Controlli cardiaci a domicilio con la telemedicina. 6500 i pazienti interessati | la CRONACA di RAVENNA

Controlli cardiaci a domicilio con la telemedicina. 6500 i pazienti interessati

Il Rotary finanzia “Remotheart”, una connessione in grado di trasmettere ai medici i dati dei portatori di pacemaker, defibrillatori, resincronizzatori consentendo di prevenire anche le emergenze. La collaborazione con l'Ausl

16 giugno 2021 - 78.000 euro, necessari a far decollare il progetto di telemedicina, per l’assistenza e il monitoraggio a domicilio dei pazienti a cui sono stati impiantati dispositivi cardiaci (pacemaker, defibrillatori, resincronizzatori). Questa erogazione è il risultato della collaborazione a sostegno della sanità romagnola da parte di 16 Rotary club della Romagna, con la collaborazione di un club argentino che ha reso possibile il coinvolgimento del "Global Grant" della Rotary International Foundation.

Remotheart è un progetto basato sul controllo “a distanza”, cioè da remoto, dei dispositivi cardiaci impiantabili di ultima generazione, che consente di comunicare con un trasmettitore al domicilio del paziente, per inviare alla struttura ospedaliera dati di natura tecnica, parametri e funzionamento del dispositivo impiantato e informazioni cliniche relative ai parametri vitali del paziente.

"Da un’esperienza innovativa iniziata a Forlì nel 2019 grazie all’Associazione Cardiologica Forlivese, che ha messo a disposizione le risorse necessarie a consentire di assistere con monitoraggio remoto tutti i pazienti cardiologici portatori di dispositivi, passando da 120 a 650 assistiti in meno di un anno, è nata l’idea di estendere l’applicazione del servizio così sviluppato, a tutta l’azienda USL della Romagna", ha spiegato il dottor Alberto Bandini, della Cardiologia di Forlì.

"L'obbiettivo - ha aggiunto Giancarlo Piovaccari, direttore del Dipartimento Cardiovascolare e direttore della Cardiologia di Rimini - è ridurre l'ospedalizzazione dei pazienti con insufficienza cardiaca".

Il progetto Remotheart in tutta la Romagna interesserà un numero stimato pari a circa 6500 pazienti portatori di device cardiologici, dei quali 800 per lo scompenso cardiaco.

Non è trascurabile poi l’aspetto riguardante l’abbattimento dei costi sociali, tenuto conto che la maggior parte dei pazienti sono anziani, che l’80% è accompagnato da un familiare che deve assentarsi dal lavoro e che circa un terzo dei pazienti sono ancora in attività e devono rinunciare essi stessi alla loro attività lavorativa.
Non solo, l'emergenza Covid ha reso fondamentale che il paziente fragile possa essere controllato dal proprio domicilio, riducendo la possibilità di contagio.

“Questo progetto – dichiara il direttore sanitario dell'Ausl Mattia Altini - si colloca nell’ambito di un più complessivo modello organizzativo della Romagna, che include un ripensamento della rete dei servizi, per una sanità più vicina ai cittadini, nella direzione di un potenziamento del territorio, con creazione di nuovi servizi tra i quali rientrano tutte le prestazioni di Telemedicina, che consentono di erogare visite a distanza e di monitorare i pazienti che hanno bisogno di assistenza continua anche a distanza. Oggi possiamo dire che dalla teoria passiamo ai fatti”.

Per il direttore generale dell'Ausl, Tiziano Carradori, “la leva digitale è la chiave che rende concreta la realizzazione di questo nuovo modello, realizzando le connessioni che concorrono al benessere dei cittadini. Da una parte infatti permette di attivare i meccanismi di coordinamento tra gli ospedali, le case della salute, gli ospedali di comunità, le Case-residenza per gli anziani, gli uffici dei Comuni che erogano prestazioni sociali, strutture private convenzionate, le farmacie; dall’altra abilita la nascita di nuovi punti di contatto virtuali tra i quali rientrano, a titolo di esempio, tutte le App per la salute che permettono di rendere i servizi ancora più vicini al paziente”.

“Al di là dell’entità economica della donazione, quello che preme mettere in risalto è la forte sinergia venutasi a creare tra l’Ausl e la comunità locale - sostiene Patrizia Farfaneti Ghetti, presidente del Club capofila di Rimini - sinergia che ci sembra faccia ben sperare per un futuro di ricostruzione del tessuto sociale messo così a dura prova dalla pandemia”. Adriano Maestri, governatore del Distretto Rotary 2072, ha sottolineato come nell'ultimo anno i club abbiano collaborato tra loro e ha ricordato che il Rotary nell'ultimo anno ha investito oltre due milioni di euro in diversi progetti, di cui 700mila nella prima fase della pandemia.


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