Il circolo Pd 'Porto': "No concorrenza al ribasso, ma servizi di qualità" | la CRONACA di RAVENNA

Il circolo Pd 'Porto': "No concorrenza al ribasso, ma servizi di qualità"

Documento sui temi della portualità ravenna. "Va aggiornato il Protocollo sulla sicurezza"

20 luglio 2022 - Il Circolo Pd 'Porto di Ravenna' ha promosso il primo tavolo di confronto pubblico. Erano presenti all’incontro i rappresentanti delle principali associazioni datoriali e i sindacati, oltre che degli enti e associazioni rappresentative del mondo portuale. La discussione si è sviluppata su 4 temi principali: Sicurezza sul lavoro; Tutela della legalità e delle aziende che rispettano le regole; Parametri e criteri per lo sviluppo di una concorrenza sana e positiva; Controlli per il rispetto delle norme da parte degli Enti e delle Istituzioni. "Le posizioni emerse - spiega il segretario del circolo Pd Denis Di Martino - indicano che esistono due macro modelli di portualità. Il primo, basato su una concorrenza al ribasso, per attrarre clienti, praticando tariffe inferiori, speculando su formazione, sicurezza e rispetto dei contratti di lavoro; questo modello presenta potenziali incrementi di traffico nel breve periodo, a discapito delle regole in cui noi fortemente crediamo e che pensiamo debbano stare alla base di ogni forma di lavoro. E’ certamente un modello destinato a non durare nel tempo ed a creare sul territorio: incertezza, insicurezza, povertà e situazioni di dumping sociale. Il secondo è un modello di porto, caratterizzato dall’erogazione di un servizio di qualità, saldamente legato al rispetto di quelle normative, che mettono seri limiti a speculazione, lavoro irregolare, etc. Il tipo di sviluppo che noi proponiamo per il porto di Ravenna, è inoltre basato sulla tutela della legalità e sull’efficienza e la specificità del lavoro portuale, che siamo in grado di offrire. Un lavoro che sia in grado di generare un valore aggiunto nei confronti dei propri clienti, in termini di servizi e nei confronti del proprio territorio, in termini di ricchezza generata." Chiaramente, l’organizzazione dello scalo ravennate "dev’essere in grado di adeguarsi alle esigenze, date dalle situazioni e congiunture economiche del momento, rispondendo positivamente, e in maniera tempestiva, alle reali necessità del mercato. Questo riteniamo essere il modello di portualità, che possa crescere, migliorare e perdurare nel tempo. Oltretutto pensiamo che in un momento di grandi trasformazioni e cambiamenti che il nostro porto sta affrontando o affronterà a breve sia importante avere ben presente il sentiero da percorrere evidenziando le differenze fra i due modelli di cui parliamo e crediamo che tutto il partito, non solo il nostro circolo, debba schierarsi chiaramente e senza tentennamenti". Rileviamo la necessità di una maggiore e più incisiva pianificazione del lavoro da parte degli Enti pubblici e di controlli effettuati dagli organismi competenti. Il Governo del Paese, ancora oggi, non è stato in grado di mettere ordine in un fittissimo sottobosco di leggi, leggine e regolamenti, spesso contrastanti fra loro, che favoriscono di fatto l’insorgere del lavoro nero, della concorrenza sleale, ecc. Riteniamo pertanto necessario un intervento legislativo a livello nazionale che possa uniformare i sistemi portuali nazionali e limitare le svariate interpretazioni, a volte al limite del fantasioso, che di fatto favoriscono situazioni di concorrenza impropria". "Desideriamo, inoltre, sollecitare tutti gli attori coinvolti, a trovare quanto prima un accordo e a firmare il rinnovo del Protocollo d’intesa per la pianificazione degli interventi sulla sicurezza del lavoro nel porto di Ravenna. Questo strumento ha rappresentato e continua a rappresentare uno strumento efficacie per aumentare il livello di sicurezza e pianificare i relativi interventi a scopo precauzionale e preventivo. Il ritardo del rinnovo del suddetto protocollo sta causando non poche preoccupazioni agli operatori portuali, ribadiamo pertanto il nostro auspicio affinché la firma avvenga quanto prima. Ci teniamo a precisare, che le riflessioni fatte, devono intendersi non solo nei confronti delle “attività prettamente portuali”, ma anche verso quelle ferroviarie e di autotrasporto, che sono parte integrante del sistema logistico e portuale ravennate. Si può concludere dicendo che, per quanto emerso dalle discussioni fatte in ambito del Tavolo, le esigenze più sentite dagli Operatori, dalle Rappresentanze Sindacali e dai Servizi tecnico-nautici, sono legate: ad una visione “regolata” del mondo del lavoro, all’erogazione di un servizio di qualità, a controlli seri e puntuali ed alla collaborazione di tutte le parti coinvolte, al fine di “fare sistema” e ragionare come un unico corpo. La necessità più sentita oggi da parte del Tavolo di confronto istituito in seno al Circolo “Porto di Ravenna”, è poter diffondere una cultura del lavoro portuale, tramite dibattiti, pubblicazioni, social media, che possa contribuire fattivamente allo sviluppo dello scalo ravennate in termini positivi, secondo le caratteristiche sopra elencate".


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