Cronaca
Reddito di cittadinanza, lo percepivano anche 49 rivenditori di auto
I beneficiari del contributo pubblico, perlopiù di nazionalità rumena
![Reddito di cittadinanza, lo percepivano anche 49 rivenditori di auto](/file/articoli/th/articoli_637622846385804634.jpg)
19 luglio 2021 - Le Fiamme Gialle della 1a Compagnia della Guardia di Finanza di Ravenna hanno concluso, in sinergia e collaborazione con l’INPS, una serie di accertamenti nei confronti di 49 imprenditori operanti nel mercato locale della compravendita di auto usate e loro familiari, i quali percepivano da tempo il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto.
In particolare, è stata approfondita la situazione tutti i titolari di partita IVA della provincia operanti nello specifico settore, ed è stato riscontrato così che ben 104 soggetti erano beneficiari del reddito di cittadinanza.
I beneficiari del contributo pubblico, per lo più di nazionalità rumena, si sono rivelati sistematicamente evasori fiscali, in quanto erano soliti non presentare le previste dichiarazioni dei redditi e/o presentarle indicando dati economici non veritieri e assolutamente sottostimati rispetto all’attività economica effettivamente svolta.
Così facendo, al momento della presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) precompilata a corredo della richiesta del reddito di cittadinanza, i dati acquisiti automaticamente dall’Agenzia delle Entrate risultavano di fatto non veritieri, anche se formalmente corrispondenti alla posizione fiscale del soggetto e consentivano, quindi, aggirando il sistema di controllo dell’INPS, di ottenere indebitamente per il proprio nucleo familiare anche il beneficio economico.
Per queste persone, quindi, si è proceduto a ricostruire i reali profitti dell’attività economica svolta andando a verificare, in collaborazione con il PRA, il numero e il valore delle auto usate da ciascuno di questi commercializzate, per poi riscontrare se i dati reddituali così ricostruiti fossero compatibili o meno con l’erogazione del sussidio pubblico.
Al termine dei controlli, sono stati quindi segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna 49 persone per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza, per aver dichiarato il falso all’atto della presentazione dell’istanza ovvero per aver omesso, nel periodo successivo, le dovute comunicazioni riguardanti le accertate variazioni reddituali e patrimoniali che avrebbero determinato la revoca del beneficio stesso.
Nello stesso tempo sono state inviate analitiche segnalazioni alla sede INPS di Ravenna per la decadenza del beneficio e la successiva attività di recupero delle somme di denaro indebitamente percepite, stimate complessivamente in circa 300.000 euro. L’ente previdenziale ha quindi provveduto con tempestività a interrompere ogni ulteriore elargizione del contributo non spettante, evitando così che il danno per le casse dello Stato continuasse ad aggravarsi.
© copyright la Cronaca di Ravenna
In particolare, è stata approfondita la situazione tutti i titolari di partita IVA della provincia operanti nello specifico settore, ed è stato riscontrato così che ben 104 soggetti erano beneficiari del reddito di cittadinanza.
I beneficiari del contributo pubblico, per lo più di nazionalità rumena, si sono rivelati sistematicamente evasori fiscali, in quanto erano soliti non presentare le previste dichiarazioni dei redditi e/o presentarle indicando dati economici non veritieri e assolutamente sottostimati rispetto all’attività economica effettivamente svolta.
Così facendo, al momento della presentazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) precompilata a corredo della richiesta del reddito di cittadinanza, i dati acquisiti automaticamente dall’Agenzia delle Entrate risultavano di fatto non veritieri, anche se formalmente corrispondenti alla posizione fiscale del soggetto e consentivano, quindi, aggirando il sistema di controllo dell’INPS, di ottenere indebitamente per il proprio nucleo familiare anche il beneficio economico.
Per queste persone, quindi, si è proceduto a ricostruire i reali profitti dell’attività economica svolta andando a verificare, in collaborazione con il PRA, il numero e il valore delle auto usate da ciascuno di questi commercializzate, per poi riscontrare se i dati reddituali così ricostruiti fossero compatibili o meno con l’erogazione del sussidio pubblico.
Al termine dei controlli, sono stati quindi segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna 49 persone per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza, per aver dichiarato il falso all’atto della presentazione dell’istanza ovvero per aver omesso, nel periodo successivo, le dovute comunicazioni riguardanti le accertate variazioni reddituali e patrimoniali che avrebbero determinato la revoca del beneficio stesso.
Nello stesso tempo sono state inviate analitiche segnalazioni alla sede INPS di Ravenna per la decadenza del beneficio e la successiva attività di recupero delle somme di denaro indebitamente percepite, stimate complessivamente in circa 300.000 euro. L’ente previdenziale ha quindi provveduto con tempestività a interrompere ogni ulteriore elargizione del contributo non spettante, evitando così che il danno per le casse dello Stato continuasse ad aggravarsi.
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