33 milioni di false compensazioni di imposte e contributi previdenziali. Truffa scoperta dalla Guardia di Finanza | la CRONACA di RAVENNA

33 milioni di false compensazioni di imposte e contributi previdenziali. Truffa scoperta dalla Guardia di Finanza

Denunciati e sospesi dall'attività d'impresa i 30 responsabili, interdizione di un anno per gli ideatori del raggiro. Sequestrati oltre 1,6 milioni di euro

04 settembre 2021 - Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ravenna, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica capitolina, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro di disponibilità finanziarie e beni nei confronti di 22 società e 30 persone fisiche ad esse collegate, indagate per aver effettuato, tra il 2015 ed il 2018, indebite compensazioni di imposte e contributi previdenziali per oltre 33 milioni di euro, utilizzando crediti in realtà inesistenti.

L’indagine della Guardia di Finanza è scaturita da una verifica fiscale eseguita dalla 1a Compagnia di Ravenna nei confronti di una società ravennate, nel corso della quale è stato accertato come questa, per annullare i debiti tributari, avesse utilizzato fatture false e crediti d’imposta inesistenti acquistati da una società con sede a Roma. In pratica la società romana, gestita di fatto da uno studio professionale ideatore e responsabile della frode, si era accollata i debiti tributari e previdenziali per poi annullarli compensandoli con crediti fittizi.

Dalle conseguenti indagini è stato poi appurato che questa operazione non era affatto isolata ma rientrava in un più vasto sistema fraudolento che andava avanti da tempo e che utilizzava società cartiere sulle quali far ricadere i debiti tributari delle imprese beneficiarie per poi annullarli con illegali compensazioni telematiche.

Il tutto ideato dalla legale rappresentante di una società di servizi e da un commercialista suo socio, in qualità di intermediari abilitati a operare sui canali telematici dell’Agenzia delle Entrate.

Gli ulteriori approfondimenti svolti sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma hanno permesso ai finanzieri ravennati di individuare altre 18 società beneficiarie di questa illecita prassi per un danno complessivo alle casse dello Stato stimato in oltre 33 milioni di euro, di cui circa 13 milioni di euro relativi a Ires e IVA e oltre 20 milioni di euro di oneri previdenziali non pagati.

Al termine dell’indagine, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria ben 30 amministratori di fatto e di diritto delle società che hanno beneficiato dei servizi illeciti dello studio professionale e i due professionisti, ideatori e realizzatori dell’intero sistema truffaldino.

Sulla base delle granitiche fonti di prova acquisite, la Procura della Repubblica di Roma, ha richiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari l’emissione di un decreto di sequestro nei confronti della liquidità e dei beni riconducibili alle diverse aziende coinvolte, fino all’ammontare delle imposte evase, e la misura dell’interdizione dall’esercizio della professione nei confronti dei due professionisti per la durata di un anno.
Il provvedimento ora eseguito dai Finanzieri di Ravenna, ha quindi permesso di neutralizzare il sistema di frode in atto e di sequestrare disponibilità finanziarie per 744.000 euro e 8 immobili per un valore prudenziale di 924.000 euro.

«L’operazione ora conclusa testimonia l’efficacia del presidio - dichiara la Guardia di Finanza - per il contrasto alla criminalità economica e alle più perniciose forme di frodi fiscali ideate e poste in essere da professionisti senza scrupoli, che rappresentano un grave perturbamento degli equilibri di mercato consentendo alle imprese conniventi un ingente illecito abbattimento dei costi gestionali a danno non solo della finanza pubblica ma anche delle imprese legali loro concorrenti».


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