Cultura
Antonio Patuelli alla conferenza su "Risorgimento e risorgimenti in Emilia Romagna
«Chi non conosce la storia, rischia di compromettere il futuro e la libertà del suo tempo

«Chi non conosce la storia, rischia di compromettere il futuro e la libertà del suo tempo e tanto più questo vale oggi perché le libertà sono a rischio per il forte potere di condizionamento legato alle grandi potenzialità tecnologiche».
Lo ha detto Antonio Patuelli, Presidente de La Cassa di Ravenna oltre che storico e scrittore, intervenendo alla conferenza su ‘Risorgimento e risorgimenti in Emilia Romagna’ alla Sala di Palazzo Vecchio a Bagnacavallo.
«Noi - ha continuato Patuelli - abbiamo uno dei Risorgimenti che hanno prodotto indipendenza, sovranità e libertà d’Italia ma queste sono state riconquistate dopo la seconda guerra mondiale e non ci si meravigli che la libertà deve essere conquistata culturalmente giorno per giorno.
La libertà non è una parola singolare, le libertà sono plurime, civili, economiche e ambientali e poi oggi ve n’è un’altra connessa alle fortissime evoluzioni tecnologiche ed è la libertà dai condizionamenti dalle nuove tecnologie, che sono una grande conquista ma anche un grande rischio di condizionamento della libertà in modi poco visibili e percepibili.
Ogni chance di vita e di libertà produce dei rischi: il Risorgimento storico, cui la Romagna ha dato un contributo di entusiasmo, idee e persone, ci lascia in eredità un patrimonio di libertà che va difeso ogni giorno.
Russi è molto vicina: qui nel 1812 è nato uno dei protagonisti del Risorgimento, Luigi Carlo Farini, in piena Restaurazione. È finita l’esperienza millenaria della Repubblica di Venezia e poco prima era caduta l’altra grande Repubblica Marinara, Genova.
In Italia la situazione uscita dal Congresso di Vienna vedeva la frammentazione in vari stati. Farini era principalmente un medico in un mondo in cui l’analfabetismo era prevalente e così l’ignoranza e la tutela della salute. Venne chiamato a fare il medico di base a Ravenna dove prese in affitto qualche stanza a Palazzo Guiccioli, dove oggi ci sono i Musei Byron e del Risorgimento.
Qui grazie alla tecnologia, Farini racconta la storia partendo da un luogo e arrivando ai grandi eventi. Farini, in contatto con i primi moti carbonari e mazziniani, venne trasferito a Osimo dove non perse però i contatti con i patrioti e, avvisato dal Cardinale Legato che era partito l’ordine di cattura per lui, fuggì e da Russi intraprese la trafila, scappando verso Modigliana, che era già Granducato di Toscana.
Pochi anni dopo, con Papa Pio IX che dichiarò ‘Gran Dio benedici l’Italia’, fu eletto nel collegio di Russi-Faenza ma l’assassinio di Pellegrino Rossi bloccò questo processo con la fuga del Papa e la nascita della Repubblica Romana, la cui Costituzione venne poi utilizzata per scrivere i principi della Costituzione Italiana.
Il sogno di indipendenza dell’Italia riprese con il figlio di Farini, Domenico, che andò a Torino alla Scuola Allievi Ufficiali e con Luigi Carlo che con D’Azeglio divenne Ministro, conobbe Cavour e divenne l’uomo più deciso del governo dopo Solferino quando, assieme a Ricasoli, mantenne vivo con un esercito comune il sogno di libertà tra Emilia-Romagna e Toscana.
Farini si assunse la responsabilità del momento ed ebbe la capacità di collegarsi a Ricasoli, dall’incontro tra i due nacque un esercito comandato da Manfredo Fanti e vicecomandato da Giuseppe Garibaldi, e per qualche mese la situazione rimase in questi termini, fino al marzo del 1860 quando attraverso un accordo con la Francia il Piemonte concesse Nizza e la Savoia in cambio dei plebisciti negli ex Ducati, nelle ex Legazioni e in Toscana.
L’Italia si è fatta in più momenti, con Solferino, con i Mille, con le guerre d’indipendenza, ma si è fatta anche con la gestione di questo territorio dell’Emilia e Romagna, perché allora Bologna era perfino più popolosa e ricca di Roma.
I protagonisti romagnoli del Risorgimento sono tanti: il più famoso è Farini, che ha fatto anche il Presidente del Consiglio, ma l’entusiasmo e la partecipazione qui sono state più importanti che altrove. E questa eredità va conservata difendendo ogni giorno le nostre libertà».
La conferenza è stata aperta dal sindaco di Bagnacavallo Matteo Giacomoni al quale è seguito l’intervento di Mirella Falconi Mazzotti, neo Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna che ha sostenuto l’intera rassegna ‘Piazza Universale’ di Bagnacavallo, bella iniziativa promossa da Domenico De Martino e che ha coinvolto studenti delle scuole superiori di Ravenna, Faenza e Lugo.
«La Fondazione - ha detto Falconi Mazzotti, che tra l’altro è originaria proprio di Bagnacavallo - è da sempre impegnata a diffondere la conoscenza del Risorgimento e non a caso ha voluto, sostenuto e realizzato i Musei di Byron e del Risorgimento che in questi giorni sono meta di attenzione e di visitatori da tutto il monto.
E proprio Byron rappresenta un legame naturale tra Ravenna e Bagnacavallo visto che una figlia del poeta inglese è morta proprio a Bagnacavallo».
Alla conferenza hanno poi preso parte anche Carlo Ossola del College de France, Eleonora Conti dell’Università di Bologna. Domenico De Martino dell’Università di Pisa, Giacomo Jori dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano e Mario Riberi dell’Università di Torino.

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