Studentessa-mamma, il Liceo Artistico allestisce una nursery | la CRONACA di RAVENNA

Studentessa-mamma, il Liceo Artistico allestisce una nursery

L'istituto in aiuto alla ragazza che avrebbe lasciato altrimenti la scuola. Ora porta il bimbo in classe e ha una stanza per allattare

05 giugno 2023 - Quest’anno sarà indimenticabile per Sofia Baroni, 20 anni, studentessa dell’ultimo anno del liceo artistico “Nervi Severini” di Ravenna. Non solo perché è quello della maturità, da sempre passaggio obbligato di tutte le generazioni, ma anche in quanto è il suo primo da mamma.

 

Il piccolo Edoardo è nato il 10 ottobre scorso, e vanta già un record: nonostante i pochi mesi di vita è stato in classe, nel banco accanto a quello della madre. 
Le sue prime poppate, oltre che sul divano di casa, si sono tenute anche nella nursery del liceo che il dirigente scolastico Gianluca Dradi ha fatto allestire in un’aula inutilizzata, con l’aiuto dell’associazione “Una carrozzina per due”, per consentire alla studentessa di continuare a frequentare le lezioni. Dopo la carriera alias e il congedo mestruale, il liceo artistico ravennate si dimostra ancora una volta ‘illuminato’ sul fronte della difesa dei diritti umani. 
Sofia Baroni, com’è essere madre e al contempo studentessa, così giovane?

«Un’esperienza straordinaria, ma faticosa. Non avevo programmato la maternità ma, quando ho saputo di essere incinta, ne sono stata contenta. Ho subito provato gioia. Poi chiaramente non sono mancati le paure, per esempio quella di non essere capita dagli altri, quella di non riuscire a organizzarmi per proseguire gli studi o quella di creare problemi a scuola…».
Quando ha scoperto di essere in dolce attesa?

«Durante lo scorso anno scolastico. L’ho subito detto alla mia professoressa di Mosaico, che è anche coordinatrice scolastica, e a tre mie amiche e compagne di classe che sapevo avrebbero tenuto il segreto. Prima di dirlo a tutti gli altri ho preferito aspettare i canonici tre mesi».
In rapporto alla scuola, qual è stato il suo primo pensiero?

«Quello di dover lasciare tutto… Il che mi avrebbe reso la vita più difficile perché, si sa, più si avanti e più è difficile ricominciare, poi per cercare un lavoro è importante avere un diploma. Ma devo dire che, già prima dell’estate, gli insegnanti e il preside sono stati rassicuranti perché mi hanno detto che avrei certamente potuto frequentare le lezioni in Dad».
E così è stato, com’è andata con la didattica a distanza?

«All’inizio un grande aiuto, soprattutto nell’ultimo mese prima del parto, perché mi evitava gli spostamenti. Dopo il parto però, è stato tutto più complicato perché mi dovevo riprendere fisicamente e il bambino assorbiva gran parte del mio tempo. Non era facile trovare la giusta concentrazione a casa. Anche perché, avendo genitori e ‘suoceri’ piuttosto giovani e in piena attività, non potevo contare più di tanto sul loro aiuto durante la giornata».
Ha mai pensato di mollare gli studi?

«Sì, verso l’inizio del secondo quadrimestre, sono andata in crisi. Non ce la facevo più. Piangevo spesso. Avevo avvisato la scuola. Ed è in quel momento che ho ricevuto una preziosa telefonata del preside Dradi. “Cosa ci fai a casa? Alzati e vieni a scuola”. Questo mi ha detto prima di informarmi che stavano allestendo una nursery in uno spazio inutilizzato del liceo, attrezzato con un lettino da campeggio e alcuni giocattoli. Lì avrei potuto allattare».
Com’erano le sue giornate tipo?

«Per gli spostamenti in auto con il bambino, mi hanno sempre aiutato i miei cari, perché prendere il pullman sarebbe stato troppo complicato. In classe, Edoardo si è guadagnato un posto al mio fianco e ho scoperto che è buonissimo, non piange quasi mai. E poi tutti fanno a gara per coccolarlo e cullarlo durante l’intervallo o quando sono impegnata in interrogazioni o compiti in classe».
Cosa vede nel suo futuro dopo la maturità?

«Dal prossimo autunno, riuscirò a organizzarmi meglio perché Edoardo andrà al nido. Mi piacerebbe trovare subito un lavoro per essere indipendente. Il mio sogno sarebbe quello di fare esperienza in un laboratorio di mosaico perché questo è il settore per cui ho studiato».

r.b.

 


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