Cristina Mazzavillani Muti: «Abbiamo portato in salvo dei guerrieri della sofferenza». INTERVISTA | la CRONACA di RAVENNA

Cristina Mazzavillani Muti: «Abbiamo portato in salvo dei guerrieri della sofferenza». INTERVISTA

Arrivati in piazza Kennedy i 59 artisti, coristi e ballerini, del teatro di Kiev. Accolti nella casa del clero di via Port'Aurea

06 aprile 2022 - Il loro primo momento di raccoglimento dopo un viaggio di giorni tra mille pericoli lo hanno vissuto all’interno della Casa del clero, in via Port’Aurea a Ravenna, trasformata in Cas per accoglierli. Sono appena entrati e nel cortile intonano il “Va, pensiero” del Nabucco di Giuseppe Verdi, il coro degli oppressi, prima in italiano e poi in ucraino. Ma questa volta non è un’interpretazione teatrale, i toni hanno lo struggimento del mondo reale, la loro patria è veramente "sì bella e perduta". Cenano nella sala attrezzata per loro, per poi provare a riposare nelle stanze preparate ai piani superiori.

Sono 59 artisti, tra coristi e ballerini, del Teatro di Kiev, città dove nel 2018 Riccardo Muti portò il concerto delle Vie dell’Amicizia del Ravenna Festival. Tra di loro ci sono cinque minori, una sedicenne e un diciassettenne e tre bimbi dai due ai dieci anni.

Sono arrivati in piazza Kennedy poco dopo le 19 a bordo di due pullman di Ravenna Solidale, sulle spalle giorni e giorni di viaggio, prima per raggiungere Kiev, quindi il confine con la Polonia e infine Ravenna.
Ad attenderli le autorità, sindaco e prefetto, amici e staff del Ravenna Festival, Eleonora Gardini, Alessandra Bagnara di Linea Rosa che dona la tavoletta in mosaico di Ravenna città amica delle donne, la Banda cittadina.

Quando le porte dei pullman si aprono, si scaricano non solo le persone ma anche le tante emozioni accumulate. Cristina Mazzavillani Muti partita, con Giovanni Morgese dell’associazione Cuore&Territorio, Daniele Perini e Chiara Francesconi, per portarli in salvo con la caparbietà che la contraddistingue, pronuncia qualche parola ma la voce si rompe nel pianto.
Ai profughi, il sindaco de Pascale porge il saluto della città in ucraino.
Il coro intona gli inni nazionali dei due paesi, poi tutti si incamminano, in fila indiana, attraversano piazza Duomo e raggiungono il rifugio dove, dopo oltre un mese, potranno riposare senza i suoni e i pericoli della guerra.

Nel video, i flash di alcuni momenti dell’accoglienza in piazza Kennedy e gli interventi del prefetto De Rosa, del sindaco, di Cristina Mazzavillani Muti, Giovanni Morgese.


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