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Calcio. Ravenna, Mokulu sospeso cautelarmente dalla Procura nazionale antidoping
La causa l'uso di una pomata cicatrizzante in vendita libera in farmacia
![Calcio. Ravenna, Mokulu sospeso cautelarmente dalla Procura nazionale antidoping](/file/articoli/th/articoli_3790.jpeg)
12 marzo 2021 - Il Ravenna ha ricevuto dalla Procura Nazionale Antidoping una richiesta di sospensione cautelare nei confronti del calciatore Benjamin Mokulu in seguito ad un controllo antidoping di routine effettuato il 18 febbraio.
La sostanza contestata, clostebol metabolita, è contenuta in una pomata ad uso topico di libera vendita in farmacia, senza alcuna prescrizione medica, per il trattamento delle lesioni della pelle. Un semplice farmaco che il giocatore, in assoluta buona fede, avrebbe assunto autonomamente per curare in casa una lieve ferita al piede che non riusciva a rimarginarsi.
Un’azione effettuata inconsciamente in un periodo in cui il calciatore era fuori causa per infortunio, tuttavia, senza avere preventivamente informato il medico sociale, contrariamente a quanto previsto dal regolamento interno che la società ha fatto sottoscrivere a tutti i tesserati a inizio stagione.
Fermo restando l’assoluta e ferma condanna di qualsiasi pratica illegale atta all’alterazione del risultato sportivo, la società rimane in attesa delle contro analisi nella consapevolezza che l’incauta pratica del proprio tesserato sia stata eseguita in buonafede e non con l’obbiettivo di alterare le proprie prestazioni. La società rimane ovviamente a disposizione delle autorità per le verifiche del caso e contemporaneamente valuterà la tutela dei propri interessi nelle sedi opportune.
© copyright la Cronaca di Ravenna
La sostanza contestata, clostebol metabolita, è contenuta in una pomata ad uso topico di libera vendita in farmacia, senza alcuna prescrizione medica, per il trattamento delle lesioni della pelle. Un semplice farmaco che il giocatore, in assoluta buona fede, avrebbe assunto autonomamente per curare in casa una lieve ferita al piede che non riusciva a rimarginarsi.
Un’azione effettuata inconsciamente in un periodo in cui il calciatore era fuori causa per infortunio, tuttavia, senza avere preventivamente informato il medico sociale, contrariamente a quanto previsto dal regolamento interno che la società ha fatto sottoscrivere a tutti i tesserati a inizio stagione.
Fermo restando l’assoluta e ferma condanna di qualsiasi pratica illegale atta all’alterazione del risultato sportivo, la società rimane in attesa delle contro analisi nella consapevolezza che l’incauta pratica del proprio tesserato sia stata eseguita in buonafede e non con l’obbiettivo di alterare le proprie prestazioni. La società rimane ovviamente a disposizione delle autorità per le verifiche del caso e contemporaneamente valuterà la tutela dei propri interessi nelle sedi opportune.
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