Ortopedia, un unico reparto esteso sul territorio della Romagna. Belluati: «Chirurgia robotica per tutti i pazienti» | la CRONACA di RAVENNA

Ortopedia, un unico reparto esteso sul territorio della Romagna. Belluati: «Chirurgia robotica per tutti i pazienti»

Nel 2022 gli interventi saranno oltre 350. Per ora è impiegata al ginocchio, a breve anche all'anca e alla spalla

13 ottobre 2021 - Un esempio di organizzazione sanitaria efficiente che offre praticamente un unico padiglione di ortopedia esteso su tutto il territorio dell’Ausl Romagna, con 6 reparti e diversi responsabili negli ospedali da Ravenna a Cattolica che si comportano in modo comune e soprattutto cercano di far confluire i pazienti con determinate patologie verso chi ha più esperienza dando un migliore risultato finale.

La vera novità di questo padiglione trasversale, o meglio ‘Dipartimento Osteoarticolare’ dell’Ausl Romagna, è l’uniformità di trattamento per tutti i cittadini a qualunque ospedale si rivolgeranno e la chirurgia robotica ne è un esempio.
Fino a oggi l’impiego della protesica robotica avveniva solo per i pazienti della provincia di Ravenna, in seguito alla sperimentazione avviata anni fa dal dottor Alberto Belluati nell’Unità Operativa Ortopedia e Traumatologia di Ravenna, che aveva comunicato già allora la volontà di estenderla a tutti i cittadini della Romagna.

Dal 1° gennaio 2022, quindi, grazie all’acquisizione della strumentazione tecnologica, l’offerta di chirurgia robotica potrà essere estesa a tutti i pazienti delle Ortopedie del Dipartimento Osteoarticolare.
La sperimentazione è stata avviata nel 2020 e ha interessato 35 casi. Dal mese di settembre 2021, con l’acquisizione da parte dell’Ausl Romagna di due “robot”, attraverso una gara europea, sono già stati eseguiti 12 interventi che arriveranno entro la fine dell’anno a 60.

Con il progetto di estensione che coinvolgerà i pazienti che si rivolgeranno agli altri ospedali della Romagna, si prevedono per il 2022 oltre 350 interventi. Duecento per i pazienti della provincia di Ravenna e 150 per quelli degli altri ambiti romagnoli.

Attualmente la chirurgia protesica robotica viene impiegata prevalentemente al ginocchio. A breve verrà impiegata anche per l’anca e successivamente alla spalla.

I pazienti saranno preparati all’intervento nell’ospedale del proprio territorio secondo protocolli condivisi e ricoverati all’ospedale di Ravenna il giorno prima dell’intervento che sarà eseguito dal chirurgo, debitamente formato, di riferimento del paziente, assistito dal medico, anestesista, e personale infermieristico di Ravenna.

Il team multidisciplinare incontrerà i pazienti prima dell’intervento e li seguirà durante il percorso di cura. Durante l’incontro il personale medico e infermieristico presenteranno il dispositivo utilizzato, la tecnica chirurgica e il percorso che l’utente affronterà dalla unità operativa, alla sala operatoria fino al rientro in degenza. È inoltre previsto un momento dedicato alle domande dei pazienti.

Se non sopraggiungono complicazioni, trascorse due giornate dall’intervento il paziente viene trasferito in ambulanza presso l’ospedale di residenza per il proseguimento delle cure. La riabilitazione e tutti i successivi controlli avverranno nell’ospedale di residenza. Alla lettera di dimissione verrà allegato il Progetto riabilitativo individuale.
Al termine del percorso verrà consegnato al paziente un questionario per testare la qualità dell’informazione ed educazione ricevuta nel percorso chirurgico.

L’attività di formazione del personale medico delle Unità Operative Ortopediche degli ospedali è già in corso e si conta che entro il mese di gennaio sarà completata per almeno un chirurgo ortopedico di ciascuna Unità Operativa della Romagna.

La sperimentazione già avviata a Ravenna ha dimostrato gli importanti vantaggi dell’impiego della robotica nella chirurgia protesica di ginocchio e anca. «Posizionamento dell’impianto più accurato, riduzione del dolore post-operatorio, riduzione della durata media del ricovero e dei tassi di revisione a 24 mesi sono gli aspetti più rilevanti di questo trattamento chirurgico. La tecnologia robotica - spiega Belluati - aiuta inoltre a ridurre al minimo il traumatismo chirurgico, comprimendo così i tempi di recupero e guarigione, minimizzando il rischio di complicanze locali».MVV



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