Imprese in crescita a Ravenna: +158 attività tra aprile e giugno (+0,43%) | la CRONACA di RAVENNA

Imprese in crescita a Ravenna: +158 attività tra aprile e giugno (+0,43%)

In espansione la maggior parte dei settori, fra cui i servizi alle imprese, le attività professionali, edilizia, il turismo e le attività d’intrattenimento. Bene l’artigianato, che segna uno tra i migliori risultati degli ultimi dieci anni (+0,67)

26 luglio 2024 -

Nonostante le sfide economiche persistenti, riprende un po’ di vigore la voglia di fare impresa a Ravenna. Secondo l’analisi trimestrale condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna sui dati Infocamere del Registro delle Imprese, tra aprile e giugno 2024 il saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese vede un incremento di 158 attività.  Elementi chiave di questa crescita sono stati, da una parte, le iscrizioni, che hanno toccato quota 473, registrando una flessione di 36 unità rispetto allo stesso trimestre del 2023 (-7,1%). Sul fronte opposto le cessazioni volontarie hanno raggiunto le 315 unità e, pur segnando un modesto incremento nei confronti dell’analogo trimestre del 2023 (+1,6%), rimangono inferiori rispetto alla media storica. A contribuire al bilancio del trimestre anche la componente artigiana, che ha chiuso il periodo con un saldo attivo di +66 unità (186 le iscrizioni di nuove imprese contro 120 cessazioni volontarie) e che risulta essere tra i più brillanti risultati degli ultimi dieci anni, portando il totale delle imprese in provincia di Ravenna, al 30 giugno di quest’anno, a 36.925 unità.

Le forme giuridiche  Note positive, seppur attenuate rispetto all'anno precedente, per le società di capitali, che hanno registrato una crescita di 73 unità da aprile a giugno (+0,81%; era +0,94% nel secondo trimestre 2023) e dalle  imprese individuali (+82 e +0,42%; era +0,54 l’anno prima); in accelerazione invece l’aumento delle altre forme giuridiche, con 7 unità in più (+0,73% contro il +0,49% del secondo trimestre del 2023). Il bilancio ha avuto ripercussioni negative solo sulla lieve diminuzione delle società di persone, in termini assoluti con una riduzione di appena 4 unità (-0,05%).

Le dinamiche settoriali  Rispetto al 31 marzo 2024, a giugno, al netto delle cancellazioni d’ufficio, in espansione la maggior parte dei settori e i dati mostrano una stabilità nelle attività tradizionali come commercio e manifattura. Il settore del commercio, con 7.149 imprese registrate a fine trimestre, ha visto un incremento di 18 unità nel secondo trimestre del 2024, con una crescita percentuale dello 0,3%, simile a quella dell'anno precedente; 6 unità in più per l’industria manifatturiera, con una lieve crescita trimestrale pari a +0,2%. Un notevole dinamismo caratterizza invece i servizi di alloggio e ristorazione, che hanno registrato una crescita di 35 unità, pari a un aumento dell'1,1%. Il dato, superiore allo 0,7% del secondo trimestre del 2023, conferma la ripresa vivace del settore turistico, sostenuta dal rilancio post-pandemia e dall'aumento dei flussi turistici. Anche le attività professionali, scientifiche e tecniche continuano a crescere, con un incremento del +0,8% e 12 nuove unità nell’ultimo trimestre. Il settore riflette una crescente domanda di servizi professionali e tecnici, probabilmente alimentata da un'economia sempre più basata sulla conoscenza e l'innovazione. Nell’indotto dell’edilizia, che continua la crescita con 52 attività in più (+1% in termini relativi), andamento positivo per le attività immobiliari (+12 unità e +0,5%); anche noleggio ed i servizi di supporto alle imprese si sono distinti per un aumento della compagine imprenditoriale (+18 e +1,6%). Tra i settori con la crescita percentuale più significativa sono emerse le attività finanziarie e assicurative (+10 unità e +1,3% la crescita trimestrale) insieme alle artistiche, sportive e di intrattenimento (+24 e +2,7%), indicando un aumento della domanda per servizi finanziari e un crescente interesse per le attività ricreative. Durante il secondo trimestre 2024, altri settori hanno manifestato una crescita, con varie intensità, tra cui fornitura energia-gas (+1 e +0,9%), fornitura acqua-gestione reti fognarie e rifiuti (+1 e +1,7%), sanità (+7 e +2%), istruzione (+1 e +0,7%) e altre attività dei servizi (+8 attività e +0,5% la crescita nel trimestre in esame).  Sul versante opposto, le riduzioni più apprezzabili nel numero di attività hanno riguardato l'agricoltura (-5 imprese e -0,1% la flessione trimestrale), trasporto e magazzinaggio (-3 e -0,3%) e servizi di informazione e comunicazione (-4  e -0,6%).

Tipologie di imprese  Le imprese giovanili, che rappresentano il 28,1% del totale delle iscrizioni e quasi il 17% delle chiusure complessive, nel secondo trimestre dell’anno crescono (+3,57%, corrispondente ad un saldo netto tra iscrizioni e cessazioni volontarie pari a +80 unità), con un tasso di crescita relativo che risulta più elevato rispetto al complesso delle imprese. In espansione le imprese straniere (+1,69% e saldo pari a +79 unità) e pure le imprese femminili con 62 attività in più e tasso trimestrale positivo pari a +0,79%. Infine, mentre per le giovanili e le straniere si denota un certo rallentamento (nel secondo trimestre del 2023 avevano realizzato, rispettivamente, +5,08% e +2,13), per le imprese femminili si registra invece una ripresa di velocità (era +0,50% un anno fa).

“L’impresa come occasione di lavoro ma soprattutto come espressione della voglia di mettersi in gioco e di conquistarsi un futuro”. Così Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna”, che ha aggiunto: “Le nostre imprese, con uno slancio straordinario, sono passate dal resistere al reagire, ma la partita va giocata nelle imprese e fuori dalle imprese. Dentro le imprese, investendo anche in attività intangibili, aprendo il capitale all’esterno, modernizzando la governance. Fuori dalle imprese, con una pubblica amministrazione meno frammentata e che traduca la semplificazione in comportamenti coerenti con le esigenze degli imprenditori e allinei i tempi di pagamento agli standard europei, con un sistema di regole più efficiente e più vicina alle ragioni e ai tempi dell’economia, con un fisco che tuteli i diritti dei contribuenti e non ostacoli le scelte degli investitori”.




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