Economia
"Il divieto di prelevare acqua dal Lamone uccide ciò che resta di kiwi e uva"
Dura presa di posizione della Coldiretti. Nel mirino la burocrazia regionale
![Il divieto di prelevare acqua dal Lamone uccide ciò che resta di kiwi e uva](/file/articoli/th/articoli_1196.jpg)
14 agosto 2020 - “Ancora oggi, anno 2020, dopo una pandemia globale che ha provocato danni ingenti anche al settore agricolo, dopo un'annata caratterizzata da gelate straordinarie che hanno distrutto interi raccolti mettendo in ginocchio le aziende di buona parte dell'Emilia-Romagna e in particolare della provincia di Ravenna, gli agricoltori sono costretti a pagare anche il prezzo di una burocrazia schizofrenica”.
Questo il duro commento del direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini, alla luce della mancata concessione, da parte dell'Assessorato all'Ambiente della Regione, della deroga ai prelievi irrigui sul fiume Lamone, “misura indispensabile per salvare quel poco di frutta, kiwi e uva, risparmiata dal gelo primaverile”.
Nel mirino di Coldiretti il cortocircuito burocratico, una vera e propria contraddizione tra istituzioni pubbliche, che sta alla base della mancata deroga al Deflusso Minimo Vitale (DMV) da parte dell'Assessorato di viale Aldo Moro: “Ci troviamo in una situazione paradossale – afferma ancora il direttore Zampini – da un parte c'è l'Autorità di Bacino del Fiume Po, dipendente direttamente dal ministero dell'Ambiente, che con nota ufficiale precisa sostanzialmente che il DMV, con conseguente blocco dei prelievi, non si giustifica sui nostri torrenti ed è necessario trovare nuovi equilibri per coniugare le esigenze ambientali a quelle socio-economiche-produttive; dall'altra c'è l'Assessorato all'Ambiente regionale che persevera nel suo diniego, con danni rilevanti agli agricoltori di collina che hanno appezzamenti nella zona del fondo valle del Lamone”.
Per Coldiretti, Ravenna dunque, “il divieto di prelievi, ingiustamente applicato, sembra quasi nascere da una inspiegabile volontà di ostacolare la legittima attività imprenditoriale dei produttori agricoli”.
“Forse bisognerebbe che certi apparati avessero il rischio sulla retribuzione come hanno gli agricoltori - rincara la dose Zampini - la mancata deroga, infatti, pregiudica l'irrigazione di soccorso indispensabile, in fase di siccità conclamata qual è quella attuale, per salvare uliveti, impianti di kiwi e vigneti. Tra l'altro – aggiunge il Direttore – il blocco dei prelievi non è giustificato nemmeno dalla necessità di preservare la fauna ittica che da settimane ormai ha seguito la corrente scendendo a valle dove il Lamone è adeguatamente rifornito dal CER”.
Secondo Coldiretti, alla luce anche delle previsioni che indicano il perdurare dell’assenza di precipitazioni, non c’è davvero più tempo da perdere: “La Regione comprenda che in questo anno tragico e straordinario occorre fare tutto il possibile per salvare quei raccolti risparmiati da gelo e grandine, andando a garantire finalmente agli imprenditori agricoli la possibilità di approvvigionamento idrico”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Questo il duro commento del direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini, alla luce della mancata concessione, da parte dell'Assessorato all'Ambiente della Regione, della deroga ai prelievi irrigui sul fiume Lamone, “misura indispensabile per salvare quel poco di frutta, kiwi e uva, risparmiata dal gelo primaverile”.
Nel mirino di Coldiretti il cortocircuito burocratico, una vera e propria contraddizione tra istituzioni pubbliche, che sta alla base della mancata deroga al Deflusso Minimo Vitale (DMV) da parte dell'Assessorato di viale Aldo Moro: “Ci troviamo in una situazione paradossale – afferma ancora il direttore Zampini – da un parte c'è l'Autorità di Bacino del Fiume Po, dipendente direttamente dal ministero dell'Ambiente, che con nota ufficiale precisa sostanzialmente che il DMV, con conseguente blocco dei prelievi, non si giustifica sui nostri torrenti ed è necessario trovare nuovi equilibri per coniugare le esigenze ambientali a quelle socio-economiche-produttive; dall'altra c'è l'Assessorato all'Ambiente regionale che persevera nel suo diniego, con danni rilevanti agli agricoltori di collina che hanno appezzamenti nella zona del fondo valle del Lamone”.
Per Coldiretti, Ravenna dunque, “il divieto di prelievi, ingiustamente applicato, sembra quasi nascere da una inspiegabile volontà di ostacolare la legittima attività imprenditoriale dei produttori agricoli”.
“Forse bisognerebbe che certi apparati avessero il rischio sulla retribuzione come hanno gli agricoltori - rincara la dose Zampini - la mancata deroga, infatti, pregiudica l'irrigazione di soccorso indispensabile, in fase di siccità conclamata qual è quella attuale, per salvare uliveti, impianti di kiwi e vigneti. Tra l'altro – aggiunge il Direttore – il blocco dei prelievi non è giustificato nemmeno dalla necessità di preservare la fauna ittica che da settimane ormai ha seguito la corrente scendendo a valle dove il Lamone è adeguatamente rifornito dal CER”.
Secondo Coldiretti, alla luce anche delle previsioni che indicano il perdurare dell’assenza di precipitazioni, non c’è davvero più tempo da perdere: “La Regione comprenda che in questo anno tragico e straordinario occorre fare tutto il possibile per salvare quei raccolti risparmiati da gelo e grandine, andando a garantire finalmente agli imprenditori agricoli la possibilità di approvvigionamento idrico”.
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