Economia
Stop alle rette di nidi e scuole dell'infanzia da marzo in poi
Le rette di febbraio potranno essere pagate entro il 31 dicembre. Il Comune avrà minori entrate per 2.879.000 euro
05 maggio 2020 - Azzeramento delle rette ai nidi d’infanzia comunali, alle scuole dell’infanzia comunali e statali e ai connessi servizi ausiliari del diritto allo studio quali ristorazione, trasporto scolastico e pre-post scuola per i mesi i cui i servizi non sono stati utilizzati a causa della loro sospensione per far fronte all’epidemia di coronavirus.
Lo ha deciso la giunta comunale di oggi, facendo seguito alla delibera approvata la settimana scorsa, contenente gli accordi con i gestori dei nidi privati e la Fism: anche a loro sono state riconosciute risorse per non far pagare nessuna retta alle famiglie per servizi non utilizzati a causa dell’emergenza Coronavirus.
“Lo ripeto. Nessuna delle famiglie ravennati che fruiscono dei servizi per l’infanzia erogati da qualsiasi tipo di struttura – dichiara il sindaco Michele de Pascale - pagherà alcuna retta per servizi non goduti. Siamo partiti dai privati perché il tessuto imprenditoriale, per non gravare sulle famiglie, aveva bisogno di un intervento immediato”.
Per quanto riguarda i servizi erogati dal pubblico “avevamo già sospeso i pagamenti - ha aggiunto de Pascale - e ora abbiamo fatto questa delibera ad hoc, che azzera le rette per i mesi di mancata apertura e fruizione dei servizi; rimborsa, a seconda dei casi del 40 o dell’80 per cento il pagamento già effettuato dei servizi di pre–post scuola e trasporto scolastico, anche per dare liquidità alle famiglie; rimanda al 31 dicembre il pagamento di quanto deve essere versato per il mese di febbraio. Qualora necessario potranno essere concordate anche delle modalità di rateizzazione”.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i nidi d’infanzia comunali, sarà scontata del 25% la retta fissa del mese di febbraio 2020 (in quanto i servizi sono stati sospesi dal 24 febbraio) e verranno azzerate le rette per i successivi mesi di mancata apertura e fruizione dei servizi; stesso sconto del 25% verrà applicato alla quota forfettaria del servizio di ristorazione scolastica del mese di febbraio per le scuole dell’infanzia comunali e statali e allo stesso modo saranno azzerate le rette per i successivi mesi di mancata apertura e fruizione del servizio.
Per quanto riguarda i servizi di pre-post scuola e trasporto scolastico, saranno rimborsati del 40 per cento per chi aveva cominciato a fruirne a settembre e dell’80 per cento per chi aveva cominciato a fruirne l’1 febbraio (chi aveva acquistato i servizi di pre–post scuola a ingressi, attraverso blocchetti, potrà utilizzare gli ingressi non usati anche il prossimo anno scolastico, oppure verrà rimborsato qualora l’alunno termini quest’anno il ciclo della scuola primaria).
Quanto dovuto delle rette di febbraio potrà essere pagato entro il 31 dicembre. Questa scadenza, lo sconto del 25 per cento per il mese di febbraio e l’azzeramento delle rette per i mesi successivi, si applicano anche alle famiglie che hanno avuto accesso ai servizi privati convenzionati 0 – 3 tramite bando delle iscrizioni comunali per i cui posti la fatturazione viene emessa dal gestore privato ma secondo specifiche regole e modalità previste dalla convenzione stipulata con il Comune di Ravenna.
La delibera approvata comporta minori entrate per il Comune pari a 2.879.000 euro.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Lo ha deciso la giunta comunale di oggi, facendo seguito alla delibera approvata la settimana scorsa, contenente gli accordi con i gestori dei nidi privati e la Fism: anche a loro sono state riconosciute risorse per non far pagare nessuna retta alle famiglie per servizi non utilizzati a causa dell’emergenza Coronavirus.
“Lo ripeto. Nessuna delle famiglie ravennati che fruiscono dei servizi per l’infanzia erogati da qualsiasi tipo di struttura – dichiara il sindaco Michele de Pascale - pagherà alcuna retta per servizi non goduti. Siamo partiti dai privati perché il tessuto imprenditoriale, per non gravare sulle famiglie, aveva bisogno di un intervento immediato”.
Per quanto riguarda i servizi erogati dal pubblico “avevamo già sospeso i pagamenti - ha aggiunto de Pascale - e ora abbiamo fatto questa delibera ad hoc, che azzera le rette per i mesi di mancata apertura e fruizione dei servizi; rimborsa, a seconda dei casi del 40 o dell’80 per cento il pagamento già effettuato dei servizi di pre–post scuola e trasporto scolastico, anche per dare liquidità alle famiglie; rimanda al 31 dicembre il pagamento di quanto deve essere versato per il mese di febbraio. Qualora necessario potranno essere concordate anche delle modalità di rateizzazione”.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i nidi d’infanzia comunali, sarà scontata del 25% la retta fissa del mese di febbraio 2020 (in quanto i servizi sono stati sospesi dal 24 febbraio) e verranno azzerate le rette per i successivi mesi di mancata apertura e fruizione dei servizi; stesso sconto del 25% verrà applicato alla quota forfettaria del servizio di ristorazione scolastica del mese di febbraio per le scuole dell’infanzia comunali e statali e allo stesso modo saranno azzerate le rette per i successivi mesi di mancata apertura e fruizione del servizio.
Per quanto riguarda i servizi di pre-post scuola e trasporto scolastico, saranno rimborsati del 40 per cento per chi aveva cominciato a fruirne a settembre e dell’80 per cento per chi aveva cominciato a fruirne l’1 febbraio (chi aveva acquistato i servizi di pre–post scuola a ingressi, attraverso blocchetti, potrà utilizzare gli ingressi non usati anche il prossimo anno scolastico, oppure verrà rimborsato qualora l’alunno termini quest’anno il ciclo della scuola primaria).
Quanto dovuto delle rette di febbraio potrà essere pagato entro il 31 dicembre. Questa scadenza, lo sconto del 25 per cento per il mese di febbraio e l’azzeramento delle rette per i mesi successivi, si applicano anche alle famiglie che hanno avuto accesso ai servizi privati convenzionati 0 – 3 tramite bando delle iscrizioni comunali per i cui posti la fatturazione viene emessa dal gestore privato ma secondo specifiche regole e modalità previste dalla convenzione stipulata con il Comune di Ravenna.
La delibera approvata comporta minori entrate per il Comune pari a 2.879.000 euro.
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