Alessandro Mamoli ospite della Compagnia dell'Albero | la CRONACA di RAVENNA

Alessandro Mamoli ospite della Compagnia dell'Albero

Il giornalista ed ex cestista ha raccontato aneddoti su campioni dell’Nba di ieri e di oggi. Ma soprattutto ha parlato ai ragazzi di valori, di tolleranza, di educazione ai ragazzi, del delicato ruolo dei genitori

04 aprile 2024 - Un pomeriggio con i ragazzi in palestra, a raccontare loro aneddoti di vita sportiva e a dare consigli su come affrontare la pallacanestro nella maniera migliore. E una serata a tavola, per parlare a ruota libera e presentare il libro “Dream games”, una sorta di autobiografia che ha per insolite tappe diverse importanti partite di basket.

Alessandro Mamoli – che da giovane è stato cestista nelle giovanili dell’Olimpia Milano e che da molti anni è diventato giornalista, nonché speaker Sky Sport di Nba e Ncaa – è stato ieri a Ravenna, accettando l’invito della Compagnia dell’Albero per un doppio momento di confronto: quello pomeridiano con i giovani cestisti e quello serale alla clubhouse sociale, nel ristorante ex Dribbling.

In sala tanti “addetti ai lavori” (in primis Fabrizio Ambrassa, ex campione, da tempo responsabile della sezione pallacanestro della Compagnia; e Cesare Bagnari, pallanuotista passato dall’acqua alla dirigenza), ma anche appassionati vari, fra cui lo scrittore Stefano Bon e Mimmo Ciatto, il miglior playmaker ravennate di tutti i tempi.
A loro, intervistato dal giornalista Stefano Ravaglia, Mamoli ha raccontato aneddoti su campioni dell’Nba di ieri e di oggi, da Kobe Bryant a Ray Allen, da John Stockton fino all’astro nascente francese Wembanyama; ma soprattutto ha parlato di valori, di tolleranza, di educazione ai ragazzi, del delicato ruolo dei genitori.

Tutti concetti perfettamente in linea con l’operato quotidiano della Compagnia dell’Albero che, come ha raccontato il presidente Luca Minardi nell’introduzione, esiste ormai da 19 anni, oggi spazia su quattro discipline sportive (basket, calcio, rugby e pallanuoto) e conta ben 700 giovani tesserati complessivi. “Il nostro unico obiettivo – ha detto Minardi – è dare loro un pallone in mano e insegnare i valori dello sport: poi magari uno solo fra loro diventerà un campione, ma la speranza è che anche tutti gli altri nel loro futuro professionale, che diventino operai o avvocati, possano portare con sé quel che hanno appreso in palestra”.


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