Cronaca
Tartaruga Caretta caretta trovata sulla spiaggia di Foce Bevano
Le guardie ecologiche volontarie di Legambiente hanno allertato il Cestha
24 marzo 2022 - Una tartaruga Caretta caretta è stata rinvenuta domenica scorsa dalle Guardie ecologiche volontarie (GEV) di Legambiente, durante l’usuale servizio di pattugliamento sulla spiaggia cosiddetta “zona blu” antistante la Riserva Naturale di foce Bevano, a Lido di Dante.
La tartaruga era adagiata in riva, tra la sabbia riportata nei lavori di ripascimento in corso, nei pressi delle tubature che convogliano il materiale a terra dai punti di prelievo al largo, e sembrava morta. Ad una più attenta osservazione da parte di una GEV, ha dato piccoli segnali di vita.
È stato immediatamente contattato il Centro sperimentale per la tutela degli habitat (Cestha) che ha sede nell’ex Mercato del Pesce di Marina di Ravenna, il quale ha fornito le indicazioni per soccorrere la tartaruga in sicurezza.
Dopo poco è arrivata la dottoressa Sara Segati, biologa del Centro, che l'ha prelevata, trovandola molto debilitata e sporca di sabbia fangosa. Ora la tartaruga, che è stata chiamata Gevy, è ricoverata presso la struttura e, posta sotto cura, sta dando timidi segnali di ripresa.
Le GEV di Legambiente ringraziano Cestha per l’immediata attivazione dei soccorsi e ricordano che ogni animale marino rinvenuto va segnalato alla Capitaneria di Porto e al centro di recupero, i quali forniranno tutte le indicazioni del caso.
Bisogna non toccare l’animale, indicare la posizione il più possibile precisa in cui ci si trova, allertare la Capitaneria di Porto di Ravenna (0544 443011), contattare Cestha (351 8544072) e rimanere reperibili in attesa di istruzioni per soccorrere al meglio l’animale in difficoltà. È opportuno segnalare anche gli animali purtroppo privi di vita.
Le GEV sottolineano che per la prima volta, grazie al Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto in seno al Ministero della Transizione Ecologica, è stato istituito il servizio di raccolta dati nazionale degli spiaggiamenti di rettili e mammiferi marini: «un servizio indispensabile per monitorare la salute del mare e delle sue creature, sempre più minacciati dalle attività umane e dai cambiamenti climatici in corso. E chissà che il Reparto non possa venir presto a conoscere questa bella realtà ravennate».
© copyright la Cronaca di Ravenna
La tartaruga era adagiata in riva, tra la sabbia riportata nei lavori di ripascimento in corso, nei pressi delle tubature che convogliano il materiale a terra dai punti di prelievo al largo, e sembrava morta. Ad una più attenta osservazione da parte di una GEV, ha dato piccoli segnali di vita.
È stato immediatamente contattato il Centro sperimentale per la tutela degli habitat (Cestha) che ha sede nell’ex Mercato del Pesce di Marina di Ravenna, il quale ha fornito le indicazioni per soccorrere la tartaruga in sicurezza.
Dopo poco è arrivata la dottoressa Sara Segati, biologa del Centro, che l'ha prelevata, trovandola molto debilitata e sporca di sabbia fangosa. Ora la tartaruga, che è stata chiamata Gevy, è ricoverata presso la struttura e, posta sotto cura, sta dando timidi segnali di ripresa.
Le GEV di Legambiente ringraziano Cestha per l’immediata attivazione dei soccorsi e ricordano che ogni animale marino rinvenuto va segnalato alla Capitaneria di Porto e al centro di recupero, i quali forniranno tutte le indicazioni del caso.
Bisogna non toccare l’animale, indicare la posizione il più possibile precisa in cui ci si trova, allertare la Capitaneria di Porto di Ravenna (0544 443011), contattare Cestha (351 8544072) e rimanere reperibili in attesa di istruzioni per soccorrere al meglio l’animale in difficoltà. È opportuno segnalare anche gli animali purtroppo privi di vita.
Le GEV sottolineano che per la prima volta, grazie al Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto in seno al Ministero della Transizione Ecologica, è stato istituito il servizio di raccolta dati nazionale degli spiaggiamenti di rettili e mammiferi marini: «un servizio indispensabile per monitorare la salute del mare e delle sue creature, sempre più minacciati dalle attività umane e dai cambiamenti climatici in corso. E chissà che il Reparto non possa venir presto a conoscere questa bella realtà ravennate».
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