Guardia di Finanza, 11 tonnellate di uva contraffatta sequestrate al porto | la CRONACA di RAVENNA

Guardia di Finanza, 11 tonnellate di uva contraffatta sequestrate al porto

La merce si trovava all'interno di un container proveniente dall'Egitto ed era destinata ai mercati del nord Italia. La soddisfazione della Coldiretti

22 luglio 2020 - 11 tonnellate di uva da tavola sono state sequestrate al porto dai Finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna e funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Ravenna. Si trovavano all'interno di un container proveniente dall’Egitto e destinato ai mercati del nord Italia.

Grazie alla consolidata sinergia operativa sviluppatasi tra i due Enti e all’esito di una mirata attività di analisi dei rischi dei traffici portuali condotta insieme, è stata così impedita l’importazione illegale della spedizione internazionale.

Nel corso delle attività di controllo le Fiamme Gialle della 2a Compagnia di Ravenna e i funzionari delle Dogane di Ravenna avevano riscontrato che il prodotto ortofrutticolo, destinato a un’impresa del Veneto, aveva le etichette contraffatte e risultava riconducibile a una particolare varietà di uva senza semi, difforme rispetto a quella descritta nei documenti accompagnatori, soggetta a specifiche autorizzazioni di produzione e importazione e vincolata a un rigoroso disciplinare.
La frode alimentare è stata confermata dalla perizia tecnica effettuata con l’ausilio della società titolare del marchio registrato.

Per queste ragioni, il prodotto è stato sequestrato e il legale rappresentante della ditta importatrice denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna per i reati di contraffazione di prodotti alimentari e usurpazione di titoli di proprietà industriale.

L'attività si colloca nell’ambito dei costanti servizi di vigilanza doganale che interessano il porto, a presidio delle regole del libero mercato europeo, ponendosi a tutela degli operatori commerciali rispettosi della legalità e a salvaguardia dei consumatori finali.

Sul sequestro, ha preso posizione la Coldiretti. “Ora più che mai, con le nostre aziende agricole già duramente provate dagli effetti del lockdown e dai danni in campo provocati dagli sfasamenti climatici – afferma Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna - è indispensabile mantenere alta l’attenzione e intensificare l’azione di controllo e di contrasto alle frodi su tutto il settore ortofrutta minacciato ogni giorno dai furbetti del finto made in Italy che tentano di lucrare a dispetto della legge, degli onesti produttori e della sicurezza del consumatore finale”.


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