Cronaca
La Finanza scopre 11 pregiudicati col reddito di cittadinanza
Si tratta di persone recluse per ricettazione, droga, estorsione, rapina, maltrattamenti in famiglia
![La Finanza scopre 11 pregiudicati col reddito di cittadinanza](/file/articoli/th/articoli_637641163035023629.jpg)
09 agosto 2021 - I finanzieri della 1a Compagnia di Ravenna, della Compagnia di Faenza e della Tenenza di Lugo hanno individuato e multato 11 pregiudicati che tra giugno e ottobre 2020 hanno ottenuto illecitamente il reddito di cittadinanza anche per il periodo in cui erano in carcere, con un danno per l’ente pubblico assistenziale di oltre 40.000 euro.
La legge prevede una specifica decurtazione del sussidio pubblico qualora il nucleo familiare beneficiario abbia, tra i suoi componenti, persone che si trovano in carcere cioè la sospensione del beneficio per il periodo di detenzione se l’arrestato è l’unico beneficiario.
L’attività ispettiva è stata avviata a seguito di un’analisi a vasto raggio sui nominativi acquisiti presso il Ministero della Giustizia relativamente ai soggetti che hanno richiesto il beneficio antecedentemente o in costanza di detenzione.
Gli analitici riscontri portati dalla Finanza, in collaborazione con l’Inps, hanno permesso di riscontrare queste segnalazioni e di individuare ben 11 soggetti, già reclusi in carcere per vari reati, che facevano parte di nuclei familiari che avevano riscosso il beneficio senza nessuna decurtazione non avendo provveduto a segnalare questa circostanza, né in sede di prima istanza, né successivamente.
Nel dettaglio, in 6 casi l’istanza per il sussidio era stata avanzata direttamente dallo stesso soggetto poi agli arresti, mentre in 4 casi dal coniuge e solo in 1 caso da altro familiare.
Gli arrestati, di cui 6 cittadini italiani e 5 extracomunitari, residenti a Ravenna, Faenza e Bagnacavallo, sono risultati detenuti sia in fase di custodia cautelare che per espiazione della pena definitiva, con riferimento a gravi reati tra cui ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, furto in abitazione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e maltrattamenti in famiglia.
In un caso, poi, la persona controllata non solo è risultata essere in carcere, ma a suo carico è stata anche accertata la mancata indicazione tra i componenti del proprio nucleo familiare della madre, percettrice di pensione e intestataria di diversi cespiti patrimoniali, che, se dichiarata, non gli avrebbe consentito di ottenere il Reddito di cittadinanza per il superamento della soglia massima di reddito prevista dalla legge.
Al termine degli approfondimenti svolti, tutti gli 11 illeciti percettori del Reddito di cittadinanza sono stati segnalati alla competente sede territoriale dell’Inps per il recupero delle somme indebitamente riscosse e sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna. La legge prevede la reclusione da due a sei anni per coloro che producono dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere.
© copyright la Cronaca di Ravenna
La legge prevede una specifica decurtazione del sussidio pubblico qualora il nucleo familiare beneficiario abbia, tra i suoi componenti, persone che si trovano in carcere cioè la sospensione del beneficio per il periodo di detenzione se l’arrestato è l’unico beneficiario.
L’attività ispettiva è stata avviata a seguito di un’analisi a vasto raggio sui nominativi acquisiti presso il Ministero della Giustizia relativamente ai soggetti che hanno richiesto il beneficio antecedentemente o in costanza di detenzione.
Gli analitici riscontri portati dalla Finanza, in collaborazione con l’Inps, hanno permesso di riscontrare queste segnalazioni e di individuare ben 11 soggetti, già reclusi in carcere per vari reati, che facevano parte di nuclei familiari che avevano riscosso il beneficio senza nessuna decurtazione non avendo provveduto a segnalare questa circostanza, né in sede di prima istanza, né successivamente.
Nel dettaglio, in 6 casi l’istanza per il sussidio era stata avanzata direttamente dallo stesso soggetto poi agli arresti, mentre in 4 casi dal coniuge e solo in 1 caso da altro familiare.
Gli arrestati, di cui 6 cittadini italiani e 5 extracomunitari, residenti a Ravenna, Faenza e Bagnacavallo, sono risultati detenuti sia in fase di custodia cautelare che per espiazione della pena definitiva, con riferimento a gravi reati tra cui ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, furto in abitazione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi e maltrattamenti in famiglia.
In un caso, poi, la persona controllata non solo è risultata essere in carcere, ma a suo carico è stata anche accertata la mancata indicazione tra i componenti del proprio nucleo familiare della madre, percettrice di pensione e intestataria di diversi cespiti patrimoniali, che, se dichiarata, non gli avrebbe consentito di ottenere il Reddito di cittadinanza per il superamento della soglia massima di reddito prevista dalla legge.
Al termine degli approfondimenti svolti, tutti gli 11 illeciti percettori del Reddito di cittadinanza sono stati segnalati alla competente sede territoriale dell’Inps per il recupero delle somme indebitamente riscosse e sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna. La legge prevede la reclusione da due a sei anni per coloro che producono dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere.
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