Cultura
Dopo 200 anni "torna a casa" il dipinto di Nicolò Rondinelli “San Giovanni Evangelista appare a Galla Placidia”
Dalla Pinacoteca di Brera al Museo Nazionale, grazie a un progetto del ministero della Cultura che restituirà 100 opere d’arte ai musei statali dei territori nei quali erano state concepite e realizzate. FOTOGALLERY
13 gennaio 2022 - Il dipinto di Nicolò Rondinelli “San Giovanni Evangelista appare a Galla Placidia”, proveniente dai depositi della Pinacoteca di Brera di Milano, è tornato oggi dopo più di 200 anni al Museo Nazionale di Ravenna. L’opera è stata accolta al suo arrivo dal direttore regionale Musei Emilia-Romagna, Giorgio Cozzolino, dalla direttrice del Museo Nazionale di Ravenna, Emanuela Fiori, dal sindaco di Ravenna, Michele de Pascale e dall'assessore comunale alla Cultura, Fabio Sbaraglia.
La pala, realizzata per la basilica di San Giovanni Evangelista, celebra un miracolo legato alla consacrazione della chiesa, avvenuta all’epoca di Galla Placidia. L’episodio, raffigurato più volte in ambito ravennate, trova la più alta espressione per mano di Nicolò Rondinelli, formatosi a Venezia nella bottega di Giovanni Bellini. Le figure solenni e piene di grazia dell’augusta e dell’evangelista Giovanni, la raffinata quinta architettonica e la ricerca cromatica fanno dell’opera una dei più alti esiti della pittura romagnola tra Quattro e Cinquecento.
L’opera su tavola è stata requisita al momento delle soppressioni napoleoniche e selezionata per la costituenda galleria braidense.
Cozzolino esprime grande soddisfazione per l’iniziativa: “È un momento importante per la città e per il Museo che ne custodisce le storie. Il Museo Nazionale di Ravenna infatti racconta le vicende conservative complesse di un patrimonio cittadino assai variegato, che non si conclude nei “soli” monumenti Unesco. Grazie al progetto 100 opere e al riallestimento della sezione dei dipinti, potremo restituire ai visitatori la conoscenza di un congruo capitolo della pittura locale, non scevra di punte di notevole rilevanza estetica”.
“Il rientro di quest’opera, dichiara de Pascale, è una notizia bellissima per tutta la nostra comunità che, in virtù di questo importante progetto, atto a valorizzare e promuovere le opere dislocate nei depositi dei luoghi d’arte statali, si riappropria di questa suggestiva opera, un altro tassello prezioso del nostro patrimonio artistico, che sarà presto visibile al pubblico in una nuova esposizione dedicata”.
La tavola troverà collocazione al primo piano del complesso monastico di San Vitale, nelle sale prospicienti il “grande dormitorio”, un tempo destinate ad infermeria, foresteria e altri servizi.
“Nei prossimi due mesi, conferma Fiori, completeremo il riallestimento della raccolta di dipinti del Museo Nazionale, che offre un interessante excursus nella pittura romagnola dal tardo medioevo all’età moderna.
Accogliere la Pala Rondinelli è un’emozione grande e rappresenta un ideale completamento di una vicenda artistica ravennate. Tra i dipinti esposti abbiamo infatti altre opere provenienti da San Giovanni Evangelista, tra cui le lunette cinquecentesche con le Storie di Galla Placidia, affrescate da Francesco Longhi. Personalmente trovo la tavola particolarmente emozionante perché porta l’eco degli antichi mosaici absidali, irrimediabilmente scomparsi”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
La pala, realizzata per la basilica di San Giovanni Evangelista, celebra un miracolo legato alla consacrazione della chiesa, avvenuta all’epoca di Galla Placidia. L’episodio, raffigurato più volte in ambito ravennate, trova la più alta espressione per mano di Nicolò Rondinelli, formatosi a Venezia nella bottega di Giovanni Bellini. Le figure solenni e piene di grazia dell’augusta e dell’evangelista Giovanni, la raffinata quinta architettonica e la ricerca cromatica fanno dell’opera una dei più alti esiti della pittura romagnola tra Quattro e Cinquecento.
L’opera su tavola è stata requisita al momento delle soppressioni napoleoniche e selezionata per la costituenda galleria braidense.
Cozzolino esprime grande soddisfazione per l’iniziativa: “È un momento importante per la città e per il Museo che ne custodisce le storie. Il Museo Nazionale di Ravenna infatti racconta le vicende conservative complesse di un patrimonio cittadino assai variegato, che non si conclude nei “soli” monumenti Unesco. Grazie al progetto 100 opere e al riallestimento della sezione dei dipinti, potremo restituire ai visitatori la conoscenza di un congruo capitolo della pittura locale, non scevra di punte di notevole rilevanza estetica”.
“Il rientro di quest’opera, dichiara de Pascale, è una notizia bellissima per tutta la nostra comunità che, in virtù di questo importante progetto, atto a valorizzare e promuovere le opere dislocate nei depositi dei luoghi d’arte statali, si riappropria di questa suggestiva opera, un altro tassello prezioso del nostro patrimonio artistico, che sarà presto visibile al pubblico in una nuova esposizione dedicata”.
La tavola troverà collocazione al primo piano del complesso monastico di San Vitale, nelle sale prospicienti il “grande dormitorio”, un tempo destinate ad infermeria, foresteria e altri servizi.
“Nei prossimi due mesi, conferma Fiori, completeremo il riallestimento della raccolta di dipinti del Museo Nazionale, che offre un interessante excursus nella pittura romagnola dal tardo medioevo all’età moderna.
Accogliere la Pala Rondinelli è un’emozione grande e rappresenta un ideale completamento di una vicenda artistica ravennate. Tra i dipinti esposti abbiamo infatti altre opere provenienti da San Giovanni Evangelista, tra cui le lunette cinquecentesche con le Storie di Galla Placidia, affrescate da Francesco Longhi. Personalmente trovo la tavola particolarmente emozionante perché porta l’eco degli antichi mosaici absidali, irrimediabilmente scomparsi”.
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