Profughi. 620 persone accolte dallo "Sportello" del Comune | la CRONACA di RAVENNA

Profughi. 620 persone accolte dallo "Sportello" del Comune

È dedicato ai cittadini ucraini, oltre mille persone hanno contattato i servizi comunali

15 aprile 2022 - Attivo dallo scorso 21 marzo, lo Sportello unico dedicato ai cittadini ucraini ha accolto circa 620 persone. L’accesso medio giornaliero è di 20-25 persone, ma si sono registrate picchi anche da 50. A questo dato se ne aggiunge un altro: dall’inizio dell’emergenza scattata a seguito dell’invasione russa in Ucraina, sono invece 1.030 (ndr, dato aggiornato al 12 aprile) le persone che hanno contattato i servizi comunali.

Lo Sportello – attivato per volontà del tavolo tecnico politico del Comune in capo all’assessorato alle Politiche sociali e immigrazione – è aperto tutti i giorni e funge da primo accesso e snodo fra diverse realtà, fra cui Questura, Ausl e servizi educativi e scolastici.

«In linea con la tendenza già registrata a livello regionale – racconta Elena Zini, dirigente comunale dei Servizi sociali e per l’immigrazione –, abbiamo registrato un altissimo numero di donne con bambini. I minori rappresentano il 50%. Nei casi in cui l’adulto ‘accogliente’ non sia il genitore, ma uno zio o un nonno, viene attivata immediatamente la procedura prevista per legge dal ministero per dare loro rappresentanza legale. Quindi, allo Sportello, viene immediatamente aperta un’istruttoria».

In accordo con la Questura, gli operatori del servizio fissano inoltre un appuntamento per il rilascio del titolo di soggiorno, oltre a fornire un aiuto nel preparare i relativi moduli onde evitare di fare inutili giri da un ufficio all’altro. In virtù delle esigenze crescenti riscontrate e della necessità di vedere tutti i componenti familiari in una volta per il disbrigo delle varie pratiche, lo Sportello è stato subito implementato, arrivando a contare una quindicina di operatori, fra impiegati di sportello specializzati in immigrazione, mediatori culturali e assistenti sociali, a cui si aggiungono alcuni tirocinanti di supporto provenienti dalle scuole superiori e dell’università.

«A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento – tiene a precisare Zini –, perché per far fronte all’emergenza, sono riusciti a organizzare in pochi servizi un servizio di eccellenza in grado di collaborare con gli altri servizi comunali, oltre che con Questura e Ausl». L’assessorato alla Scuola, per esempio, ha predisposto un protocollo d’intesa con i dirigenti scolastici in modo da realizzare una programmazione congiunta sull’inserimento dei minori.

«Al momento le richieste non sono tante – spiega la dirigente comunale –, perché i cittadini ucraini sono fuggiti dalla guerra con l’idea di soggiornare solo un breve periodo, senza aver ancora un vero progetto migratorio. Sappiamo che alcuni ragazzi stanno seguendo la Dad con i loro docenti in Ucraina. Vedremo a settembre chi chiederà di essere inserito al nuovo anno scolastico. C’è anche qualcuno che ha già provato a rientrare nel Paese natio, ma la realtà è che il flusso di arrivi non si è affatto arrestato, anzi è destinato a crescere». Alcuni cittadini ucraini sono particolarmente stressati dal lungo viaggio effettuato, in alcuni casi anche in situazioni davvero disagevoli, e non è facile distinguere chi invece ha anche sviluppato uno stress psicologico di altro tipo.

Nel caso, allo Sportello, gli operatori indicano il percorso specifico attivato dall’Ausl, così come inviano i cittadini ucraini per screening Covid e vaccinali, visto che in Ucraina malattie come morbillo e tubercolosi sono ancora endemiche. L’Asl rilascia immediatamente una tessera sanitaria temporanea, che si rivela particolarmente utile nei casi di fragilità per malattia o disabilità.

«Tutti ci chiedono beni di prima necessità e vestiti – ricorda Elena Zini –, per cui esiste una rete di enti del terzo settore impegnati, in primis Caritas, Ravenna Solidale e CittAttiva. Stiamo inoltre raccogliendo la disponibilità all’accoglienza dei profughi da parte di privati, per redigere un apposito albo che potrebbe rivelarsi utile visto che non sappiamo la dimensione che potrà prendere il fenomeno. Al momento i profughi sul territorio sono ospiti di familiari e di Cas».
r.b.


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