Danni da cimice asiatica, nasce il Fondo CMC 2020 | la CRONACA di RAVENNA

Danni da cimice asiatica, nasce il Fondo CMC 2020

L'iniziativa è di Apo Conerpo, organizzazione di produttori di ortofrutta fresca con oltre 6.000 aziende agricole socie e 51 cooperative. Il presidente Vernocchi: "Lo scopo è quello di fornire un supporto che alleggerisca i maggiori costi"

27 agosto 2020 - La cimice asiatica è uno dei grandi problemi che il settore dell'ortofrutta si è trovato ad affrontare negli ultimi anni. Per sostenere i frutticoltori che ne hanno subito i danni, è nato in Italia in ambito cooperativo un Fondo mutualistico, uno dei primi strumenti di questo tipo in Europa.
L'iniziativa è di Apo Conerpo, organizzazione di produttori di ortofrutta fresca con oltre 6.000 aziende agricole socie e 51 cooperative.

Il Fondo rappresenta una risposta concreta a uno dei grandi problemi che il settore si è trovato ad affrontare negli ultimi anni: “L’Unione Europea – spiega il presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi – stimolava da tempo l’avvio di fondi mutualistici gestiti direttamente dalle organizzazioni di produttori come modalità innovative di stabilizzazione del reddito delle aziende agricole.
Il nostro obiettivo è proprio quello di creare uno strumento ulteriore a disposizione dei nostri produttori per aiutare quelli più colpiti: il Fondo si affiancherà al plafond di 16 milioni di euro per finanziamenti agevolati stanziato lo scorso anno. Non abbiamo la pretesa di poter coprire, da soli, gli enormi danni che la cimice asiatica ha causato nel nostro Paese, oltre 600 milioni di euro nel solo 2019: lo scopo del Fondo è quello di fornire un supporto che alleggerisca i maggiori costi per la difesa che i produttori saranno costretti a sopportare, in modo da alleviarne le difficoltà e migliorarne le prospettive”.

Il Fondo mutualistico CMC 2020 – questo il nome scelto da Apo Conerpo – avrà una prima durata di tre anni e sarà costituito attraverso l’adesione volontaria delle cooperative socie. In questo modo il costo necessario a permettere al Fondo di operare non ricadrà sui produttori.

“Le cooperative socie che vorranno aderire – prosegue Vernocchi -, ma soprattutto Apo Conerpo, si accolleranno l’onere finanziario per costituire e alimentare il Fondo: non verranno richiesti esborsi alle aziende agricole, che sono quelle che soffrono di più e a cui sono rivolti i massimi sforzi del Gruppo e i benefici di questo Fondo.
Auspicando che i forti investimenti in progetti di ricerca per la difesa dalla cimice asiatica ed il lancio degli antagonisti naturali, vespa samurai in primis, permettano di raggiungere un equilibrio biologico dell’insetto e di contenere entro pochi anni i danni, il rischio maggiore sarà proprio in questi primi anni: bisognerà resistere, auspicando una rapida regressione dell’insetto.
Per questo motivo il Fondo non verrà alimentato con contributi costanti nel tempo, ma partirà con un forte apporto già nel primo anno che decrescerà in quelli successivi. In questo modo, sarà possibile fin da subito erogare indennizzi a fondo perduto non prettamente simbolici, con spese e oneri di gestione ridottissimi”.

Nel primo anno, infatti, Apo Conerpo si impegna a versare nel Fondo una cifra pari a 7 volte quella raccolta attraverso l’adesione delle cooperative, andando a creare una dotazione complessiva che, si auspica, potrà garantire risorse non trascurabili per i produttori.

L’entità del Fondo dipenderà quindi dalla risposta delle cooperative socie. “L’unanimità espressa dai soci in assemblea nel valutare questo progetto – specifica il direttore di Apo Conerpo, Gabriele Chiesa - ci permette di considerare raggiungibile l’obiettivo seppur molto ambizioso di una dotazione già per il primo anno di 4 milioni di euro, con un impegno diretto di Apo Conerpo di 3,5 milioni”.

La cifra raccolta verrà poi suddivisa in quote da destinare alla tutela della produzione di pomacee da un lato (pere e mele) e di drupacee e kiwi dall’altro. Ci sarà poi una terza quota, alimentata direttamente da Apo Conerpo e definita “riserva di mutualità”, a cui sarà possibile attingere nel caso in cui uno dei due serbatoi principali risulti insufficiente a coprire le necessità.

“Formula e architettura del Fondo CMC sono indubbiamente innovative – prosegue Vernocchi -: dobbiamo ringraziare la AOP Finaf per la collaborazione nell’ideazione, CRPV per il supporto tecnico-agronomico e per gli approfondimenti sui costi di produzione, CSO Italy per il confronto sui dati commerciali e della PLV e, naturalmente, Emil Banca, realtà del credito cooperativo che, spinta dai nostri stessi ideali di mutualità e solidarietà, garantirà l’approvvigionamento finanziario”.

Il Fondo potrà beneficiare di un sostegno pubblico, in esclusiva solo per il 2020, tramite il Programma Operativo grazie a un apposito provvedimento comunitario grazie all’impegno della Regione Emilia-Romagna, di Areflh e dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.

“Ma non vogliamo creare false aspettative – conclude Vernocchi -: il Fondo CMC 2020 da solo non potrà annullare i nefasti effetti della cimice, ma solo contenerne un po’ i danni. Crediamo tuttavia che si tratti di un primo, nuovo e importante passo: un Fondo che incarna alla perfezione la vocazione mutualistica e solidaristica alla base dell’idea stessa di cooperazione”.


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