“Comunità energetiche rinnovabili”, primo passo per la sperimentazione | la CRONACA di RAVENNA

“Comunità energetiche rinnovabili”, primo passo per la sperimentazione

Iniziativa di Schiano (M5s), per il Pri "scelto il momento sbagliato per discuterne"

05 marzo 2022 - Presto anche a Ravenna si potranno sperimentare le “Comunità energetiche rinnovabili”, note anche con la sigla Cer. Si tratta di comunità costituite da utenti pubblici o privati – quali cittadini, enti territoriali e autorità locali, attività commerciali, imprese, enti di ricerca e formazione, del terzo settore e di protezione ambientale – che decidono di unire le forze per produrre energie da fonti rinnovabili, attraverso impianti fotovoltaici, accumulatori, pali eoliche, etc.

Martedì scorso, il consiglio comunale ha approvato la mozione presentata da Giancarlo Schiano del Movimento 5 Stelle e firmata dagli altri capigruppo della maggioranza: Massimo Cameliani per il Pd, Francesca Impellizzeri per Ravenna Coraggiosa, Daniele Perini per Lista De Pascale Sindaco. La mozione è passata quasi all’unanimità, ossia con 28 voti favorevoli (gruppi di maggioranza, Fratelli d’Italia, Lega Salvini premier, Lista per Ravenna-Polo civico popolare, Viva Ravenna) e solo due astenuti, del gruppo del Partito Repubblicano. Prima di presentare la mozione, Schiano ha ricordato la recente adesione del Comune di Ravenna al bando europeo per le Cer “Encodes Energy Community Driven”.

«Un bel primo passo – afferma Schiano – a cui ne seguirà ora un secondo nella direzione dell’autonomia energetica a costo zero per ridurre i costi, di pari passo con l’efficientamento promosso dal noto Superbonus.
Le Cer sono un passo verso il futuro, un motore di innovazione, per questo proponiamo e chiediamo al consiglio comunale di impegnarsi insieme alla giunta e al sindaco nell’adottare una opportuna delibera per promuovere sul territorio Comunità energetiche rinnovabili di quartiere e di autoconsumo collettivo, incoraggiando e sostenendo i progetti tra pubblico e privato, individuando operatori tecnico-economici capaci di proporre soluzioni concrete, finalizzate a permettere all’ente comunale, ai privati e alle imprese ravennati di aggregarsi e risparmiare».

Schiano anticipa poi l’istituzione di un “canale operativo” presso gli uffici tecnici comunali per la semplificazione autorizzativa, e di uno sportello Urp per l’informazione a tutti i livelli, oltre all’individuazione per ogni quartiere di un edificio pubblico da proporre come “progetto di innesco” per le Cer. Sarà poi aperto un bando per la realizzazione di un programma per lo sviluppo diffuso delle Cer di quartiere.

Chiara Francesconi, consigliera Pri, ha invece spiegato le ragioni dell’astensione. «Ci tengo anzitutto a precisare – dice – che, come Pri, nulla abbiamo contro le Cer di quartiere o le forme di autoconsumo collettivo che possono accelerare il processo di transazione a energie pulite.
Però, rispetto a quanto sta accadendo in questo periodo, troviamo i tempi di presentazione di questo documento poco consoni. Le priorità della nostra città sono altre al momento, perché le famiglie e le imprese vivono quotidianamente il continuo caro bollette e il rischio di precariato lavorativo. Le nuove forme di energia rinnovabili purtroppo saranno disponibili solo nel lungo periodo e previe ulteriori ricerche. Chiediamo con forza la ripresa delle estrazioni di risorse di metano dall’Adriatico e sul tema presenteremo una mozione che speriamo venga presto discussa».

Da segnalare infine che, a livello regionale, nei giorni scorsi è stato presentato un progetto di legge della Giunta finalizzato alla promozione e al sostegno di una società “carbon free”, attraverso le Cer di cui esistono già diverse sperimentazioni sul territorio.
A Imola, per esempio, c’è una Cer composta da imprese che producono collettivamente e consumano energia generata da fonti rinnovabili. A Bologna si lavora a Geco, un progetto per sviluppare la produzione sostenibile di energia nella zona Pilastro-Roveri.
A Scandiano, infine, in provincia di Reggio Emilia, un condominio composto da 48 abitazioni integrerà auto-produzione energetica con un sistema di accumulo per alimentare utenze domestiche e una flotta di veicoli elettrici. Grazie al progetto Self User, coordinato da Art-ER, diventerà il primo esempio concreto di comunità di autoconsumo collettivo in Emilia-Romagna, creando un modello che potrà essere replicato su ampia scala.
r.b.


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