Cronaca
La Finanza sequestra tre immobili a un imprenditore
Le Fiamme gialle contestano vari reati, come emissione di fatture false e autoriciclaggio
06 ottobre 2021 - Un imprenditore della provincia ravennate operante nel settore della
pulizia industriale, si è visto sequestrare dalla Finanza 3
immobili per un valore complessivo di circa
420.000 euro.
Le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Ravenna hanno infatti dato esecuzione al provvedimento con il quale il Tribunale di Bologna, su proposta della Procura della Repubblica di Ravenna.
L’imprenditore è indiziato di essere l’autore di una serie di reati tributari e finanziari, commessi con continuità e professionalità criminale, da cui sarebbero derivati ingenti profitti illeciti reinvestiti anche in altre attività commerciali a lui riconducibili, così da permettergli di accumulare nel tempo un cospicuo patrimonio.
Secondo il Tribunale, infatti, gli elementi di fatto finora raccolti permettono di descrivere l’imprenditore come una persona dedita abitualmente a commettere delitti soprattutto nell’esercizio della propria attività d’impresa e in particolare nell’ultimo decennio, durante il quale è stato accusato di aver posto in essere ripetute frodi fiscali con l'emissione e l'utilizzazione di fatture false, omesso versamento di imposte e ritenute previdenziali, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio.
Proprio i suoi precedenti penali e giudiziari hanno indotto il Tribunale di Bologna ad avviare il procedimento di prevenzione e, nelle more, a disporre il vincolo cautelare sui beni per evitare che, durante l’imminente fase istruttoria da svolgersi in contraddittorio con la parte, questi beni potessero essere dolosamente dispersi, rendendo così inefficace un eventuale futuro provvedimento finalizzato alla confisca definitiva del patrimonio frutto dell’autoriciclaggio dei profitti illeciti.
In esecuzione del provvedimento cautelare i finanzieri del Gruppo di Ravenna hanno quindi proceduto in questi giorni a sequestrare cautelarmente i 3 immobili, due appartamenti e un deposito, risultati nell’effettiva disponibilità dell’imprenditore investigato sebbene formalmente intestati a sua figlia, nonché ad una società di diritto rumeno, per la quale è risultato essere l’amministratore unico.
L’operazione di oggi testimonia la costante attenzione operativa delle Fiamme Gialle ravennati, che, in aderenza alle direttive dell’autorità giudiziaria, continua a essere rivolta anche all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali grazie alla commissione di gravi reati economico finanziari, nella consapevolezza che solo l’apprensione materiale dei beni costituenti il profitto delle condotte delittuose possa – almeno in parte – ristorare la collettività e rappresentare un chiaro monito per chi intendesse operare in spregio alle regole e in danno all’imprenditoria sana.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Ravenna hanno infatti dato esecuzione al provvedimento con il quale il Tribunale di Bologna, su proposta della Procura della Repubblica di Ravenna.
L’imprenditore è indiziato di essere l’autore di una serie di reati tributari e finanziari, commessi con continuità e professionalità criminale, da cui sarebbero derivati ingenti profitti illeciti reinvestiti anche in altre attività commerciali a lui riconducibili, così da permettergli di accumulare nel tempo un cospicuo patrimonio.
Secondo il Tribunale, infatti, gli elementi di fatto finora raccolti permettono di descrivere l’imprenditore come una persona dedita abitualmente a commettere delitti soprattutto nell’esercizio della propria attività d’impresa e in particolare nell’ultimo decennio, durante il quale è stato accusato di aver posto in essere ripetute frodi fiscali con l'emissione e l'utilizzazione di fatture false, omesso versamento di imposte e ritenute previdenziali, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio.
Proprio i suoi precedenti penali e giudiziari hanno indotto il Tribunale di Bologna ad avviare il procedimento di prevenzione e, nelle more, a disporre il vincolo cautelare sui beni per evitare che, durante l’imminente fase istruttoria da svolgersi in contraddittorio con la parte, questi beni potessero essere dolosamente dispersi, rendendo così inefficace un eventuale futuro provvedimento finalizzato alla confisca definitiva del patrimonio frutto dell’autoriciclaggio dei profitti illeciti.
In esecuzione del provvedimento cautelare i finanzieri del Gruppo di Ravenna hanno quindi proceduto in questi giorni a sequestrare cautelarmente i 3 immobili, due appartamenti e un deposito, risultati nell’effettiva disponibilità dell’imprenditore investigato sebbene formalmente intestati a sua figlia, nonché ad una società di diritto rumeno, per la quale è risultato essere l’amministratore unico.
L’operazione di oggi testimonia la costante attenzione operativa delle Fiamme Gialle ravennati, che, in aderenza alle direttive dell’autorità giudiziaria, continua a essere rivolta anche all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali grazie alla commissione di gravi reati economico finanziari, nella consapevolezza che solo l’apprensione materiale dei beni costituenti il profitto delle condotte delittuose possa – almeno in parte – ristorare la collettività e rappresentare un chiaro monito per chi intendesse operare in spregio alle regole e in danno all’imprenditoria sana.
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