Morti sul lavoro, con 12 decessi nel 2022 Ravenna all'8° posto in Italia | la CRONACA di RAVENNA

Morti sul lavoro, con 12 decessi nel 2022 Ravenna all'8° posto in Italia

Osservatorio della Cgil regionale, aumento preoccupante anche degli infortuni

08 febbraio 2023 - Ravenna si trova all'8° posto in Italia per numero di morti sul lavoro. Lo rende noto l'osservatorio Vega, che ha sede a Mestre.
Con 12 decessi registrati nel 2022, la provincia di Ravenna è preceduta da Aosta,Matera, Foggia, Ascoli Piceno, Alessandria, Frosinone e Crotone.
L’incidenza è pari a 6,9 morti ogni centomila lavoratori.

Altri dati sugli infortuni sul lavoro vengno dall’“Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia Romagna” costituito dalla CGIL Emilia Romagna un anno fa, per monitorare, attraverso i dati resi disponibili dall’INAIL, quanto avviene nella nostra regione riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Nel 2022 l’Osservatorio ha registrato 81.170 infortuni denunciati (+9,6% rispetto ai 74.066 del 2021);  5.703 malattie professionali denunciate (+2,2% rispetto alle 5.578 del 2021); 88 denunce di infortunio con esito mortale (nel 2021 sono state 110).

I settori che nel 2022 hanno registrato il numero maggiore di morti sul lavoro in Emilia-Romagna sono trasporto e magazzinaggio (21 infortuni mortali denunciati); agricoltura (11); costruzioni (7); commercio e riparazione (7),  alloggio e ristorazione (5).

"Dopo la crisi economica del 2020 a causa della pandemia - commenta la Cgil regionale - il 2021 e il 2022 hanno rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa, pur risentendo degli effetti della guerra in Ucraina. 

Purtroppo, però, per il secondo anno consecutivo continuiamo a registrare un aumento preoccupante degli infortuni sul lavoro (+9,2% nel 2021, +9,6% nel 2022), che continuano a colpire in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori dei settori più fragili ed esposti (donne, migranti, precari, il sistema degli appalti e dei subappalti)".
Basta osservare i dati dei settori in cui si registrano il maggior numero di denunce di infortunio: 7.359 denunce nel settore del trasporto e magazzinaggio, 6.904 denunce nella sanità (in cui si evidenziano ancora gli effetti del Covid-19), 5.279 denunce nel commercio, 4.496 denunce nel settore delle costruzioni, 3.904 denunce in agricoltura e agroindustria.

I dati consegnano un imperativo: il tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve tornare a essere una priorità assoluta per le istituzioni a tutti i livelli.

Si tratta di una strage insopportabile. Nel 2022 in Italia hanno perso la vita sul lavoro 1.090 lavoratrici e lavoratori (una media di tre al giorno), dei quali 88 in Emilia-Romagna. Un dato che in questa regione, seppur in lieve calo, resta ancora tragicamente alto".

Per queste ragioni abbiamo condiviso con la Regione e i soggetti firmatari del “Patto per il lavoro e il clima”, il protocollo “Tutela della Salute e della sicurezza sul lavoro” al quale bisogna ora dare piena operatività. Chiediamo quindi che, a tutti i livelli, vengano realizzati investimenti sulla prevenzione e per sviluppare la cultura della sicurezza sul lavoro nelle scuole, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi, sulla formazione, e sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla definizione dei modelli organizzativi che garantiscano la loro sicurezza. Il governo assuma come priorità la tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro e dia risposta alle rivendicazione delle organizzazioni sindacali.

Allo stesso tempo devono essere istituiti in tutti i territori i tavoli provinciali e gli osservatori che garantiscano, da parte degli enti locali e da tutte le istituzioni preposte la presa in carico delle problematiche legate a: sicurezza sul lavoro, sfruttamento e legalità, gestione dei siti, delle filiere e dei distretti più complessi. 

Per fermare la strage nei luoghi di lavoro bisogna ricostruire il legame tra sicurezza legalità e qualità del lavoro, con il protagonismo di lavoratrici e lavoratori e la responsabilità di imprese e istituzioni".

 

 


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