata meglio chi ha una forte struttura sanitaria pubblica fatta non solo di grandi ospedali ma di sanità sul territorio".

In chiusura, l'intervento del presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi.
"Se questo lockdown parziale dovesse proseguire si potrebbero aumentare i punti di Pil di danno al Paese" ha detto Bonomi, sottolineando che "di fronte a questa situazione economica di guerra, ci dovrebbe essere un'assunzione di responsabilità molto forte da parte di tutti".

"Ci sono delle piazze che stanno dicendo che c'è una frattura della coesione sociale" e "a quelle piazze dobbiamo dare una risposta", incalza il numero uno degli Industriali.

"Non si può andare avanti con contrapposizioni. Lo dico anche richiamando l'incontro Governo-Sindacati: l'atteggiamento o si fa questo o scendiamo in piazza non è un atteggiamento che è comprensibile oggi in questo Paese". Il riferimento, più che esplicito, è al dialogo in corso sul blocco dei licenziamenti: i sindacati - che chiedono la proroga fino a marzo (e non fino al 31 gennaio, come invece vorrebbe l'esecutivo) in parallelo, cioè, con la nuova CIG Covid per le prime mensilità del 2021 - hanno già fatto sapere che sono pronti a scendere in piazza qualora non arrivasse l'intesa.

"Io credo - ha aggiunto - che il ceto dirigente di questo Paese deve stare unito, confrontarsi e dare risposte agli italiani. Gli italiani stanno soffrendo molto" perchè "c'è una grande parte degli italiani che è angosciata per il proprio futuro".

Infine, sul MES: "Tutta l'Italia lo chiede, ma non succede nulla", chiosa Bonomi.


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