I “ritratti del Covid” diventano una mostra | la CRONACA di RAVENNA

I “ritratti del Covid” diventano una mostra

“Data mi fu soave medicina”, le fotografie di Giampiero Corelli

28 agosto 2020 - Verrà inaugurata martedì 1 settembre 2020 alle ore 18 a Ravenna presso Palazzo Rasponi dalle Teste in piazza Kennedy, la mostra “Data mi fu Soave Medicina. Covid -19 Ravenna: l'ospedale, la città, le persone nei giorni dell'emergenza”.

In esposizione le immagini realizzate dal fotografo ravennate Giampiero Corelli nei giorni più bui della recente pandemia, che sono anche “diventate” una pubblicazione, con l’omonimo titolo.
All'apertura della mostra, oltre all'artista, interverranno una rappresentanza della Direzione generale dell’Ausl Romagna e dell'Amministrazione comunale di Ravenna, e vi sarà la partecipazione dell'attore Giuseppe Giacobazzi.

Stamattina, sempre a Palazzo Rasponi dalle Teste, la conferenza stampa di presentazione della mostra cui hanno partecipato l’artista, Cristina Rocca con la quale ha realizzato una “mostra parallela”, l’assessore alla Cultura del Comune di Ravenna Elsa Signorino, il direttore medico del presidio ospedaliero di Ravenna Paolo Tarlazzi, Patrizia Baratoni della Direzione medica e vari benefattori dell’Ospedale di Ravenna.

La mostra propone quarantacinque immagini inedite in bianco e nero per un reportage di volti, situazioni, paure e speranze ed è anche un significativo omaggio al personale sanitario che in quel periodo difficile si è distinto in maniera illuminante nell’assistenza al prossimo.

Il periodo della quarantena visto dall'interno dei reparti più attivi nella lotta alla malattia, ma anche le ansie tangibili di una città desolatamente vuota, rivivono nelle fotografie di Corelli assieme ai tanti ritratti; che come luminose fonti di speranza rappresentano la comunità ravennate.

La mostra riprende dunque una parte, significativa, delle 200 immagini presenti nel libro, recentemente pubblicato da Danilo Montanari Editore e che contiene preziose testimonianze, come ad esempio quelle scritte da Eugenio Baroncelli, il sindaco Michele de Pascale, Ermanna Montanari e Marco Martinelli, Michele Smargiassi, Nevio Spadoni e il direttore medico del presidio ospedaliero Paolo Tarlazzi.

Contestualmente a “Data mi fu Soave Medicina...” le sale di Palazzo Rasponi ospitano “Siamo tutti italiani/ Mascherine tricolore”: un progetto nato dalla stilista Cristina Rocca anch’esso in collaborazione col fotografo Giampiero Corelli, che ha documentato, nella Ravenna semideserta dei giorni più bui della pandemia, l'incontro in vari punti della città con uomini, donne, sanitari, italiani e non, raccolti e uniti come una vera comunità solidale, indossando la “mascherina tricolore” creata nei laboratori di Cristina Rocca. Gli stessi che abitualmente realizzano preziosi abiti di alta moda.

“Questa mostra è un importante e doveroso omaggio della città al personale sanitario e a chi nel periodo più duro dell’emergenza si è fatto carico delle persone malate. Grazie al lavoro di Corelli potremo anche in futuro testimoniare ciò che stava accadendo, andando in luoghi in cui la maggior parte delle persone non avrebbe voluto andare – ha detto l’assessore Signorino -.
Si tratta di immagini di grande intensità, i visi stanchi ma sereni dei medici, scorci di città, deserta come non la vediamo mai, che danno un senso di solitudine ma anche di grande solidarietà, e che ora resteranno nella nostra memoria, testimoniando, per di più, che da una emergenza ci si può risollevare se prevale, come è accaduto a Ravenna, il senso di comunità. Anche per questo il sindaco Michele de Pascale ci tiene e sarà presente alla inaugurazione”.

“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo lavoro – ha detto Corelli -: il libro e la mostra, nonché Paolo Trioschi per gli allestimenti. Per la mostra abbiamo preso le immagini più significative del libro che testimonia in maniera ancor più ampia quel momento così particolare. Voglio ringraziare anche Cristina Rocca per avermi coinvolto in questo suo progetto, dal quale è nata una ulteriore bella mostra, sul tema della mascherina. Ricordo perfettamente che in quei giorni, quando fotografavo le persone e poi regalavamo loro la mascherina, ringraziavano come se avessero ricevuto chissà cosa…”.

Un tema, quello della scarsità delle mascherine, toccato anche dal dottor Tarlazzi: “Abbiamo avuto momenti difficili – ha raccontato – c’erano dei venerdì sera in cui non sapevamo come avremmo fatto il lunedì senza mascherine perché quelle che avevamo sarebbero bastate sì e no per il fine settimana, ed ecco che arrivava la telefonata di una associazione o di un privato che diceva, ‘eccoci, vi portiamo le mascherine che abbiamo trovato o fabbricato…’.
Sono stati momenti duri, ora va meglio e questa mostra è una doverosa e utile testimonianza di quel periodo. Ma deve servirci anche a ricordare che il covid non è finito. Dobbiamo continuare, soprattutto i più giovani, a stare attenti e ad adottare comportamenti non a rischio. Sono contento che questa mostra sia qui, su piazzale Kennedy che è proprio un ritrovo giovanile”.

“Questo progetto – ha detto Cristina Rocca – oltre a dare una mano concreta in un momento difficile, mi ha fatto riscoprire il senso di solidarietà che abbiamo avuto e che in certi momenti aiuta una comunità a riemergere. Sono grata a Corelli per la mostra che ne è scaturita”.

Le esposizioni saranno visibili fino al 20 settembre 2020, ogni giorno, tranne il lunedì con orario di visita pomeridiano e serale dalle 17 alle 21.
A promuovere l'iniziativa, la Direzione del presidio ospedaliero di Ravenna, in compartecipazione con l'assessorato comunale alla Cultura, in collaborazione con Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna e con diversi sostenitori sensibili dell'evento.

L’ingresso è libero, per informazioni: 0544.482767. IAT Ravenna 0544.35404.


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