Il 118 compie 30 anni. 100 infermieri, 90 soccorritori, 42mila gli interventi nel 2021 | la CRONACA di RAVENNA

Il 118 compie 30 anni. 100 infermieri, 90 soccorritori, 42mila gli interventi nel 2021

Sabato 26 e domenica 27 marzo la Centrale operativa sarà aperta ai cittadini. Dalle 9 alle 18 visite guidate con gli operatori per conoscere come funziona. Dalle chiamate agli smistamenti dei mezzi

24 marzo 2022 - Il 118 compie trent'anni, è l'occasione per fornire i numeri sugli interventi attuati, analizzarne i punti di forza e aprirsi alla cittadinanza con un open day di due giorni il 26 e 27 marzo per fare vedere cosa accade dal momento in cui si effettua una chiamata e spiegare la possibilità che diventi una videochiamata, attraverso la quale l'operatore è in grado di rendersi conto della situazione e dare alcune indicazioni sulle manovre che possono essere fatte da subito.

Per quanto riguarda i numeri, sono presenti sul territorio romagnolo 43 ambulanze con infermiere, 12 automediche e nei mesi estivi vi è un potenziamento con altre 10 ambulanze. A questo si aggiunge l’elisoccorso.
Il sistema di soccorso ha uno stretto legame con la rete ospedaliera, che consente il trasporto mirato nell’ospedale idoneo per il trattamento del paziente, con percorsi diretti in caso di specifiche patologie (accesso ai laboratori di emodinamica per l’infarto miocardico, lo stroke center in caso di ictus).

Nel 2021 sono stati eseguiti 130mila interventi di soccorso in Romagna, di cui un terzo nei mesi di giugno, luglio e agosto, e si è toccato i massimi dal 2018/2019.
A Ravenna sono stati 42mila, gestiti da 100 infermieri e 90 soccorritori.
Un altro picco è previsto per i prossimi mesi di quest'anno, anche solo per gli eventi che si terranno nel ravennate, dal raduno degli Alpini di maggio, al tour di Jovanotti ad Ironman.

Le patologie più frequenti, pari al 70%, sono quelle cardiologiche, respiratorie e i traumi che da soli rappresentano il 30% del totale.

Complessivamente le chiamate sono state 200mila, di cui 70mila per richiesta di informazioni. Va detto che su 130mila interventi, 23mila non hanno avuto bisogno del ricovero, un altro dato che evidenzia il fattore determinante della qualità del servizio e cioè la presenza su tutte le ambulanze di un infermiere, con esperienza e formazione specifica.
«Ne deriva l’indubbio vantaggio - commenta Maurizio Menarini, responsabile della Centrale operativa del 118 Romagna - che già del primo intervento è garantita una risposta sanitaria qualificata e professionale, specialmente nel caso delle patologie “tempo-dipendenti” cioè delle condizioni acute che richiedono cure precoci e qualificate per ottenere la miglior ripresa possibile per il paziente come l'arresto cardiaco, l'infarto miocardico, l'ictus, il trauma grave».

La presenza ulteriore delle automediche consente, nei casi di maggiore gravità, il simultaneo intervento di medici in grado di trattare il paziente con la necessaria competenza diagnostico-terapeutica.
Questo sistema è integrato con l’elisoccorso, che il 5 luglio di ques'anno “compie” 35 anni di attività e rappresenta una “terapia intensiva volante” che consente di anticipare sul territorio i trattamenti di “medicina critica dell’emergenza” con guadagno di tempi e avvio di percorsi ospedalieri di trattamento definitivo.

Il 118 ha risposto al meglio anche alla pandemia COVID-19. «La prima ondata del febbraio – marzo 2020 ha impattato in modo rilevante in termini di chiamate al 118, passando in un giorno (dal 21 febbraio data del primo caso in Italia, ai giorni successivi) da 450 chiamate ad oltre 1300, triplicando il numero di richieste.
«Questo numero assai elevato di chiamate era legato a richieste di informazioni sui percorsi da seguire, alla paura e all’ansia rispetto a una condizione che non si conosceva: il 118 è stato per diverse settimane un punto di riferimento per i cittadini, in una fase di riorganizzazione di tutto il sistema sanitario», spiega Menarini.

L’azione di "filtro" degli operatori tecnici che per primi rispondono alla chiamata e indirizzano la richiesta e degli infermieri che hanno saputo rispondere e processare chiamate per emergenze sanitarie e per fornire informazioni con la finalità di tranquillizzare le persone, ha consentito di rispondere in modo puntuale a tutti i cittadini.

Nelle fasi più critiche di diffusione del Covid, il personale del 118 è stato impegnato anche nella valutazione domiciliare dei pazienti per decidere se era necessario o meno il ricovero in ospedale per non sovraccaricare il pronto soccorso.

«L’esperienza dell’epidemia COVID-19 ci ha lasciato diversi spunti di riflessione e valorizzato i punti di forza del sistema 118 Romagna. In particolare, sono emersi il valore del lavoro di squadra e la forza dell’organizzazione sanitaria come elemento fondamentale per affrontare imprevisti e situazioni di grande criticità», aggiunge Menarini.

In particolare, lo sviluppo della tecnologia (videoconferenza), consente da un lato di poter fornire alle persone presenti sul posto istruzioni pre-arrivo per mettere in atto manovra di soccorso, come la rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione precoce, che portano a migliorare la sopravvivenza delle vittime di arresto cardiaco, e dall’altro di implementare sistemi di “telemedicina” e di “teleconsulto” per integrare ancora più puntualmente l’attività dei team sanitari, infermieri e medici.

L’Emilia Romagna è la regione che ha avuto un ruolo pionieristico nello sviluppo dei sistemi di soccorso sanitario preospedaliero. L’esperienza di centrali operative a valenza provinciale che gestiva le risorse di mezzi disponibili per fornire una risposta efficace ed efficiente risale a metà degli anni ’80. Questo modello ha contribuito in modo determinante al decreto che nel 1992 sancisce la “nascita” del 118.

Nel corso degli anni, il sistema 118 Romagna si è andato consolidando (nel 2006 si aggregano Ravenna e Forlì, poi nel 2008 confluisce Cesena e infine nel 2009 Rimini), mentre la Centrale Operativa 118 Romagna è allocata a Ravenna. In questi anni, grazie anche a un continuo confronto con le migliori esperienze internazionali e italiane, è cresciuto progressivamente il livello delle performance garantite dai team sanitari, di pari passo con il progresso della scienza della medicina preospedaliera d’emergenza.

Per meglio fare conoscere come opera il sistema 118, sabato 26 e domenica 27 marzo, dalle 9 alle 18, è stato programmato un “open day” presso la centrale operativa 118 e la base elisoccorso di Ravenna aperto a tutti i cittadini.
È richiesto il green pass per poter accedere alle aree individuate per la visita che sarà guidata da operatore del 118. Non è necessaria la prenotazione.


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