CNA. Un anno dall’alluvione: tanti cantieri ma pochissimi ristori | la CRONACA di RAVENNA

CNA. Un anno dall’alluvione: tanti cantieri ma pochissimi ristori

Solo 4 imprese CNA su 293 hanno ricevuto contributi perché esportano. Pratiche Sfinge, pratiche troppo complesse. Il 26% delle imprese si sente abbandonato. Le testimonianze

15 maggio 2024 - A un anno dalla gravissima alluvione che ha coinvolto la Romagna e in particolare la Provincia di Ravenna, la CNA territoriale di Ravenna ha ospitato un momento di confronto con i rappresentati della Regione e delle Istituzioni locali per fare il punto su quanto è stato fatto in quest’anno e quali siano le reali condizioni di imprese e territorio.

All’iniziativa erano presenti Marianna Panebarco, Vicepresidente CNA Ravenna e CNA Nazionale, il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa, Luca Coffari, Responsabile Dipartimento Politiche Economiche, Sindacali e Sociali CNA Ravenna, Irene Priolo, Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, Sindaco di Ravenna e Presidente della Provincia di Ravenna e Massimo Mazzavillani, Direttore generale della CNA di Ravenna. Collegati in video Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna e Matteo Leoni, Presidente della CNA Territoriale di Ravenna.

L’iniziativa è stata introdotta e presieduta da Marianna Panebarco, Vicepresidente della CNA territoriale di Ravenna e di CNA Nazionale, che ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa: “Oggi siamo qui, certo, per ricordare ma soprattutto per guardare avanti, alle cose che stanno funzionando e quelle che dobbiamo invece migliorare. Abbiamo visto un sensibile miglioramento sui cantieri di ripristino e prima messa in sicurezza dei fiumi e delle strade; la struttura commissariale, tuttavia, si è rivelata una struttura lenta e inadatta a gestire una ricostruzione così complessa come ‘è quella alluvionale attraverso pratiche complicate e piene di limiti che hanno reso più lungo e difficile – a volte quasi impossibile – ottenere i ristori e procedere con la ricostruzione”.

Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, collegato in video, ha ringraziato le imprese e cittadini di questa terra per essersi rimboccati le maniche e aver contribuito fin da subito alla veloce ripartenza di tutta la comunità, come dimostrano i dati economici e dell’export. “Aspettiamo ancora di vedere le aziende e i cittadini rimborsati al 100%, come promesso dal Governo durante le visite immediatamente successive alla disgrazia. Ci sono, però le risorse per i lavori pubblici, ma in questi casi nei comuni spesso non c’è sufficiente personale per portare a termine le opere. Noi non ci perdiamo d’animo e ci auguriamo che il Governo mantenga fede alle promesse fatte un anno fa, se lo merita la Romagna perché se la Romagna si ferma rischia di fermarsi l’intero Paese.”

Matteo Leoni ha ripercorso i terribili giorni di un anno fa, quando l’acqua e il fango hanno invaso l’intero nostro territorio: “23.657 sono stati i nuclei familiari in Romagna colpiti, migliaia d’imprese, di cui oltre 280 nostre associate, 79.000 frane censite sull’appennino, 5.300 auto distrutte, tonnellate di rifiuti smaltiti. Come CNA dal primo minuto abbiamo cercato di fare la nostra parte per rappresentare le esigenze delle imprese e del territorio facendo sentire la nostra voce, facendo proposte per una rapida ripartenza. Ora chiediamo con forza che vengano realizzati i piani straordinari di messa in sicurezza strutturale e che arrivino finalmente le risorse alle imprese”.

Dopo le commoventi testimonianze di tre imprese gravemente danneggiate – C.M. di Conselice, Caravita Recinzioni di Bagnacavallo e Tipografia Valgimigli di Faenza - Luca Coffari, Responsabile del Dipartimento Politiche Economiche, Sindacali e Sociali di CNA Ravenna, ha presentato attraverso dati e statistiche, lo stato dell’arte: “I numeri di CNA Ravenna fotografano una situazione desolante sul fronte dei ristori alle imprese: 293 imprese associate hanno avuto danni per 35,6 mln ai quali si aggiungono i mancati fatturati; di queste ad oggi solo 4 (1,3%) hanno ricevuto risorse dallo Stato per 6,1 mln con pratiche semplici e rapide in quanto esportatrici, che in due tranche hanno visto riconoscere anche giustamente i mancati fatturati; cosa preclusa a tutte le altre aziende colpite.

L’entità dei danni delle imprese è variabile, si va da 1.042 euro a 10 mln, il 42% ha avuto danni inferiori ai 10mila euro; il 29% tra 10 e 50mila euro; l’11% tra 50 e 100mila euro; il 16% con danni sopra ai 100mila mentre il 2% ha avuto danni sopra ad 1 mln di euro.

CNA Ravenna ha poi voluto monitorare l’andamento della presentazione delle pratiche sulla piattaforma sfinge, da parte di tutte le imprese (anche quelle non associate) scegliendo come territorio campione area della Romagna Faentina.  Il 29 febbraio, in tutto il faentino avevano presentato domanda solo 12 imprese su 850 potenziali (1,4%); nel secondo monitoraggio dell’8 maggio, le imprese che hanno presentato le domande sono state 44 su 850 (5,18%) con contributi richiesti per 4,5 mln che però si sono tradotti in soli 162.777,50 euro di contributi effettivamente concessi, appena il 3,5% di quanto richiesto. Questo a causa delle complessità delle procedure che hanno portato infatti per il 47,7% delle pratiche presentate una richiesta d’integrazione (21) e 3 (6,8%) con esito negativo.

CNA con un recente sondaggio, su un campione di 112 aziende socie, ha indagato il sentiment delle imprese colpite dall’alluvione, che per il 26% come maggiore difficoltà ha segnalato la tenuta psicologica ed il senso di abbandono; il 15,8% sono in difficoltà per i tempi davvero troppo lunghi per avere i contributi dallo Stato; il 15% ha invece difficoltà per trovare le risorse economiche per riavviare l’attività e sopportare il calo di fatturato; mentre l’8% è preoccupato per l’incertezza sui lavori strutturali di messa in sicurezza , temendo nuove alluvioni”.

Il Direttore CNA Massimo Mazzavillani ha sottolineato come “ormai è chiaro – anche con i numeri presentati – che le imprese sono ripartite da sole, con la solidarietà e la forza delle comunità locali. Se da un lato vediamo tanti cantieri di messa in sicurezza, anche se ancora mancano le opere strutturali come casse di laminazione o aree allagabili; dall’altro per le imprese il 100% ristoro dei danni resta un miraggio. È invece già legge, purtroppo, l’obbligo di copertura assicurativa contro le calamità a carico delle aziende, che rappresenta davvero un segnale poco incoraggiante. Da segnalare invece in positivo la non tassazione dei contributi ricevuti (quando arriveranno), era una nostra richiesta e siamo soddisfatti sia stata accolta.”

 

LE TESTIMONIANZE DELLE IMPRESE

Andrea Magnani, C.M. – Conselice: la nostra azienda è stata colpita in pieno da entrambe le alluvioni: dopo la prima ci siamo rialzati abbastanza rapidamente, il colpo di grazia è arrivato con la seconda che ci ha messo definitivamente in ginocchio. Dopo lo sconforto iniziale, riacquistata un po’ di lucidità, abbiamo cercato un’area sicura dove trasferire ciò che siamo riusciti a salvare. Dopo è iniziata la lunga fase di recupero con un’ulteriore bonifica dello stabilimento e degli uffici, durato molte settimane. In queste fasi il supporto di CNA è stato notevole, con una grande capacità di far emergere tutti i casi e i problemi delle imprese. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto valere inizialmente la copertura assicurativa che ci ha consentito di riprendere l’attività in minima parte. L’aiuto vero è arrivato poi dai contributi come impresa esportatrice da Simest, grazie anche all’aiuto di CNA che ci ha assistito nella presentazione delle pratiche. Gli effetti dell’alluvione si sentono ancora oggi, ma questi aiuti ci hanno sicuramente consentito di ripartire e ridurre al massimo le inefficienze. Ringraziamo tutti i nostri dipendenti e la CNA perché ci hanno aiutato in maniera molto importante e professionale e perché ci ha consentito di vedere il futuro con ottimismo nonostante tutto.

Orietta Caravita, Caravita Recinzioni – Bagnacavallo: l’acqua e la melma ci hanno rubato casa e azienda. Uso il verbo “rubare” perché, come in un furto, mi sono sentita incolpevole come se qualcuno mi avesse rubato una parte della mia vita senza che potessi fare niente. Dopo un primo momento di confusione abbiamo unito le forze in un unico sforzo per ripartire: quando abbiamo condiviso su Facebook la richiesta di aiuto per la nostra azienda, in poche ore avevamo 40 angeli del fango davanti alla porta pronti ad aiutarci. Invito la politica a considerare sempre con maggiore importanza lo sviluppo economico e sociale senza dimenticare le future generazioni. Questa catastrofe ci ha dimostrato che la natura è più forte dell’uomo e che la crescita economica da sola non basta più. Non ci si può più permettere di vivere in un paese disorganizzato, È arrivato il momento di fare quel salto di qualità sempre annunciato e mai realizzato. La sostenibilità deve essere intesa come cambio di visione che ci faccia passare alla cura, al dovere, alla solidarietà fattiva. 

Volturno Valgimigli, Tipografia Valgimigli – Faenza: l’alluvione ha lasciato un segno indelebile in ognuno di noi. Nella mia azienda il livello dell’acqua ha raggiunto i 3 metri di altezza, danneggiando 700 quintali di carta, oltre a tutti i macchinari e portandosi via 120 anni di storia dell’azienda e della mia famiglia. Ho pensato di chiudere l’azienda, ma poi ho pensato ai dipendenti e alle loro famiglie. Mi hanno dato ancora più coraggio i tanti ragazzi che ci hanno aiutato a pulire tutto e rimetterci in piedi, ma dallo Stato non abbiamo ancora ricevuto nessun aiuto, nemmeno economico. Abbiamo ricevuto soldi solo dalle donazioni CNA e dai fondi personali accantonati per le pensioni, mentre le assicurazioni ci hanno pagato solo dopo sei mesi. Se oggi siamo ripartiti è solo grazie agli aiuti della comunità e a tanti sacrifici personali.


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