Poliziotta sospesa per un tatuaggio, il Nuovo Sindacato Carabinieri scrive al sindaco | la CRONACA di RAVENNA

Poliziotta sospesa per un tatuaggio, il Nuovo Sindacato Carabinieri scrive al sindaco

In una lettera chiede che si faccia promotore della causa presso il ministro degli Interni

18 agosto 2021 - La segreteria provinciale del Nuovo Sindacato Carabinieri, tramite i suoi rappresentanti Vittorio La Porta ed Erika Greco, ha indirizzato una lettera aperta al sindaco, Michele de Pascale, perché si faccia promotore della causa presso il ministro degli Interni che vede la collega della polizia di Stato, Arianna Virgolino, sospesa dal servizio per la presenza di un tatuaggio, in realtà già rimosso con diverse sedute laser, in un periodo antecedente allo svolgimento delle prove concorsuali.

"La collega - scrive il Sindacato - mamma di un bimbo di 8 anni, alla quale esprimiamo profonda solidarietà si trova in un vero e proprio limbo, sospesa ma non licenziata, ma comunque a tutti gli effetti disoccupata per un motivo che ad oggi, benché normato a livello legislativo viene ancora utilizzato in modo discrezionale e soggettivo da parte di chi si trova ad esaminare i candidati nelle fasi concorsuali e da parte di chi ha il compito di monitorare il personale in servizio.

La problematica relativa ai tatuaggi ritenuti incompatibili con il servizio è da sempre al centro di numerosi dibattiti ma quello che si nota sempre di più è la disomogeneità di applicazione della norma in merito a tale argomento e la difficoltà da parte delle pubbliche amministrazioni di ravvedersi e riparare autonomamente ai danni derivanti dall’adozione di simili provvedimenti come nel caso della madre e collega in questione.

È evidente come tale vicenda non sia solo una questione di principio bensì un vero e proprio esempio tangibile di difformità di trattamento. A tal proposito è d’obbligo chiedersi perché in alcuni casi si bypassi sulla questione tatuaggi, ritenendoli compatibili con il ruolo che si riveste all’interno delle forze dell’ordine, come noi tutti abbiamo potuto constatare anche in mondovisione, ed in altri casi vengano addirittura utilizzati come motivazione di esclusione nei confronti di donne ed uomini che ogni giorno, al pari di altri, mettono la loro vita a servizio del prossimo?!

Auspichiamo che venga fatta chiarezza sulla vicenda sostenendo e rimarcando che non può e non deve esistere alcuna 'disparità di trattamento' tra gli appartenenti alle forze dell’ordine".


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