Tablet, pc o una sim per 712 studenti | la CRONACA di RAVENNA

Tablet, pc o una sim per 712 studenti

La Regione ha erogato, nell’anno scolastico 2020-2021, contributi per combattere il divario digitale. A Ravenna meno beneficiari delle altre province

02 dicembre 2021 - Ammontano a 712 gli studenti ravennati, dalle scuole primarie fino alle superiori, compresi anche gli istituti di formazione professionale, che hanno beneficiato dei contributi regionali per combattere il divario digitale nel corso dell’anno scolastico 2020-2021.

A livello regionale, sono stati oltre 15 mila i ragazzi a ottenere un tablet, un pc o una sim, per un totale di 16.737 dispositivi, grazie a un investimento di 6 milioni di euro.

Guardando le risorse sotto la lente di ingrandimento, si nota che 3,5 milioni di euro sono stati messi a disposizione dalla Regione per finanziare gli interventi nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, 1,5 milioni dal Fondo Sociale Europeo per gli enti di formazione professionale e 1 milione da Zanichelli Editore per le scuole primarie.

Nella suddivisione dei contributi per provincia, emerge che Ravenna è la città con meno beneficiari. Un dato che ovviamente stupisce se rapportato a quello di province ugualmente popolose, come Forlì-Cesena, se non addirittura nettamente inferiori come Piacenza, Rimini e Ferrara.

A Bologna, i beneficiari sono stati 2.163, a Modena 1.785, a Reggio Emilia 1.333, a Parla 1.220, a Forlì-Cesena 1.155, a Rimini 978, a Piacenza 915 e a Ferrara 809. A questi si aggiungono poi circa 4 mila ragazzi che frequentano gli istituti di formazione professionale presenti sul territorio regionale.

Ogni territorio ha potuto scegliere la modalità più idonea per l’assegnazione: c’è chi ha scelto il bando e chi invece ha adottato la procedura diffusa, stilando graduatorie in collaborazione con i servizi sociali e le scuole.

Ci sono state differenze tra le province anche nell’erogazione: alcuni distretti hanno optato per la centralizzazione della procedura d’acquisto, altri per l’emissione di voucher, altri ancora hanno lasciato autonomia alle scuole.
In generale, si è data preferenza ai minori in strutture d’accoglienza, in situazione di affido o con disabilità certifica, con BES (bisogno educativo speciale) e DSA (disturbo specifico di apprendimento); a nuclei familiari con più figli in età scolare, in situazione di “disagio digitale”, cioè con figli privi di dispositivi o con dispositivi inadatti alla Dad/senza connessione internet o con connessione inadatta alla Dad; minori che non hanno partecipato (o hanno partecipato con grande difficoltà) alla Dad dal primo lockdown; nuclei difficoltà in difficoltà economica; restituzione comodato d’uso in favore di dispositivi in proprietà; difficoltà sociali, culturali ed educative.

Per quanto riguarda le fasce d’età, il 325 dei beneficiari frequentava le scuole primarie, il 24% le scuole secondarie di primo grado (ossia le vecchie scuole medie), mentre il restante 44% aveva più di 14 anni ed era iscritto alle scuole secondarie di secondo grado (superiori), o gli enti di formazione professionale.
Nel 57% dei casi si è tratto di maschi, nel 43% di femmine. Da un punto di vista sociografico, i beneficiari provengono da famiglie numerose, in media con più di 4 componenti, e in difficoltà economiche, nell’80% dei casi l’Isee è inferiore ai 13 mila euro.

«Questa iniziativa contro il divario digitale – afferma l’assessora regionale alla Scuola e all’Agenda Digitale, Paola Salomoni – è nata per dare una risposta immediata ai bisogni degli alunni e delle famiglie, ma non è mai stata intesa come una misura emergenziale. Dobbiamo essere capaci di guidare la transizione tecnologica, valorizzando l’informatica come strumento, e per farlo è necessario che nessuno studente sia lasciato indietro per carenze di risorse».


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