Caldo anomalo a maggio. Che estate sarà? INTERVISTA | la CRONACA di RAVENNA

Caldo anomalo a maggio. Che estate sarà? INTERVISTA

Ne parla Pierluigi Randi, ravennate, meteorologo e presidente dell'Associazione Meteo Professionisti

20 maggio 2022 - Dopo un inizio timido di primavera con il freddo che si è protratto un po’ più a lungo del solito, nessuno si aspettava che arrivasse all’improvviso quello che in tanti definiscono un caldo ‘anomalo’. A tal punto da dover subito abbandonare i giubbotti da mezza stagione per passare direttamente alla più confortevole mezza manica.
A parlare delle bizze del clima e delle prospettive per la prossima estate, è il ravennate Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e presidente di Ampro (Associazione Meteo Professionisti).

Randi, come mai questo caldo ci ha sorpreso così tanto? È davvero ‘anomalo’?
«Il repertino sbalzo termico ha aumentato la percezione soggettiva. Sarebbe stato diverso se avessimo avuto un aprile più caldo. Non è la prima volta e non siamo ai livelli record però è una fase sensibile che ha fatto toccare soglie di 30-32 gradi nella Romagna occidentale lunedì scorso, quando in questo periodo dell’anno dovremmo invece avere temperature massime di 23-24 gradi».

Può ricordare qual è stato l’anno record per il caldo in maggio?
«il 2009 quando si è arrivati persino a quota 36-37 gradi. Resta memorabile anche il 2012 quando l’estate partì presto con un maggio già estivo».

Se in maggio abbiamo temperature da luglio, verrebbe da chiedersi cosa ci aspetterà nei prossimi mesi…
«Questo è difficile prevederlo, a volte a un maggio caldo segue un’estate mite o viceversa. Tutto è possibile, non c’è una stretta correlazione. Di certo però ormai dobbiamo prendere atto che il clima è cambiato e l’evento anomalo, quando ripetuto, non è più tale. Mentre cinquant’anni fa questi eventi si verificavano ogni decennio, oggi non è più così a causa del surriscaldamento globale del pianeta. Il clima è sempre più estremo con più probabilità di ondate di caldo o di piogge torrenziali».

Che estate sarà quella del 2022?
«Al riguardo possiamo solo fare una previsione di scenario, in base a più dati aggregati. Ma come ripeto sempre, anche se negli ultimi sei anni la nostra abilità è migliorata, l’attendibilità resta bassa. Se proprio dovessi scommettere in base ai modelli climatici disponibili, lo farei su un’estate calda, forse non da record come quella del 2003, ma più simile a quelle del 2015, 2017 e 2019, che già comportavano una temperature media superiore di un grado e mezzo in Europa meridionale e centrale».

Cosa prendono in considerazione i modelli climatici?

«Le variazioni nell’ambito di un trentennio. Attualmente per esempio, si fa riferimento a quello 1981-2010 che già offre indicazioni precise in termini di innalzamento delle temperature se paragonato a quello precedente. Questo ci fa dire che l’estate prossima sarà molto più probabilmente simile a quelle del nuovo Millennio che non a quelle degli anni Sessanta o Settanta».

Per quanto riguarda le piogge, cos’è previsto?
«Questa è una nota dolente, perché sembrerebbero scarse. Considerando la poca pioggia dei mesi scorsi, c’è di che allertarsi e sperare diversamente».

Fin qui abbiamo parlato di previsioni di scenario. Le uniche veramente attendibili sono quelle puramente meteorologiche?

«Sì, quelle che prevedono cosa accadrà a distanza di 2 e fino a un massimo 5 giorni, non sbagliano…».

A cosa si deve secondo lei l’interesse crescente della popolazione verso la meteorologia?

«C’è una maggiore sensibilità verso il cambiamento climatico che, se fino a qualche anno era visto solo come ipotesi futura, oggi è realtà».

Cosa sta cambiando nel vostro settore?

«A differenza di altri Paesi, l’Italia non ha un servizio meteorologico civile che però sta per nascere pur fra mille difficoltà: Italia Meteo. Questo significa che non c’è un albo professionale riconosciuto e che chiunque potrebbe aprirsi il suo sito web sul meteo… Nel frattempo è nata Ampro, di cui sono con orgoglio presidente».

Quali vantaggi offre oggi la tecnologia?
«Molteplici informazioni a portata di tutti, tramite una App per esempio. Fino a poco tempo fa si temeva che la nostra professione potesse scomparire, ma in realtà non è così perché non può venir meno il nostro prezioso ruolo di ‘interprete’ dei numeri. Ci sono calcolatori che predicono per esempio la probabilità di pioggia ma non sono poi in grado di dire quanto pioverà. Senza contare poi, e questo è un elemento non trascurabile, che le App non hanno le utili indicazioni della Protezione Civile dove ci sono meteorologi e altri professionisti al lavoro».

In molti prenotano le vacanze in base alle previsioni del tempo. Lei cosa ne pensa?
«Come dico sempre: non bisogna programmarsi in base a cosa dice una App fra 15 giorni, perché non può essere attendibile. E se le previsioni a corto raggio, quelle attendibili, danno pioggia fra tre giorni, pazienza: ci porteremo dietro l’ombrello. Impensabile annullare le vacanze per questo».
r.b.


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