Economia
Tortore e colombacci all'assalto dei campi di girasole
Denuncia delle cooperative agricole braccianti. «Purtroppo le misure di prevenzione e dissuasione disponibili e proposte dagli enti pubblici sono largamente insufficienti. Occorrono deleghe per l’apertura della caccia con giorni programmati»
![Tortore e colombacci all'assalto dei campi di girasole](/file/articoli/th/articoli_637974545340669207.jpg)
30 agosto 2022 - Le Cooperative Agricole Braccianti lanciano un grido d’allarme sui pesanti danni che hanno registrato quest’anno sulle produzioni di girasole, e in particolare in quelle da seme, produzione pregiata in cui sono specializzate.
Nei 672 ettari (480 da seme) delle 7 CAB dedicati al girasole da produzione integrata e biologica, arrivano fino al 50% i danni subiti a causa di colombacci, tortore e piccioni, il cui proliferare è evidentemente fuori controllo.
"Purtroppo le misure di prevenzione e dissuasione disponibili e proposte dagli enti pubblici sono largamente insufficienti, oltre a rappresentare un costo incomprensibile per l’agricoltore in termini di denaro, tempo e burocrazia. Conseguentemente il riconoscimento dei danni da parte degli enti pubblici è comunque drammaticamente insufficiente".
Non solo quindi daini, cinghiali e nutrie. Ora anche picconi, tortore e colombacci.
"In casi come questi, nelle aree particolarmente colpite, come la fascia confinante col litorale adriatico, occorrono deleghe per l’apertura della caccia con giorni programmati nei periodi opportuni e azioni di controllo".
Nonostante gli innumerevoli appelli del mondo agricolo di questi ultimi anni, "i problemi da crescita fuori controllo di alcune specie animali stanno continuando ad aumentare, mentre si faticano a trovare le politiche pubbliche di contenimento.
Richiamiamo, ancora una volta, tutti gli enti locali, a partire dalla Regione Emilia-Romagna, e lo Stato a rafforzare con decisione le politiche per il controllo della fauna selvatica, la difesa delle produzioni agricole e del territorio".
Nei 672 ettari (480 da seme) delle 7 CAB dedicati al girasole da produzione integrata e biologica, arrivano fino al 50% i danni subiti a causa di colombacci, tortore e piccioni, il cui proliferare è evidentemente fuori controllo.
"Purtroppo le misure di prevenzione e dissuasione disponibili e proposte dagli enti pubblici sono largamente insufficienti, oltre a rappresentare un costo incomprensibile per l’agricoltore in termini di denaro, tempo e burocrazia. Conseguentemente il riconoscimento dei danni da parte degli enti pubblici è comunque drammaticamente insufficiente".
Non solo quindi daini, cinghiali e nutrie. Ora anche picconi, tortore e colombacci.
"In casi come questi, nelle aree particolarmente colpite, come la fascia confinante col litorale adriatico, occorrono deleghe per l’apertura della caccia con giorni programmati nei periodi opportuni e azioni di controllo".
Nonostante gli innumerevoli appelli del mondo agricolo di questi ultimi anni, "i problemi da crescita fuori controllo di alcune specie animali stanno continuando ad aumentare, mentre si faticano a trovare le politiche pubbliche di contenimento.
Richiamiamo, ancora una volta, tutti gli enti locali, a partire dalla Regione Emilia-Romagna, e lo Stato a rafforzare con decisione le politiche per il controllo della fauna selvatica, la difesa delle produzioni agricole e del territorio".
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