Cultura
Biblioteca Classense, la Sala Dantesca aperta al pubblico
A dicembre sarà liberamente visitabile ogni sabato dalle 10 alle 13
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La collaborazione tra l'Istituzione Biblioteca Classense e le volontarie e i volontari Aclisti, che dura da anni e garantisce una miglior fruizione in particolare degli eventi espositivi che si svolgono in Biblioteca, si arricchisce di questo ulteriore servizio.
Il monastero di Classe, sede della Biblioteca, è da tempo inserito negli itinerari turistici e culturali del territorio per via della sua bellezza e per le molteplici attività che vi si svolgono. La sua antica storia rimanda al 1515, anno in cui i camaldolesi, provenienti da Classe, dove custodivano l'antichissima basilica di Sant'Apollinare, presero a risiedere stabilmente all'interno delle mura cittadine.
Ebbe così avvio il lungo cantiere che portò all'edificazione della straordinaria abbazia, comprendente anche lo splendido refettorio costruito nel 1580 e usato a tale scopo fino al 1798, anno della soppressione del monastero e della cacciata dei monaci.
Al suo interno possiamo ammirare ancora oggi lo splendido dipinto Le nozze di Cana di Luca Longhi e gli affreschi sul soffitto, opera del figlio Francesco, che accolgono i visitatori in uno spazio memorabile, arricchito dagli stalli lignei e dal monumentale pergamo settecentesco dal quale un monaco lettore, un tempo, leggeva ai confratelli intenti a prendere i pasti.
Il refettorio divenne nel 1920 Sala Dantesca o, per essere più precisi "Sala di Dante" (questa la denominazione ufficiale): in quell'anno Benedetto Croce, ministro della Pubblica istruzione, vi inaugurò le celebrazioni nazionali per il sesto centenario della morte del Poeta e la comunità ravennate scelse di dedicare lo spazio alle letture pubbliche e solenni delle opere dantesche, oltre che a conferenze ed eventi che continuano ancora oggi.
© copyright la Cronaca di Ravenna
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