Rapporto Caritas: il boom dei nuovi poveri nell'anno del Covid. Aumentati del 41% i pacchi distribuiti. INTERVISTA | la CRONACA di RAVENNA

Rapporto Caritas: il boom dei nuovi poveri nell'anno del Covid. Aumentati del 41% i pacchi distribuiti. INTERVISTA

Il 45% degli utenti sono italiani, con punte del 69% a Cervia, 61% a S.Pietro in Vincoli, 59% a Mezzano, a Marina di Ravenna e a San Giuseppe Operaio e del 56% al Torrione. Quasi 1 persona su 3 era sconosciuta (30,7%)

03 luglio 2021 - Il dato più preoccupante del Report della Caritas sulla povertà 2020 è quel 62,5% di persone incontrate, che affermano di non avere nessun reddito o un reddito familiare inferiore a 300 euro al mese; il 16% dichiara tra i 600 e i 1000 euro; il 6% ha un reddito superiore a 1000 euro. Queste percentuali si riferiscono a un totale di 733 famiglie, di cui 225, pari a 451 persone, si sono rivolte per la prima volta al centro di ascolto. Di queste 225, 117 sono italiane o meglio ravennati.

“Abbiamo accolto tutti, con grande difficoltà e impegno, le chiamate erano tantissime e i nostri spazi non erano idonei”, spiega Daniela Biondi, coordinatrice del centro d’ascolto di piazza Duomo e vicedirettrice Caritas.
La Caritas ha affrontato rapidamente la situazione, allontanando i volontari anziani più a rischio per l’età, si è riorganizzata con i giovani scout e ha avviato una collaborazione con Santa Teresa che ha messo a disposizione spazi per l’ascolto, ha anche ristrutturato per questo uso i suoi uffici amministrativi. A ciò si sono aggiunte le tante donazioni in denaro e in generi di prima necessità, la città è stata generosa.

“La problematica principale - afferma Biondi nell'intervista - è la perdita del lavoro, o la sua temporanea riduzione o sospensione, persone che hanno perso un impiego legato al turismo o che hanno dovuto chiudere la loro azienda a causa della crisi. Tra di loro ci sono lavoratori dipendenti, autonomi o della piccola impresa, ambulanti, lavoratori con contratti atipici, precari, lavoratori a tempo determinato. A questi si aggiungono tutti coloro che erano impegnati nell’economia sommersa e non possono usufruire delle misure economiche adottate dal governo. Siamo fortemente preoccupati dai licenziamenti che potrebbero scattare”.
E porta l’esempio di un giovane imprenditore che aveva investito in un’attività che doveva aprire a marzo 2020: precedentemente era stato un benefattore, ora si trova lui dalla parte di chi ha bisogno.

Biondi aggiunge una considerazione che porterà la Caritas a rimodulare i propri interventi: “I nuovi poveri non hanno più stimoli, non si sentono più protagonisti della propria vita. Per questo li aiuteremo con tirocini, formazione e sostegno psicologico. E’ urgente impegnarci sul fronte dell’accompagnamento al lavoro, perché il pacco viveri non sarà più sufficiente”.

Il picco delle nuove persone che non avevano mai fatto ricorso alla Caritas si è avuto in aprile e maggio del 2020, ma è rimasto costante fino a oggi. “Siamo ancora in emergenza – dichiara don Alain Gonzalez Valdes, delegato arcivescovile per la Caritas –, accompagneremo vecchi e nuovi poveri ancora per mesi e forse anni”. E sottolinea che la missione della Caritas è sociale, ma anche ecclesiale.
Un tema ripreso dall’arcivescovo monsignor Lorenzo Ghizzoni, “le Caritas sono un aspetto identificativo della storia della Chiesa, non distribuiscono solo viveri, danno ascolto e sostengono persone deboli e vulnerabili, sono un organismo stabile che non agisce in concorrenza ma in collaborazione con i servizi sociali, ma rappresentano un impegno ecclesiale". E ha ringraziato il sistema dell’otto per mille che è la loro principale risorsa.

Dopo anni di calo nel numero di richieste di aiuto e di pacchi viveri, il 2020 segna dunque un aumento deciso di tutti gli indici di povertà sul territorio. Sono state 4682 le persone che hanno chiesto aiuto: il 45% sono italiani.

In aumento sono i nuclei familiari che si sono rivolti in particolare al centro di ascolto di piazza Duomo: 3734 persone, di cui 1087 minori, il 30,7% in più del 2019. Ma anche nelle Caritas parrocchiali si registra un incremento di richieste del 4,9%, con punte del 43% (da 115 a 162 nuclei) in più a Portomaggiore e del 70% (da 20 a 34 nuclei) a Marina di Ravenna. Il 45% delle persone assistite da tutte le Caritas sono italiani, molti dei quali ravennati.

Il trend più evidente che si coglie è che se fino a due anni fa tra chi chiedeva aiuto c’erano molti anziani, nel 2020 a pagare il prezzo più alto della crisi da Covid sono state le famiglie. Soprattutto quelle più numerose o le persone che vivono da sole.

Nel 2020 le famiglie che hanno chiesto aiuto alla Caritas sono state 1332, di cui 603 italiane e 729 straniere, per un totale di 4682 persone assistite, l’1,3% della popolazione nei quattro Comuni del territorio diocesano. In forte aumento gli italiani che oggi rappresentano il 45% degli utenti Caritas, con punte del 69% a Cervia, del 61% a San Pietro in Vincoli, del 59% a Mezzano, a Marina di Ravenna e a San Giuseppe Operaio e del 56% al Torrione mentre le Caritas parrocchiali di San Simone e Giuda, San Biagio e Portomaggiore hanno percentuali invertite di italiani e stranieri (tra il 60 e il 70% di questi ultimi).

Se sono in aumento le persone che bussano alla Caritas, il dato dei “passaggi” cioè dei pacchi viveri distribuiti è letteralmente “esploso” nel 2020, complice anche un cambio di modalità di distribuzione che si è reso necessario con la pandemia soprattutto nel centro d’ascolto di piazza Duomo: mentre prima si distribuiva un pacco per famiglia ogni settimana, ora uno per persona ogni 3/4 settimane: circa 13mila i pacchi distribuiti tra tutti i centri d’ascolto e quasi 7 mila in quello di piazza Duomo rispetto ai 2.867 registrati nel 2019.Il dato è quindi più che raddoppiato.

In netto aumento anche i senza tetto che chiedono aiuto: nel 2020 ne sono stati registrati 39 tra Ravenna, Portomaggiore e Cervia, quasi il doppio di quelli registrati nel 2019.
MVV

INTERVISTA A DON VALDES



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